Eileen si guardò allo specchio. L’immagine rifletteva il volto di una giovane donna, con corti capelli rossi e occhi di ghiaccio. Prese una ciocca e la osservò: il preparato di erba coluta aveva funzionato, il biondo era scomparso.
Abbassò la mano e chiuse gli occhi.
Il Potere si stava risvegliando. Lo chiamò e un brivido di piacere le corse lungo il corpo. Sorrise; l’effetto della luneta stava finalmente scomparendo.
«Somma Sacerdotessa, due sere fa qualcuno nel Quartiere dei Poveri ha usato il Potere».
Ita alzò lo sguardo dalla lettera. Le guance le divennero di fuoco.
«Sciocca incompetente!» urlò. «Solo ora mi avverti? Chiama le Guardie e setaccia il Quartiere!».
«Ai vostri ordini, Somma Sacerdotessa».
Una ruota del carro finì in una buca e Eileen sobbalzò. Le vennero le lacrime agli occhi; le ferite sulla schiena bruciavano.
Poche stelle erano rimaste nel cielo e all’orizzonte, dietro le Colline di Amar, il sole stava nascendo.
Uomini avvolti nel loro mantello, silenziosi e con gli occhi ancora gonfi dal sonno, camminavano lungo la strada. Una donna uscì da una bottega con un fagotto e da un'altra risuonò il rumore del martello contro l’incudine.
Leen distolse lo sguardo dalla città che si stava svegliando e una morsa di paura le attanagliò lo stomaco. Sheridan, seduta nel carro accanto a lei, la stava fissando. La sua espressione era indecifrabile e i suoi occhi scuri erano posati su di lei: non batteva ciglio.
«Ci stiamo avvicinando» disse Sloan; si era voltato verso di loro. Era alla guida del carro, insieme all’uomo di nome Finn. «Ricordatevi quello che vi ho detto... Sheridan, basta così».
Sheridan sorrise e si girò. Eileen rabbrividì e sospirò.
Le case scomparirono e la strada li condusse alla porta nord di Gailinet. Eileen sgranò gli occhi alla vista della cinta muraria, alta quaranta piedi.
«Fermi!» esclamò una Guardia Cittadina. Lasciò la sua postazione e si avvicinò, la mano appoggiata sull’elsa della spada. «Chi siete? Dove state andando?».
«Allan Nory e Finn Torà, signore» disse Sloan. «Loro sono mia sorella Cara, moglie di Finn, e Aine, la mia moglie ingrata. Siamo allevatori di Elun».
Lo sguardò della Guardia si posò su Eileen. Scoppiò a ridere.
«Tua moglie è una puttana!».
«La Dea Madre ha voluto punirmi nel farmi sposare questa donna». Sloan scosse la testa e Eileen abbassò lo sguardo, arrossendo. «L’ingrata è scappata, il giorno dopo il matrimonio, per fare la puttana in città! Ma nessuno può prendersi gioco di Allan Nory,… L’Altissima Dea sa che non dico il falso: quando arriveremo a Elun mia moglie la pagherà!».
Finn annuì e la Guardia gli diede una pacca sulla spalla.
«Le donne sono bestie da addomesticare. Picchiala e lasciala un giorno senza acqua e cibo: vedrai che non scapperà più»
«Grazie del consiglio, buon uomo» disse Sloan.
Eileen alzò lo sguardo e vide cinque Guardie Reali venire nella loro direzione; una donna, con indosso un lungo abito bianco e corti capelli scuri, era a capo del gruppo. Sheridan si irrigidì.
«Calma» sussurrò Eileen.
«Non dirmi cosa fare!» sbottò lei.
«Qualche problema?» chiese la Guardia a Sheridan. Sloan e Finn si girarono, accorgendosi, così, delle Guardie in arrivo.
Le mani di Eileen presero a formicolare.
«Muori, strega!» gridò Sheridan.
«Dea Madre!» gemette Leen.
«Via!» esclamò Sloan e i cavalli presero il trotto. La Guardia che li aveva fermatili rincorse, spada in mano, seguita dai suoi compagni. La Sacerdotessa era rimasta ferma nel centro della strada.
Ossa che si spezzano.
Eileen venne sbalzata in avanti. Protese le mani per attutire la caduta e urlò. Cadde e una nube di polvere si levò nell’aria.
«Prendeteli!».
Si mise in ginocchio e si alzò barcollando, gli occhi pieni di lacrime. Le sembrava di avere tizzoni ardenti sulla schiena, le mani le facevano male.
Una Guardia le afferrò il braccio.
Chiamò il Potere. Fuoco. La Guardia lanciò un grido e lasciò la presa. Eileen si allontanò correndo, il cuore che batteva all’impazzata. “Maledizione!”. Il Potere non si era ancora svegliato del tutto.
Due Guardie erano stese a terra agonizzanti, e Sloan e Finn, schiena contro schiena, combattevano contro altre tre.
Sheridan fronteggiava la Sacerdotessa. Erano silenziose e immobili.
Il terreno tremò, seguì un boato e uno squarcio si aprì tra loro due. Eileen perse l’equilibrio e finì a terra; Sloan affondò la lama della spada nel petto dell’uomo. La Guardia che aveva afferrato il braccio di Leen cadde urlando nella voragine.
«Andiamo!» gridò Finn.
Nel baratro si levarono lingue di fuoco alte venti piedi; nascosero la loro vista alla Sacerdotessa.
I quattro corsero verso la porta nord. Eileen voltò lo sguardo e si premette le mani contro la bocca. I due cavalli erano accasciati a terra, in un lago di sangue.
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La conoscenza è potere.
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