Perché scrivere

“Perché scrivi?” Chiede il grandino.
“Non lo so.” Risponde il bambino.
“Ma allora perché continui scrivendo,
se il tempo per studiare sta già svanendo?”
“Una cosa è certa:
scrivere favorisce lo sviluppo della tematica aperta.”
Il grandino fraintende e ribatte: “E la matematica?
Non è forse più importante della grammatica?”
Il bambino storce il nasino. “La grammatica è noiosa
e la matematica ancora più oziosa.”
“Ma da grande cosa farai,
se nella scuola impegnato non ti sarai?”
“Se mai un adulto diventerò,
lo scrittore farò!”
“Se solo uno scrittore sarai,
nella spazzatura mangerai
e sul marciapiede da vivere prenderai.”
Il bambino non risponde,
allora il grandino tuona con il fragore delle onde:
“Fossi in te, questa strada non prenderei,
perché altrimenti molto sciocco sarei.
La vita è ingiusta, o non lo sai?
Beh, in questo caso, allora molto da soffrire avrai.”
Il bambino volentieri avrebbe pianto,
ma poi vede levarsi il nebbioso manto
che il segreto nasconde da così tanto
e la risposta sa come d'incanto:
“Scrivo nella speranza che il mio mondo,
ora piatto su un foglio
e appeso a uno scoglio,
un giorno diverrà a tutto tondo.
Perché un giorno, vedrai verrà,
quando questo mondo,
ora ubriaco e moribondo,
in pace e amore vivrà.”
Il grandino sghignazza. “Se questo mondo vuoi cambiare,
allora dovrai darti da fare,
smettere di gingillare
e alle tue fantasie per sempre rinunciare.”
Il bambino sorride dolcemente. “Un giorno ti dimostrerò,
che il mondo salvare potrò.
E se voler scrivere
significa dover combattere,
allora non vi sarà cavaliere
che eguaglierà mai il mio potere.”


Stavo ascoltando il "Roxas theme", quando, all'improvviso, la mia mano destra ha cominciato a scrivere.