00 23/10/2011 23:46
«Somma, le tracce che portano a ovest non hanno condotto a nulla».
«Sono andati a nord» disse Ita. «Dividetevi in gruppi di tre e setacciate i villaggi. Con discrezione… Quando li trovate non attaccate, mandatemi un messaggio».
«Sì, Somma Sacerdotessa». La guardia si inchinò.


Una civetta ululò e le foglie si mossero al passaggio del vento.
«Ci fermiamo qui per la notte».
«Qui?». Eileen sgranò gli occhi.
Sheridan la guardò con un ghigno sul viso e Finn inarcò un sopracciglio.
«Sì» disse Sloan. Scese da cavallo. «Le guardie del governo saranno sulle nostre vere tracce, ormai. Da ora in poi, dovremo evitare i villaggi».
Si accamparono nel bosco. Finn si occupò dei cavalli mentre Miael distribuì un tozzo di pane e formaggio.
Leen fissò la sua cena con una smorfia. “Sarà il mio pasto fino alla fine del viaggio…”. Sospirò e iniziò a mangiare.
Miael si sedette accanto a lei, sopra un sasso.
Leen gli lanciò un’occhiata.
«Il principe non ha avuto la cortesia di presentarci, Sacerdotessa. Miael Sonna». Chinò il capo.
Eileen ingoiò l’ultimo boccone.
«Miael Sonna, mi onorate. Eileen el Taren». Chinò il capo a sua volta.
«Taren, avete detto? Conosco un uomo che porta il vostro stesso cognome».
«Come si chiama di nome?».
«Carrol».
Il cuore di Leen fece un balzo.
«È mio zio! Ditemi, cortese Miael, potete darmi qualche notizia su di lui?».
«Dopo la presa al potere di Grego el Kabar, vostro zio si è rifugiato a Emor. Abita alla corte emoriana».
Gli occhi di Eileen divennero lucidi.
«Sia ringraziata la Dea…».
Finn si stese sul tappetto di foglie, stretto nel mantello. Sheridan si stese accanto a lui. Si guardarono negli occhi. Leen volse lo sguardo, rossa in viso.
«La luce tramontò
e l’oscurità calò.
Sole e Luna,
eternamente lontani
».
Eileen si girò verso Sloan, sorpresa. Si era seduto tra lei e Miael.
«La poesia che preferisco» disse Miael. «Ah, l’amore!».
«Sei mai stato innamorato, Miael?» chiese Sloan.
Miael sorrise.
«Ho amato numerose donne, ma solo una con tale intensità». Gli occhi si posarono sul cielo stellato. «E voi, principe?».
Sloan scosse il capo. «Un principe non si deve innamorare».
«Saggio, da parte vostra» disse Miael. Sbadigliò. «Con il vostro permesso, principe, sacerdotessa: vado a coricarmi».
Si stese poco lontano da Sheridan e Finn.
«Sarà meglio che dormiate anche voi» disse Sloan, rivolto a Eileen. Lei annuì. Si avvolse nel mantello e si stese. Con la coda dell’occhio, guardò il principe.
Silenzioso e immobile nella notte, faceva il primo turno di guardia. I raggi della luna gli illuminavano il viso. Le palpebre si chiusero sugli occhi e il sonno calò su Leen.


Li abbiamo trovati.
Ita sorrise e il messaggio divenne cenere.


«Svegliatevi, sacerdotessa» disse Miael. «L’alba è giunta».
Eileen aprì gli occhi e sbadigliò. Si mise seduta.
Finn stava sellando i cavalli mentre Sheridan stava porgendo una fetta di formaggio a Sloan.
Le mani le presero a formicolare. I suoi occhi incrociarono quelli di Sheridan, che si accasciò sotto lo sguardo sorpreso di Sloan.
Eileen sentì un dolore sordo alla nuca e il mondo divenne nero.


Nei capitoli precedenti lo zio di Eileen si chiama Burn, ma ho cambiato il nome in Carrol perché il nome Burn ricorda il cognome di Ita.


----------
La conoscenza è potere.

http://ilvascellodegliscrittori.forumfree.it/