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Ripetizioni

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2011 11:08
19/09/2011 19:05
 
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SCUDIERO
Domanda...nel caso si scriva il seguito di un libro (che in realtà non è proprio il seguito, ma il volume successivo ad uno autoconclusivo) bisogna ripetere le descrizioni di luoghi e personaggi?

mi spiego, se due libri hanno in comune l'ambientazione e i personaggi, ma non richiedono che per la comprensione di uno debba essere letto anche l'altro, bisogna ripetere le descirizioni di un certo luogo, di un certo palazzo, di una certa vicenda ecc ecc???

grazie a tutti

19/09/2011 21:01
 
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LORD
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***** Aredhel Alcarin *****
*..del Puledro Impennato *
Se le due vicende sono completamente sconnesse tra di loro io suggerisco di sì, però ovviamente dipende sempre dai casi. Considera comunque che un ipotetico lettore può prendere in mano il secondo libro per primo, e quindi necessitare comunque delle descrizioni.


19/09/2011 22:19
 
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CAVALIERE
Ma così non si rischia di riempire il seguito di cose già dette? Mi spiego meglio: non si rischia di tediare [SM=x1263988] l'ipotetico lettore che già ha letto il primo e magari lo sa a memoria? Chiedo pareri, perché combinazione la domanda di ElRubio l'avevo sulla punta della lingua pure io [SM=x1263945] !
20/09/2011 00:56
 
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SCUDIERO
Esatto...le vostre risposte sono proprio le due alternative che mi frullavano nella testa... siete come le due metà della mia coscienza, l'angioletto e il diavoletto

per fare un esempio, in una saga come le cronache del ghiaccio e del fuoco, sarebbe un suicidio ripetere ogni volta le stesse cose, ma vale il discorso che, essendoci un filo conduttore, è indispensabile leggere i libri con un certo ordine, e quindi lo scrittore può dare per scontato che il lettore abbia già letto i volumi precedenti...

allo stesso modo (scusate se vado off-genere) se clive cussler in ogni volume non ripetesse le descrizioni di Dirk Pitt e compagnia, oppure dell'hangar dove vive, il lettore potrebbe incontrare delle difficoltà, perchè cmq ogni volume è autoconclusivo e ha una storia a se, e la scelta del primo da leggere potrebbe essere casuale...

alla fine penso che la scelta dipenda da quanto sono legati i diversi volumi...ma quando si ha una via di mezzo, cioè seguito indipendente, mi trovo in difficoltà [SM=x1263952]
[Modificato da ElRubioDoDragao 20/09/2011 00:56]

20/09/2011 08:12
 
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La saga del mio libro, di cui attualmente è edito solo il primo, è composta ipoteticamente da tre volumi tutti autoconclusivi, ma legati dallo stesso filo conduttore. Hai presente Harry Potter? Ecco, non c'entra nulla con il mio libro, ma la sostanza è quella. Volumi che raccontano storie a sé, ma strettamente legate tra loro.

In questo caso io ho optato per un prologo minimo -meno di 6000 battute, ovvero molto poco!- in cui viene narrato quanto accaduto nel primo libro (escamotage per renderlo "evocativo" ce ne sono a bizzeffe). Poi, mano a mano che procedo nella narrazione, riprendo le descrizioni riducendole al minimo indispensabile. Insomma, bisognerebbe saperle dosare il giusto da non annoiare chi già lo sa, ma da dare le giuste informazioni a chi non lo sa. Alla fine, dipende molto da come vedi tu l'intera saga... vuoi creare un insieme uniforme oppure vuoi svincolare i libri l'uno dall'altro?

Ti porto un altro esempio famoso, i romanzi della Bradley. Essendo per la maggior parte completamente svincolati tra loro a livello di "conclusività" lei ha dovuto riprendere ogni dettaglio in ogni libro, rendendo così ogni volume veramente indipendente dai precedenti. Tu vuoi che avvenga la stessa cosa, oppure preferiresti che il lettore veda il tuo scritto come un insieme più indissolubile che non il ciclo di Avalon?
[Modificato da ==Aredhel== 20/09/2011 08:16]


20/09/2011 10:16
 
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ALFIERE
Per me bastano degli accenni rapidi [SM=x1263925]
anche io dovrei fare un seguito a cui sto già lavorando mentalmente e luoghi e alcuni personaggi sono gli stessi, quindi dovrò combatterci anche io [SM=x1263925]
Mi limiterò a fare accenni rapidi senza rifermarmi per "innalzare lo stile"
Es: non scriverò più "il castello era cip e ciop..." ma "il castello cip"
--------
La-Dee-Daa
20/09/2011 12:54
 
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SCUDIERO
Credo che alla fine opterò per il consiglio di Aredhel...cioè il libro sarà indipendente, ma i personaggi non faranno altro che ripetere al lettore di andarsi a leggere anche il primo [SM=x1263924]

lo riempirò di messaggi subliminali hahahahah [SM=x1263951]

20/09/2011 15:44
 
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Doh, non ti ci mettere anche tu [SM=x1346003] Già la mia saga di cui ho completato 1 libro e mezzo è piena di messaggi subliminali che spingono a vedersi la filmografia di Orson Welles(e via col vento [SM=x1263925] )
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La-Dee-Daa
20/09/2011 17:58
 
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Allora... il mio punto di vista è questo, per quel poco che vale.

Domanda: si "devono" ripetere le descrizioni di ambienti e personaggi?
Assolutamene sì. Si deve proprio, ma proprio fare. Perché sennò io lettore non riesco a visualizzare niente, non riesco a immaginarmi né la persona, né l'ambiente con il quale dovrà necessariamente interagire... e se non visualizzo niente, non capisco niente. Se non capisco, mi snervo. Se mi snervo... non compro il libro terzo, e questa cosa decisamente non va bene!! [SM=g27988]

Solo che bisogna farlo con un certo criterio. [SM=x1263938]
Nel senso... dovresti trovare (questo è il bello, mica fare lo scrittore può essere sempre e solo una pacchia [SM=x1346003] ) un certo equilibrio fra le due cose, per venire incontro alle esigenze sia di chi ha letto il primo romanzo, sia di chi ha scelto di non farlo.
Raccontare secondo un punto di vista diverso può essere un buon metodo. Esempio banale: se nel primo libro hai descritto la scena della piccola Jillian che arriva nella grande e sporca metropoli di Vattelapesca per la prima volta e ne viene ovviamente sopraffatta, con tutti quei grandi palazzi giganteschi che la sovrastano, i clacson delle macchine che la intontiscono, l'aria piena di smog che le schianta i polmoni, eccetera, eccetera, la seconda volta, in caso tu abbia di nuovo necessità di ambientare a Vattelapesca, potresti assecondare invece il punto di vista di un barbone avvinazzato che brancola per quartieri che gli sono familiari come le sue tasche... la descrizione cambierà di conseguenza di registro, diventerà una cosa completamente nuova, perché per forza di cose il vagabondo si focalizzerà su aspetti del tutto diversi, rispetto alla piccola Jillian (lui baderà... che so, magari a quella particolare famiglia di ratti che ingrassa accanto alle grata del suo tombino preferito.. alle scatole di pizza rancida accatastate nel vicolo accanto alla pizzeria dove dorme di notte...cose così) sempre di Vattelapesca staremo parlando, ma per i tuoi lettori, vecchi e nuovi, annoiarsi sarà difficile, perché non si tratterà di una "ripetizione"... sarà un naturalissimo "aggiungersi" di informazioni.

Stessa roba per i personaggi: delinea i tratti essenziali, focalizzati sugli aspetti primari, e cerca di presentarli ogni volta sotto una luce e un'ottica differenti...

Questa, ovviamente, è solo una delle circa duemila "tecniche" possibili.

Ripetersi non va mai bene... ma nemmeno lasciare il povero lettore a brancolare nel buio... [SM=g27987]



"All along, I was searching for my Lenore,
In the words of Mr. Edgar Allan Poe.
Now I'm sober and nevermore
Will the raven come to bother me at home?"

Kremlin dusk - Utada Hikaru

"Tu credi che questo sia stato difficile? La verità ti spezzerà il cuore."
(Lady Sophie di Nessun Dove - "La Chiave del Caos")







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VALLETTO
Le tecniche sono diverse.
Se il secondo libro è strettamente connesso alle vicende del primo, allora vale la pena di riassumerle in una breve introduzione.
Se invece quanto è accaduto nel primo ha una qualche influenza su uno o più dei personaggi del secondo, vi si può accennare nel corso della storia, con un breve riferimento.
Se ad esempio il protagonista ha acquisito esperienze di guaritore nel primo libro, se nel secondo le mette in pratica si può introdurre un riferimento "soft" del tipo:
"Mettendo in pratica quanto Aife, il suo maestro di erboristeria, gli aveva insegnato molti anni fa quando, novizio nel monastero di .... aveva imparato le arti di guaritore, applicò un'impacco di arnica sulla caviglia dell'amico".
In questo modo il riferimento al suo passato caratterizza meglio il personaggio principale e magari si invoglia chi non ha letto il primo libro ad acquistarlo.
Auguri, spero di leggere presto il tuo libro.

Claudio Nebbia
email:phog@hotmail.it
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