Canzone

In una terra remota,
avvolta da bruma
vi era una bellezza incantata
splendente come Sole, eterea come Luna.
Tra boschi rigogliosi e impetuose cascate
tra campi ricoperti di campanule dorate
di gigli bianchi e viole delicate
lei dolcemente cantava, avvolta da vesti argentate.

Vagando per lidi e per passi montani,
per paesi sconosciuti e luoghi lontani
ei giunse nel bosco, il bello straniero
dal nobil portamento, gentile e fiero.
Vide da lungi mentre riposava
un bagliore perlaceo che la foresta emanava
e udì una voce cantare dolcemente
e piedi leggeri avanzare lentamente.

Come ombra veloce nel bosco di notte
il giovane inseguì il miraggio fra alberi e grotte
finchè non giunse ai piedi di una cascata
e si aggrappò saldamente alla veste argentata.
La dolce creatura guardò il suo viso
stanco e affannato, livido e liso,
e subito stupita rimase ferma ad osservarlo
mentre già in cuor suo cominciava ad amarlo.

Lui felice e stupito la strinse timoroso
lottando contro il tempo che scorreva ingiurioso,
l'ammirò allungo accarezzandole i riccioli corvini
e la pelle diafana dai tratti fini.
Kore aveva nome la graiosa dama
assai conosciuta della sua bellezza la fama,
figlia di elfo e di creatura divina
viveva presso la cascata,squillante e argentina.

Passarono anni fra inverni e primavere
e il giovane sempre tornava a vedere
la danza incantata di Kore la Bella
al raggio di sole, al lume di stella.
Altre stagioni vennero e andarono
e i due innamorati a primavera si sposarono,
felici e gai furono per loro gli anni
finchè del male non giunsero gli inganni.

Mentre Kore cantava presso la cascata,
il marito giocava con la figlia appena nata
giunse un drago malefico, strisciando silenziosamente
e si avventò sulla fanciulla mordendola crudelmente.
Per giorni e per notti Kore la Bella
giacque nella foresta, come eclissata stella
nè morta nè viva, tenero fiore spiccato
che intatto rimane disteso sul prato.

Tremendo dolore accecò il cacciatore,
che per tutte le selve cercò l'assalitore
e trovatolo nel bosco intento ad incendiare
gli si fece incontro per poterlo ammazzare.
Al Padre Divino giurò di riportare
lo smeraldo sacro, se Egli lei gli voleva ridare
e a gran voce pronunciò il giuramento
sulla sua stessa vita, in caso di fallimento.

L'impresa volle la vita del valoroso,
che in vita era stato uomo glorioso
ma la promessa fatta fu portata a compimento
e Kore si risvegliò, in preda a dolore e tormento.
Sola e silenziosa si dipartì dalla cascata
dove per anni era stata allungo amata
mai più Fato volle che lei potesse tornare
nelle gaie contrade in cui amava tanto cantare.

Distesa su un letto di foglie boschive
col suo spirito volò oltre le mortali rive
a cercare da Morte il suo innamorato
perchè egli era a lei indissolubilmente legato.
E quando fu al cospetto di Morte,
signore tenebroso dei destini e della sorte
dinnanzi a lui intonò uno struggente lamento
trasportato per tutta la grotta dalle ali del vento.

Morte pregò affinchè le potesse ridare
l'unico uomo che lei era in grado di amare
e per quel servigio avrebbe dato
in cambio la sua vita, pur di riscattare quella del suo amato.
Pianse Morte, che è detto l'Impassibile,difronte ad un canto di bellezza simile
e si alzò dal trono per parlare con la creatura
la quale gli si gettò ai piedi senza timore e paura.

Il fato dei morti il Dio non poteva cambiare
si che il bel cacciatore indietro non potè tornare,
giacchè era morto per poter riscattare
l'anima di colei che solo poteva amare.
Ma Morte per Kora volle pregare
affinchè il suo dolore si potesse alleviare
e Dio diede due scelte alla giovane innamorata:
sulla terra tornare sola e addolorata, o lì restare assieme ella persona amata.

Kore lasciò il bosco e la cascata
in eterno restò con l'amato, nè è mai più ritornata
alle contrade in cui ora col pianto e colla guerra
si rimpiange la gemma più bella della terra.