00 05/10/2011 17:59
Ita represse uno sbadiglio.
Si trovava nella Sala del Consiglio, assieme alle altre cinque Supreme Sacerdotesse. Erano sedute su dei troni di legno, sopra una pedana.
Ita guardò fuori dalla finestra. Il Palazzo del Governo si ergeva sopra la collina; brillava, sotto i raggi del sole. “Grego…”.
«Diteci, comara Enna, qual è la vostra richiesta?» chiese Luana el Caren.
«Supreme, ho bisogno di una paga più alta». Comara Enna era ferma nel centro della Sala, con le mani intrecciate appoggiate sopra il grembiule coperto di macchie; da una tasca, spuntava un mestolo. Abbassò lo sguardo. «Non riesco a dar da mangiare ai miei figli».
«Comara Enna, voi già prendete trenta denari al giorno!» esclamò Moranna el Liun.
«I prezzi al mercato sono saliti» mormorò comara Enna.
«Prenderemo in considerazione la vostra richiesta, comara Enna» disse Luana, lanciando un’occhiataccia a Moranna. «Potete andare».
«Grazie, Supreme, grazie». La donna si inchinò e uscì. Al suo posto entrò una Sacerdotessa dall’abito giallo, con corti capelli rossi e occhi color nocciola. Si inchinò.
«Come ti chiami, Sorella di primo grado?» chiese Luana.
«Supreme, mi chiamo Terama el Lonet».
«Qual è la tua richiesta?».
«Non ho richieste, Supreme» disse Terama. «Ma ho delle informazioni per voi, riguardo la Sacerdotessa scomparsa durante Mein Raina».
Luana impallidì e Ita distolse lo sguardo dalla finestra.
«Ragazza, solo ora vieni qui da noi?» sbottò Moranna.
«Avevo paura, Supreme, perché quello che sto per dirvi è molto grave».
«Parla, Sorella, non avere timore» disse Collen el Gaur. Le fece gesto di continuare.
Terema fece un lungo sospiro. «Ho visto l’Altissima Sacerdotessa parlare a Eileen el Taren poca prima che lei scappasse».
Un guizzo passò negli occhi di Ita.
«Ne sei certa?» domandò Emer el Fornen.
«Sì, Supreme».
«Cosa ha detto l’Altissima?» chiese Moranna.
«Non sono riuscita a sentire, non ero abbastanza vicina».
«Terama el Lonet, confermi di aver visto questo? Se ciò non corrisponde alla realtà, verrai punita con l’allontanamento dal Palazzo del Potere. Per sempre» disse Luana, fissandola negli occhi.
Terama avanzò di un passo. «Supreme, giuro sulla Dea Madre che questa è la verità!».
«Bene, Terama, sei stata coraggiosa a venir da noi» disse Ita. Le sorrise. «Avverti che per oggi le richieste sono terminate. Puoi andare».
«Grazie, Supreme». Terama si inchinò e lasciò la Sala.
Ita si rivolse alle Sorelle. «Cosa ne pensate?».
«Quello che la ragazza ha visto può essere distorto, quel giorno c’era molta confusione» disse Luana.
«Vero». Emer annuì. «Ma dovremo comunque parlare con l’Altissima Sacerdotessa. Dobbiamo sentire la sua versione».
«E ogni cosa ci può essere utile per trovare la Sacerdotessa» disse Collen.
«Oggi al tramonto andremo a parlare con l’Altissima, è deciso?» chiese Moranna.
«È deciso».


Wynne era seduta su una poltrona, accanto la finestra. Le ante erano aperte e lasciavano entrare una fresca brezza. L’Anziana chiuse gli occhi. “Eileen, dove sei?”; erano trascorsi dodici giorni da quando aveva lasciato l’Ordine. “Dea Madre, proteggila…”.
Le mani le formicolarono. Aprì gli occhi e lo stomaco si strinse dalla paura.
«Suprema Ita, come sei arrivata qui?» chiese.
Davanti a lei c’era Ita el Buorn. Il viso della donna era impassibile.
Un brivido le corse lungo il corpo.
«Come, non è importante» disse Ita; avanzò di un passo. «Dov’è tua nipote?».
Wynne sorrise.
«Rispondi, vecchia!» gridò Ita. Le mani di Wynne tornarono a formicolare: la Suprema aveva chiamato il Potere.
«Non so dove sia» rispose. «Cosa vuoi farmi, Ita? Non posso proteggermi».
«So che non puoi». Ita scoppiò a ridere. «Ecco a cosa ti ha portato aiutare Eileen… A essere indifesa di fronte a me!».
«Se hai le tue spie tra le Sacerdotesse dell’Ombra, ovviamente saprai che non so dove si trovi».
Lo sguardo di Ita si rabbuiò.
«Mi è giunta l’informazione che hai parlato con Eileen poco prima che lei scappasse».
«Errato. Sai, Ita, io non nasconderei nulla alle mie Sorelle dell’Ombra: io sono leale».
Elemento aria. La poltrona si capovolse e Wynne finì contro il muro, a due piedi dal pavimento.
«Dimmi dov’è!» urlò Ita. «Dimmelo, o morirai lentamente, vecchia!».
«Perché non aspetti che sia la Dea Madre a dirtelo?».
Ita impallidì.
«Sei morta...».
«Davvero? Allora perché mi ritrovo ancora qui?».
Terra. Le pietre dietro Wynne uscirono dal loro incastro e caddero sul pavimento; mani invisibili trassero Wynne nella nicchia. L'Altissima fissò Ita.
«La Dea Madre ti punirà».
«Non esiste nessuna Dea!» esclamò Ita.
Le pietre tornarono al loro posto e Wynne divenne parte del muro.


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La conoscenza è potere.

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