L’essere si fermò a poca distanza dal suo
albero, si guardò attorno e per un lungo istante non si
mosse, poi riprese la sua marcia uscendo dal bosco.
Il guerriero rimase immobile sul suo albero e dopo un po’
rilassò i muscoli. Maledisse il suo amico che si era
cacciato in una situazione alquanto rischiosa.
La sua mente si tormentò a lungo sulla natura dell’essere
che aveva intravisto, ma ben presto si rese conto che era
inutile porsi delle domande che sarebbero rimaste,
almeno per quella notte, senza risposta. Chiuse gli occhi
e lentamente il torpore lo avvolse. Poco prima di
addormentarsi un rauco unulato si levò nella notte
facendo accapponare la pelle dell’avventuriero e
strappandolo dal dormiveglia. Sospirando cercò di
riaddormentarsi, ma passò molto tempo prima che i suoi
sensi si sopissero in un sonno agitato.
L’alba arrivò troppo presto e Baymir aprì gli occhi
indolenziti. Guardò gli alberi attorno a sé, poi fece per
alzarsi e la corda glielo impedì. Sciolse il nodo e scese
dall’albero. Sistemò lo zaino e se lo gettò in spalla, poi
lasciò la foresta diretto verso le antiche mura della
fortezza di Rushar.
Raggiunte le massicce porte in legno il guerriero si mise
in cerca di un segno del passaggio di Rasty. Non ci volle
molto, poiché sopra una delle pietre trovò incisa una y,
uno dei simboli usati dal suo amico.. Sul volto del
guerriero comparve un cipiglio di determinazione e varcò
la grande porta. La luce che filtrava dalle alte finestre
illuminava la sala dell’antica fortezza. Un uccello volò via
facendo sobbalzare il guerriero che, prudentemente,
sguainò la spada.
Il suo sguardo esplorava la grande stanza spoglia , tre
porte si aprivano sul lato sinistro e due sul lato destro,
una scala a vista saliva ai piani superiori, un passaggio
attraversava la grande sala ad una decina di braccia di
altezza.
Baymir esaminò il muro accanto alla scala, ma non trovò
alcun segno del passaggio del suo amico, si diresse
allora verso la porta sulla sua sinistra, una scala
scendeva verso una sala più bassa, sul montante vi trovò
incisa la y, proseguì guardingo fino alla porta successiva
due scalini salivano verso un’altra sala, anche questo
passaggio era stato contrassegnato con la y. Si diresse
verso la terza porta, una scala scendeva, probabilmente
un altro accesso alla sala della prima porta. Il guerriero si
spostò dunque verso l’altro lato ed esaminò la porta più
distante dalla scala. Conduceva ad una sala ingombra di
pezzi dl legno , tessuti ed altre cose che emanavano un
odore marcescente. Anche su questo montante trovò il
segno del passaggio del suo amico. Decise allora di
entrare nella sala, il suo sguardo percorse le pareti, ma
non vi erano altre porte, decise allora di esaminare
l’ultima porta della sala principale ed anche su questa
trovò la y. Rasty aveva dunque esplorato tutto il piano
basso, ma non aveva mai salito la scala verso i piani
superiori. Il mistero della sua scomparsa doveva trovarsi
in una di quelle stanze.
Varcò la porta che aveva di fronte e si trovò in un ampia
stanza, alcune vecchie stoffe coperte di polvere
giacevano sul pavimento, dal camino il vento aveva
sollevato la fuliggine che aveva coperto con uno strato
grigio scuro tutta la stanza. Il guerriero stava per lasciare
la stanza quando vide in un angolo in ombra quello che
sembrava essere un passaggio. Si avvicinò guardingo e
scoprì che si trattava di un’apertura nel pavimento con
una scala in pietra che conduceva verso dei sotterranei.
Accese una torcia ed esaminò il passaggio, trovò la y
incisa sul muro vicino alla scala.
- Ti troverò – pensò. La fiducia lo pervase e scese gli
antichi scalini, si trovò in una grande sala quattro file di
colonne ne sostenevano il soffitto. Baymir vide qualcosa
sul pavimento in una posizione quasi centrale nella sala.
Con la torcia e la spada pronte a colpire si avvicinò
all’oggetto misterioso. Non si trattava di un oggetto, ma di
un animale, una specie di millepiedi delle dimensioni di
una pecora. Era stato colpito da qualcosa di affilato ed il
suo corpo era avvolticciolato su sé stesso. Proseguì
prudente la sua esplorazione della stanza trovando un
altro cadavere di millepiedi. Si convinse che ci doveva
essere un passaggio verso altre sale ed incominciò a
cercarlo. Lo trovò nella parete di sinistra rispetto alla
scala dalla quale era arrivato. Si trattava di uno stretto
corridoio che si perdeva nell’oscurità. La y era stata
incisa sul muro di destra.
Tenendo alta la torcia iniziò a percorrerlo, ma dopo pochi
passi il corridoio si ramificava in tre direzioni diverse. A
sinistra si trovava una scala e sul muro era tracciata la y,
nelle altre due direzioni non vi erano segni.
-continua-