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Bandlòr

Ultimo Aggiornamento: 15/01/2015 01:12
01/01/2015 13:43
 
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Chiedo venia per l'invadenza...

il fatto è che Aredhel non aggiorna da un po', il forum sonnacchia da oltre un anno, ed io mi sto annoiando.

Quindi, intanto mi prendo la libertà di aprire una discussione in uno spazio non mio, se poi qualcuno ha qualcosa da ridire la sopprimo...


cerco la pace tra le bombe
la vita tra le tombe
la luce tra le ombre
ma è la realtà che mi confonde
01/01/2015 13:59
 
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Ho pensato a lungo e con profonda intensità a come aprire quella che negli intenti doveva essere una “recensione” (perché, venendo da me, non può che essere fra virgolette…) di Bandlòr.
Dopo diversi tentativi insoddisfacenti, ho optato per vie traverse.

Avendo già usato la scusa che “tanto hanno già detto tutto gli altri….” Per Nytrya (che non ho commentato all’epoca…) ho risolto,

MINACCIANDO L’AUTORE!

“Guarda che, a natale, Bandlòr passerà sotto le mie grinfie…”.

La speranza era che, preso dal panico, il caro nano incredulo decidesse di ritirare dal mercato QUALUNQUE cosa mai scritta da lui (e da qualsiasi consanguineo fino a quindici generazioni passate…) e fuggisse terrorizzato. Magari optando per l’eremitaggio in una grotta sulle Ande, cibandosi di insetti e piccoli roditori per sopravvivere e accarezzando l’unica copia (manoscritta ovviamente…) rimasta del suo libro, ripetendo ossessivamente “tesssssssssssssoro”.

Sfortunatamente, devo avere sottovalutato la proverbiale testardaggine degli gnomi barbuti suoi simili.
Ed ora mi ritrovo qui, vincolato da una minaccia che è divenuta promessa, a dover parlare di qualcosa senza la minima idea sul da che cosa incominciare.

Perché, diciamo la verità, Bandlòr è UNA MERDA! Proprio come Nytrya. Il seguito ha solo confermato.

Fermi, disgraziati. Ringuainate i forconi…

Vi ricordo che stiamo parlando di recensioni. In un mondo giusto (quello in cui i cani come me dovrebbero starsene zitti e lasciar parlare chi ha cognizione di causa…) un libro andrebbe analizzato nei suoi aspetti tecnici da persone competenti, in grado di dire se forme e linguaggi sono adeguati, in grado di entrare nel merito della coerenza di trama o di sviluppo di personalità. Gente in grado di discernere ciò che è fatto bene da ciò che non lo è. In modo da lasciare al lettore solo la scelta fra quello che può piacere e quello che non interessa.

Le due cose dovrebbero essere disgiunte. La tecnica prima della pubblicazione, il gusto dopo, a discrezione del lettore.

In mezzo ci stanno i recensori, che dovrebbero, per sommi capi, mediare fra i due aspetti, in modo da AIUTARE il lettore nella scelta.

Prendiamo i grandi ad esempio.
Recensire Martin è facile: è un mostro (anche se, in un mondo giusto, sarebbe solo il termine di paragone…) scrive in maniera pressoché perfetta sotto ogni aspetto della narrazione, mette al mondo personaggi che sono vivi in tutto e per tutto. E tratta di un argomento estremamente specifico. Narra principalmente dell’aspetto politico e sociologico di una guerra a caso in ambito medievale.

A me non piace, tende ad annoiarmi e non riesco a ricordarmi tutti i nomi che cita.
Gusto personale. Chi è avvezzo a certi tipi di storie lo apprezza altri meno. Senza togliere una virgola alla grandezza dell’opera.

All’estremo opposto.
La Troisi: (ormai è obsoleto e liso dall’uso come esempio, ma so che Gimli apprezza, quindi…) scrive da schifo narrando di schifo. Situazioni contraddittorie, trame stiracchiate fra insensatezze varie, personaggi tristi e piatti. (POV buttati a caso, descrizioni orripilanti, infodump come piovesse, dialoghi insulsi che non derivano neanche a pregarli, e un’altra fila interminabile di “cose” che capirebbero in cinque…)

Può piacere lo stesso? Pare di sì, (sebbene non me ne capaciti…) ma piace NONOSTANTE. Ed anche questo è un fatto.

Di Bandlòr, come ne parli?

Prendiamo i personaggi???
Ci sono quattro cretini in giro per campi… no! Spetta. Quella è la trama di Nytrya…
Ci sono sei cretini in giro per campi.

Uno è un nano con un carattere pessimo anche per un nano. Ha un’ascia “a doppio taglio” e un evidente odio per i manufatti in legno. (che gli avranno mai fatto poi…) Lo scopo della sua esistenza è di farsi trascinare, di imboscata in zuffa, alla ricerca del modo per restaurare il suo impero caduto. È anche l’unico a non prendersela a morte quando, dopo che il druido ha manifestamente sfruttato la compagnia per due libri, perseguendo i suoi scopi, svela a tutti che STA PERSEGUENDO I SUOI SCOPI. (che alla fin fine, coincidono con quelli degli altri. Più o meno…)

Il druido che se lo porta al guinzaglio ha un carattere pessimo anche per un nano, un bastone probabilmente di adamantio, visto che non si è ancora nemmeno scheggiato nonostante la quantità smodata di randellate che dispensa a destra e a manca, e un’avversione patologica verso il buon cibo. Ha anche una fede che gli impedisce di uccidere, (sfingi escluse…) ma non di sfidare lo stregone avversario. È vero che la precedente capatina nelle segrete ha dimostrato chiaramente che, sebbene le palle di fuoco possano lanciare per aria un manipolo di guardie come birilli, non sono MAI letali, ma magari optare per il solletico in quel frangente non sarebbe stato fuori luogo. Sai mai che la situazione gli sfugga di mano…

Ad accompagnare i due c’è un umano, con un carattere pessimo anche per un nano, ma solo quando è sobrio, che decide di mandare a donnine in abiti succinti (cit.) il suo grado militare, il retaggio della sua famiglia e, in generale, tutto quello in cui ha sempre creduto, perché l’amiketto d’infanzia l’ha sfruttato per arrampicare socialmente (???). Dopo averlo (forse?) ucciso in preda alla sacra ira dei giusti, si trova a chiedersi “e adesso???” grattandosi la testa con espressione perplessa.
Visto che le uniche due alternative erano “insabbia, succedi a tuo zio moribondo e raddrizza i torti del regno da imperatore” e “metti nei casini tua madre fuggendo in esilio da traditore, assieme ad un evaso che fino a due ore prima ha fatto di tutto per ammazzarti”, la decisione è, ovviamente, prendere in consegna un’arma maledetta (ma solo per un libro e mezzo, perché poi, nonostante frecce esplosive scagliate a dieci centimetri dai compagni, nessuno si ferisce ma manco per niente…) ed impegnare il resto della vita a farsi insultare da qualunque essere vivente sulla faccia del pianeta…

A seguire, si uniranno al trio:
Un draconico con un carattere pessimo anche per un nano, con un’abilità in combattimento pari solo alla sua predisposizione naturale per fare casino, e probabilmente imparentato con qualunque essere anche solo lontanamente senziente mai esistito sul pianeta, visto quant’è imbastardata la sua linea di sangue.
Il suo lato positivo è che ha l’unico nome vagamene pronunciabile di tutta la saga…

Un debosciato dalle orecchie a punta (cit.) con un carattere pessimo, punto. (almeno lui, non si comporta da nano. Non tanto spesso almeno…) il cui scopo nella storia è quello di far chiedere al lettore quando qualcuno si deciderà finalmente a tagliargli la gola da un orecchio all’altro. Salvo poi ricredersi nel rendersi conto che gli elfi, per loro natura, hanno orecchie piuttosto ingombranti, quindi lo spazio libero fra le due non sarebbe probabilmente sufficiente da permettere una ferita letale…

Ed una “cosa” (con un corpo di donna attorno, direbbero alcuni dei succitati…) il cui nome viene pronunciato forse tre volte in tutto, ma alla quale ci si riferisce con graziosi epiteti quali “stronza” o “puttana”. Nomignoli peraltro meritati considerando il suo carattere, pessimo anche per un nano…
Anziché tenere il broncio perché tutti ti hanno abbandonata e la vita è uno schifo, fossi in te qualche domanda me la porrei…

Insomma, una compagnia di “eroi” composta da un bulletto megalomane, un ipocrita, un alcolista ed un alcolizzato con tendenze suicide, una sociopatica e un… ??? un ELFO (non credo ci sia un termine più infamante atto a descriverlo…) che hanno come massima ambizione nella vita quello di trovare modo di insultarsi a vicenda. L’unica spiegazione possibile per cui essi si ostinino a viaggiare assieme, è che DIO LO VUOLE!!!!!!!!. Però, nessuno di loro porta una croce sul petto o una scatola da panettone in testa, quindi mi sa che la colpa è dell’autore…

Questo sarebbe il modo più oggettivo possibile per descriverli almeno, ma non fornirebbe neanche lontanamente il quadro generale. Bisognerebbe spiegare che il branco di mentecatti non sono esattamente tali, ma si comportano solo come tali. Bisognerebbe parlare di orgoglio nanesco ed affezione per la patria avita, di desiderio di libertà e di rivalsa. Di limiti di sopportazione umana e di capacità di redimersi. Di onore e rispetto guadagnati (per inciso, Jarl non può semplicemente decidere che ha svolto l’incarico per cui l’hanno pagato ed andarsene. Ti ricordo che ha PROMESSO sulla memoria del fratello che avrebbe fatto sedere Thorengreim sul trono di Khaemir…)
Bisognerebbe dire di come un lutto di trecento anni prima possa spingere un elfo a tramortire un boia per prenderne il posto, o di come un “semplice” arco possa divenire il fulcro centrale nel cambiamento di un’intera natura psicologica. Di come un tatuaggio possa simboleggiare tanto una colpa da portare quanto una rivalsa personale sopra il pregiudizio, o di come una promessa di puro gusto narrativo possa, dopo oltre trecento pagine, rivelarsi tanto incisiva nell’evoluzione del racconto (ed essere tanto gestita male. Questa volta per davvero. Ma di orialco nero ne parliamo dopo…)

Il punto è: sono un branco di idioti, ma OGNI SINGOLA idiozia che compiono, attuano o pensano deriva DIRETTAMENTE ed in maniera univoca da un background costruito ad arte che lo giustifica (a proposito: sono due libri che tiri per le lunghe con la storia della moglie del nano. Ti consiglierei di dare spiegazioni al riguardo il prima possibile, perché se “un lettore a caso” decidesse di linciarti per esasperazione PRIMA che tu prenda volontariamente in considerazione di farlo, sarebbe controproducente per entrambi….). Che, sebbene i comportamenti di tutti si mischino in continuazione rendendo alquanto confusa la caratterizzazione di uno piuttosto che l’altro, ogni singolo gesto uguale ha motivazioni diverse e riconoscibili che rendono identificabile la singolarità dell’individuo. Che non solo le varie storie personali giustificano le azioni, ma vale il contrario in quanto, andando a sommarsi, i diversi aneddoti GENERANO il contesto, spiegando di riflesso non solo i personaggi, ma anche tutto il mondo che ruota attorno a loro.

E che in più (cosa molto difficile da trovare o da ottenere, ed in quanto tale molto gradita, per cui vale la pena di innalzare un plauso a Federico…) ogni storia personale non è un evento finito, chiuso nel passato, ma una ferita aperta nella psicologia dei personaggi, che lascia strascichi anche nella linea temporale del presente, a volte andando lentamente a guarire, altre volte infettandosi e creando cancrene di cui tutto il gruppo risente, e che questo processo è ne più ne meno che l’intelaiatura portante su cui si regge la trama.

Diventa lapalissiano che una cosa del genere è irrecensibile.
Ci si può fare una tesi sopra, o si può riassumere in un “bello” che ha valore di caratteri sprecati, ma cercare di spiegarlo (magari in modo sintetico, direte voi….) è come cercare di mettere un leone nel marsupio di un canguro. Quindi, o mi metto a recensire in formato .rar, o non si può fare.

Parlare della trama, è lo stesso dannatissimo problema.

La versione oggettiva è molto semplice:
ci sono prima tre, poi quattro, ed alla fine sei rincoglioniti che vanno a litigare da qualche parte. Per non far calare troppo la tensione narrativa, di solito nella “qualche parte” in questione c’è qualcuno che, così ad cazzum, scatena una rissa, o una guerra, o un’altra situazione equivalete in cui servono bastoni affilati e sprezzo per la vita. Una volta ripulita l’area, e randellati tutti i mob necessari per salire di livello, si sbloccano le abilità guadagnare (spesso sotto forma di armi particolari o di membri del party di grado elevato…) e si termina il livello.

Normalmente, questo non implica un numero di pagine tali da comporne un libro. A me sembra di immaginarmelo. Gimli, con un pad a forma di penna in mano, che osserva la schermata di caricamento sul foglio bianco…

La soluzione generica è di usare un espediente (leggasi “druido”…) per passare ad una nuova area (che come in ogni buon hack'n'slash, non c’entra all’incirca un accidenti con la precedente…) e ricominciare.
YEAHHHH!!!!!!!

Questo in Nytrya, dove qualcosa che assomigliava ad una trama di fondo c’era (circa…). In Bandlòr, si è deciso di abbandonare la classica turnazione con ATB no, quella è un altra cosa… il classico “viaggio del gruppo in terre lontane” per un più tranquillo “non facciamo succedere in cazzo”.

No, davvero. Nella trama di Bandlòr, non succede niente. Thorengreim non trova altri alleati, Atlantide non se ne va affanculo da sola, il Tremerys continua a non dare spiegazioni (anche se fa finta… dimmi un po’: ma se ridotto com’era, il druido era in grado di ghiacciare un fiume o di trasformare un lago in un pattinodromo, adesso? Può annichilire le mille isole da solo? E perché non l’ha fatto prima???) e sostanzialmente gli altri non smettono di litigare e basta. Il gruppo si sposta a velocità warp all’inizio del libro e non si muove praticamente più fin quasi alla fine. Qualche cattivo minore manco mai nominato prima muore, uno del gruppo forse muore ma probabilmente no, ed entra un nuovo personaggio in campo che stava bene dove sarebbe andata senza influenze esterne.

Gli unici eventi degni di nota per l’avanzamento di trama sono relegati a una manciata di capitoletti di passaggio dove si fa la conoscenza di Hanebis. Ma si, dai. Due parole per lui spendiamole…

Il caro patriarca del culto di Thel è uno stronzo. Questo non dovrebbe stupire nessuno ormai, visto che lo sono tutti, ma lui è di quelli cattivi. Probabilmente, sarà il gran cattivo dello scontro finale (ma anche no…)
Fortunatamente, lui è un personaggio originale che esce dai cliché (sapete no? Il nano incazzoso, l’umano con le turbe esistenziali, il mago che sa più di quanto non dica, la stronza che se la tiene…) infatti, non ha niente in comune con Saruman e Grima.

Lui NON E’ mago, perché è stato espulso dalla scuola di magia da giovane. Probabilmente perché invece di seguire le lezioni giocava con le biglie. Lui NON VUOLE il potere spingendosi fino al punto di sobillare un monarca malato, sul punto di morte, incapace di opporre resistenza, con l’intento di succedergli. Lui NON SI TROVERA’ fra i piedi una vera maga, decisamente più indicata di lui per presiedere il bianco cons… succedere al fratello alla quale dover fare le scarpe (no. Zhenobia con barba e pipa in bocca, alla guida di un carretto, non è una bella immagine. Ne convengo…)

Alla fine dei conti, tutto si riduce alla preparazione di una guerra civile cappeggiata dai due stregoni Istari, e abbiamo finito con la trama…

Il problema è che poi salta fuori un Arphax così, come un coniglio dal cilindro del prestigiatore, e a te viene da domandarti quanta casualità ci sia negli eventi legati alla miniera di Nytrya. (al riguardo, credo che l’autore sia andato a cacciarsi in un bel vespaio. Perché, se Myrddion ha VERAMENTE scelto di propria iniziativa di dare inizio al tutto, la cosa non può che essere vista come “pigrizia letteraria”, e sminchierebbe completamente il ruolo dei druidi come burattinai. Però gli eventi inerenti la miniera li conosciamo per esteso, e mi viene il mal di testa a pensare a come giustificherei io un intervento esterno mirato alla manipolazione in uno spazio di manovra così ristretto. Bhè, in fondo sono problemi tuoi. Tanti auguri…)

E questo è solo uno degli esempi al riguardo, ma si potrebbe farne altri venti (quattordici in realtà…) con altrettanta forza narrativa, in grado di gettare nuove ombre su eventi vecchi. Dalle driadi ai guanti d’arme ai bastoni da druido ai maestri d’arme e via dicendo.

Sono tutti ottimi? No.

I cacciamaghi ad esempio, sono gestiti da cane.
Se ne parla come del mostro nero (non allegorico, mi riferisco proprio a Rose…) della frontiera. Gente che caccia da sola, che non ama radunarsi in gruppo (si, so che l’ho appena detto, ma è importante…) e i cui membri, presi SINGOLARMENTE sono in grado di sconfiggere I MAGHI, al punto non solo di eliminare quasi completamente i druidi (se fossero, ad esempio, refrattari alla magia come i nani, questo potrebbe essere giustificato. I druidi sono i maghi puri della frontiera, secondo classificazione di D&D…) ma di annichilire anche gli ordini di chierici guerrieri come quello del padre di Jarl ad esempio (almeno credo. Difficile immaginare un draconico senza una spada stile buster sword di Cloud…) o di “sottomettere” (e le virgolette ci sono per una ragione…) quasi l’intera casta delle evocatrici (ma non gli hanno insegnato che le cose, o si fanno bene, o non si fanno???)

Insomma, dei cazzutissimi ninja assissini stile Ryu Hayabusa. E ne fanno fuori DICIOTTO in TRE??? (diciassette in due sarebbe ancora peggio, ma immagino che Thorengreim si limiti ad uno per ribadire che “hanno un’aura potentissima”. Magari però, se si fosse evitato di farne uccidere otto,5 ad un debosciato, l’effetto sarebbe stato lo stesso…)

Oppure, c’è tutto il discorso riguardante la magia e l’orialco nero:

i nani sono immuni alla magia (tranne alcuni casi anomali che al momento non ci interessano…) infatti, Thorengreim si becca una palla di fuoco nei denti e non riesce nemmeno a scaldarsi il thè. Addirittura, per poter utilizzare una semplice runa di teletrasporto, ha bisogno della collanina di orialco nero (e allora vedi che le cose te le ricordi quando vuoi? Poi non lamentarti se ti mandano affanculo nel momento stesso in cui parli di cuore cordoglio…) comprata dall’ambulante a cinque euro. (collanina che NON AVEVA però quando ha oltrepassato il portale del nido dei draghi, o quando si è sottoposto alla prova d’intenti nella capitale draconica. Una guerra fra nani e bestiacce squamose non è mai neanche stata presa in considerazione???)

però, l’orialco nero sembra INIBIRE la magia, tant’è che è il mezzo con cui si abbatte lo scudo del tempio, e ne è riprova il fatto che i cacciamaghi lo usino come metallo per le loro armi. Però, gli stregoni dell’orda lo usano come CATALIZZATORE. Quindi, o i cacciamaghi sono stupidi e si portano dietro oggetti in grado di aumentare la pericolosità delle proprie prede, o sono stupidi gli orchi che limitano di ordini di grandezza la loro efficacia nei duelli di magia. (Oppure, c’è una logica complessa dietro che mi aspetto di vedere enunciata nel seguito…)

Ma soprassediamo e torniamo alla magia. La quale ha una lunga e reiterata spiegazione teologica (peraltro, molto carina…) ma HA ANCHE un impatto fisico (Tremerys ci accende il fuoco, non mi ricordo chi legge nella mente al nano interpretandone i tracciati neurali, un po’ tutti sbattono “addestraeammanca” Jarl, nonostante anche lui abbia sangue nanico, e così via….)

sostanzialmente, parlando di fisica, la magia è un modo come un altro per sfruttare un potenziale energetico. Ciò implica che una palla di fuoco generata, dalla magia o meno, E’ una palla di fuoco a tutti gli effetti, esistente nella sua totalità nel piano in cui è stata evocata. Quindi, INDIPENDENTEMENTE dalle sue origini, se colpisce un nano, lo svampa. L’orialco nero non è contemplato…

Ma soprassediamo anche su questo (meglio. Diciamo che l’autore può ancora intervenire al riguardo e le mie sono solo illazioni non dimostrate…) e torniamo alla palla di fuoco:

Thorengreim è nano, ed in quanto tale è immune. Quindi non si svampa. Ovviamente, si sarà liberato della collanina di orialco nero, perché sennò l’avrebbe reso permeabile alla magia e si sarebbe svampato. Quindi il nano, non possiede orialco nero.

Però, l’ascia che il nano TIENE IN PUGNO, ha proprietà magiche direttamente attive su di lui. (Cuore Cordoglio: the ultimate gear second simulator! Scarica anche tu l’app sul tuo telefono! Ai primi cinquanta fortunati, un defibrillatore industriale ed una fornitura di eparina in omaggio…) e può essere così solo, e proprio perché, è forgiata con una componente di orialco nero il lega.

Quindi? O l’orialco funziona, e come dimostra la teoria, il nano si svampa. O non funziona, come dimostrato empiricamente, e l’infarto viene all’ascia.

…Ma (in riferimento alla domanda “sono tutti ottimi?” che c’è un quindicinillemmilasettordicivirgolanove righe fa…) seppur con alcuni problemi (decisamente minori.) e tante ombre ancora da svelare (che non è affatto un male, visto che la storia è ancora incompiuta. Altro discorso se ne rimarranno alla fine, ma per ora è presto. Rimaniamo in sospeso, finché Ragnarok non giunga…) il mondo creato è veramente notevole, ricco di dettagli e di (soprattutto) coerenza, le civiltà ben costruite (copiare di sana pianta dai libri di storia aiuta non poco. Magari “adattare” un minimo non guasterebbe però…) e nel complesso si ha la sensazione di vivere in un ambientazione fin troppo grande per la storia in se (anche questo è un pregio. Fare le cose su misura non dà lo stesso effetto di “realtà”…)

Le uniche note stonate al riguardo che mi hanno (minimamente) pesato sono che la storyline generalmente è poco connessa al mondo in sé. Concentrandosi molto sui personaggi e le loro dinamiche, si ha l’impressione che l’ambientazione non sia rilevante, che la stessa storia si sarebbe potuta svolgere ovunque alle stesso modo (rispettandone i presupposti ovviamente…) svilendo così, in un certo senso, lo splendido lavoro di word building svolto, e che il mondo geografico, pare troppo piccolo per contenere il mondo narrativo, con un gran numero di regni autonomi troppo vicini l’uno all’altro ed un senso troppo reale di caos da una parte, e troppo favolistico di “autarchia sociale” dall’altro.

E quindi, nope! Neanche da qui si potrebbe tirarne fuori una recensione decente, perché, o ti limiti al “leggetelo, ne vale la pena”, il ché sarebbe troppo sintetico (e come avrete notato, tu, che sei arrivato a leggere fin qui, e loro due che hanno scorso il testo e a cui è caduto l’occhio su questa parentesi, io e la sintesi non andiamo molto d’accordo. Non sono mica un alchimista!) e non varrebbe nulla come misura per il lavoro del Galdi (che se si monta la testa per questo e mi diventa poeta, perde un lettore…)
o ti affidi al gusto personale e te ne esci con “leggitelo e giudica da solo” che mi renderebbe un “recensore” (sempre fra virgolette…) quantomeno pessimo.

E quindi? Direte voi (ma più probabilmente TU, così stoico da continuare a leggere le mie scempiaggini… Vabbè. Facciamo che lo dico io, tanto ormai, è un soliloquio…) visto che non si può discutere sul “cosa” scrive, parliamo del “come”.

Grazie. Ma farvi i fatti vostri mai???

Come potrà mai scrivere? Siamo in piena era della “globalizzazione” (immagino si intenda che, anziché scannarsi col vicino o col villaggio accanto per il pascolo migliore dove condurre le pecore come una volta, ora siamo liberi di lanciarci missili a vicenda da una parte all’altra del globo solo comandando un drone. Ha, meraviglia delle vette raggiunte dai miei simili…) scriverà pure lui con un accidenti di computer. (termine arcaico, mi rendo conto, ma sapete come sono gli autori. Così legati alle tradizioni, ancora a rompersi i coglioni per un poco di carta ed inchiostro…)

Anche perché, non si spiegherebbe altrimenti la quantità IMBARAZZANTE di refusi contenuti nel libro. Non parlo solo di errori di battitura. Quelli ogni tanto ci scappano, e vabbè. (vabbè un accidenti. È solo che poi mi si ingarbuglia il pensiero…) ma ci sono INTERE COSTRUZIONI DI FRASE smezzate e riscritte che restano lì in bilico. Come la mano scheletrica del morto sotterrato di fretta.

La china si assorbiva con la sabbia, o veniva grattata via con le lamette, l’inchiostro si cancellava o ci si tirava una riga e si andava avanti. In Bandlòr però non ho visto ne buchi ne cancellature, quindi deve essere per forza frutto di una tastiera.

Compare, ti assicuro che ho apprezzato molto il modo in cui hai cercato di cambiare le forme passive in attive e di togliere i giri di parole che spezzavano il ritmo di lettura, ma se ti avanzano cinque minuti la prossima volta, magari rileggi anche quello che scrivi… (si, so, è cattiveria gratuita e immeritata. Mi toccherà Gale in sposa…)

Stavamo dicendo? Ah, sì. Come scrive…
Credo bisognerebbe iniziare da due presupposti basilari:

1) un volta tanto, non sfrangerò i sentimenti parlando di “tecnica narrativa base”. Perché oggettivamente Bandlòr, come Nytrya prima di lui, è scritto BENE. (e, spero che Federico se ne renda conto, questo lo pone al di sopra di una larga fetta di autori. Non solo nostrani e non solo contemporanei…) quindi, tutto quello che seguirà al riguardo è da intendersi come “sfumatura”. Siamo ad un altro livello rispetto alla “recensione media”, ed è importante che ci si intenda nella giusta ottica.

2) Il nostro nano astemio preferito (no, non è Thorengreim…) se ne è uscito in più di un occasione con frasi sul genere “sono bravo. So di esserlo.” Ecco. Al riguardo non sono d’accordo…

Se dovessi riassumere in una parola il modo di scrivere di Federico (Dio me ne scampi. Riassumere. Brrrrr…) lo definirei “eccessivo.”

Non c’è un dialogo in cui le persone parlino e basta. Il senso è sempre da ricercarlo fra battute, frecciatine e sarcasmo. Le descrizioni hanno sempre quelle due parole in più che devono dare il senso comico o grottesco, persino la narrazione pura è inframezzata di commenti che dovrebbero risultare ironici (no, niente esempi. Dovrei citare testualmente, e non ho voglia di andarmi a cercare i passaggi…)

Arriviamo addirittura al punto di inserire parentesi (che dite? Dovrei evitare?) per metterci il commentino da ridere (commenti che poi, per buona parte potrebbero starsene tranquillamente come subordinate della frase. Quelle poche che hanno valore di informativa, di solito si possono mostrare poco dopo senza bisogno di parentesi.)

In almeno un paio di punti, IL CANE, addirittura abbandona la soggettiva per passare al narratore esterno, e dimostrarci così che pure lui, al pari dei suoi personaggi, è munito di senso comico e sarcastico.

Ci sono intere scene, già comiche di per se o che negli intenti dovevano avere valore drammatico, che vengono completamente sminchiate dal suo dover far ridere a tutti i costi.
Ci sono parti narrative con valore di presupposto, in cui vengono spiegate meccaniche del mondo o presentati personaggi o eventi, che perdono di tensione (o di significato, a volte…) perché gli deve per forza incoconare dentro la stupidaggine che manco con lo scovolo ce la fai stare.

Tendenzialmente, la lettura scorre fluida, ma c’è sempre, costantemente, il vago sentore che lui deva fare lo splendido. E no. Questo NON AIUTA ad immedesimarsi…

Lo accetti un consiglio? Smettila di voler dimostrare a tutti i costi di essere divertente e limitati ad esserlo.

L’unica parte che si salva da questo scempio sono i combattimenti. Probabilmente perché sono già pessimi di per sé, quindi non serviva rovinarli in post-produzione.

Spiegami un poco: per tutto l’arco della narrazione scrivi in modo piano. Con frasi brevi, mono concettuali, chiare e comprensibili che perfino gli imbecilli come me riescono a seguire la storia,
e poi mi fai combattimenti con frasi da quattro righe, con dentro due subordinate che ci vuole la bombola d’ossigeno per leggerle?

Cito testualmente, da un combattimento a caso, trovato aprendo una pagina a caso (non è vero, ho cercato una parte funzionale all’esempio in un posto dove sapevo di trovarla. Da quand’è che siete diventati così pedanti?):

“…vide il cacciamaghi avventarsi su di lui con la spada alzata, pronta a calare in un fendente. Il nano si abbassò, serrando al contempo le mani sul manico dell’ascia, e colpì l’assalitore al ventre, mentre il battito del suo cuore cominciava ad accelerare. Ci fu uno scoppio di scintille verdi e…”

Servono una ventina di secondi per leggere di UN SINGOLO scambio di colpi che ne richiede una frazione. Il “bullet time” è fico, sta bene in alcune parti, ed io lo adoro, ma non puoi fare OGNI SINGOLO momento di OGNI SINGOLO scontro così. Oltre a spezzare il ritmo, rompe le palle!

“Thorengreim si abbassò. La spada sibilò sopra la sua testa, e il nano affondò l’ascia nel ventre dell’altro.” pareva tanto brutto?

Altro punto dolente dei combattimenti, è che saremmo in tre, fra i lettori di Fantasy, a capire che cazzo stai scrivendo. (considera che due siamo tu ed io, e fatti i tuoi conti…)

La correttezza tecnica, non è un valore in se. È FUNZIONALE a rendere chiara una situazione, ed ha valore solo se serve allo scopo.
“ammaina la vela di trinchetto”, ad esempio, vuol dire “piega il pezzo di stoffa che sta sull’albero davanti”. Facci caso, in quasi ogni libro in cui c’è una vela di trinchetto da ammainare, c’è uno che non sa un accidenti di “barche” (nave! Non barca…), a cui qualcun altro deve dire “quella là, imbecille”.

Magari quindi, se invece di mettersi in “posta dente di cinghiale” qualcuno dei tuoi si decidesse a “bilanciare il peso sul piede davanti, abbassando la spada fra le gambe” (si, mi rendo conto che è orribile…) magari anche noi che viviamo nel ventunesimo secolo riusciremmo a capire che stai dicendo. Non ti pare?

…ed anche in questo caso, sto concimando un campo che è già pronto per il raccolto. Perché nonostante tutte le mie critiche-da-scrittore-navigato-portatore-della-vera-arte. I libri sono scritti bene. Sono scorrevoli, piacevoli da leggere e con una buona capacità di immersione. (e. a onor del vero, molto di quanto succitato è già stato migliorato passando da Nytrya a Bandlòr. Basta continuare su quella strada…) magari, ogni tanto gli scappa un verbo in più, o un commento che poteva tacere. Ogni tanto si confonde fra divinità varie, o si dimentica che il dio cristiano non c’è (ancora…) e manda qualcuno “all’inferno” anziché “nel tartaro”, ma tutto sommato (ricordo che non stò trattando Bandlòr come qualunque altro libro di cui ho parlato in precedenza…) è piacevole da leggere, e il motivo porta al secondo punto della lista che sta sopra.

Quello riguardante il fatto che Federico sia bravo o meno.

Credo che non possa definirsi tale, perché non ha ancora dimostrato di esserlo. Nytrya, Bandlòr, e qualunque altra cosa abbia letto di suo, non sono scritti “bene” in valore assoluto, ma solo in modo adeguato.

Tutto nei due testi è strutturato per essere complementare.
I personaggi sono eccessivi, il mondo è eccessivo, il tratto stilistico è eccessivo. In modo che gli eccessi si compenetrino e si amalgamino, creando un effetto finale d’equilibrio. Per questo è piacevole da leggere, perché gli eccessi, che sarebbero considerati tali in valore assoluto, assumono forma di normalità nel contesto in cui sono posti.
Questo mondo, questo gruppo, questa storia, non poteva essere scritta in un modo diverso senza risultarne snaturata e menomata.

Il resto è parere personale. Come già dicevo per Martin, può piacere o no, ma questo non ne influenza il valore.

Ed è anche il motivo per cui non è un bravo scrittore, ma lo scrittore adatto per questa storia.

Vuoi dimostrare di essere bravo? Scrivi l’esatto opposto. (DOPO aver finito la saga. Già così, per quando uscirà il seguito sarò costretto a rileggermi di nuovo tutto. Sperando che sia l’ultima volta, altrimenti Nytrya lo consumo. Quanti libri hai detto che sarà la saga completa?)
Buttati sul Dark più oscuro, niente ironia, niente splendore. Scrivi qualcosa che non ti è naturale, e scrivilo bene. Solo dopo, ti accorderò il “bravo”…

Ecco. Adesso capite perché Bandlòr è una merda da recensire?

Con qualcosa che, anche se scritto bene, è così violentemente indirizzato verso una fetta specifica di “gusto”, al punto da rendere ogni altro aspetto squisitamente secondario, come ti ci raffronti?

Qui non ci sono mezze misure; o “è ben fatto, leggetevelo”.
Oppure “mi è piaciuto/non mi è piaciuto, leggetevelo”.

Si potrebbe parlarne per ore di Bandlòr (come ho fatto con Nytrya. Per lungo tempo oggetto d’esame col mio migliore, nonché unico, amico. Magari un giorno, vi racconto cosa NON E’ venuto fuori…) ma il punto è che il suo valore come opera, proprio in virtù della sua particolare impostazione, è vincolata solo ed esclusivamente al gusto personale.

Tutto quello che posso fare, é dilungarmi ancora qualche riga e parlare di quello che mi aspetto per il seguito, e di quello che vorrei trovare. (nella speranza di mandare in malora tutta la preparazione che l’autore ha fatto fin’ora. Perché la stronzaggine è contagiosa…)

Riguardo il primo punto, partirei con un consiglio, prima di entrare nel vivo. Tale consiglio è: nascondi meglio i ganci, o spiegali prima. Il tatuaggio di Myrddion ad esempio, che era una cosa importante si capiva immediatamente all’apertura del libro, e non sono bastate tutte le pagine che hai messo prima della spiegazione per farmene scordare (anche se il fatto di aver letto tutto il libro in una sera, forse ha aiutato…) quindi, o ci calchi meno la mano, lo fai passare come una cosa “buttata lì” senza vere intenzioni, e ti tieni il colpo di scena per la fine, oppure mi spieghi PRIMA per bene cosa sono i distrutti, così che, quando arriva alle spiegazioni, il lettore possa darsi uno schiaffone in fronte e del cretino per non averci pensato…

Dunque, le cose che mi aspetto:
di sicuro NON mi aspetto la battaglia, Atlantide vs Resto del mondo. Mi aspetto anzi che il drago del Ragnarok si risvegli e diventi il boss finale contro cui TUTTI indistintamente, si uniranno. Mi aspetto che Jarl non sia morto, mi aspetto che Thorengreim divenga re sotto la montagna, ma non mi aspetto che Myrddion divenga imperatore di Atlantide. In realtà non mi aspetto che Atlantide sopravviva. Mi pare veramente ottima come “prima vittima” del drago. Mi aspetto che i sopravvissuti umani vengano raccolti e trattati meglio dei nani, e mi aspetto che tremerys si sacrifichi per riaddormentare il drago, mi aspetto che falce di morte divenga, se non membro ufficiale del party, almeno sostenitore della causa, e mi aspetto che la madre di Myrddion succeda al fratello guidando l’esodo degli sfollati. Mi aspetto che Gale evochi qualcosa da uno dei due mondi più esterni, e, per finire, mi aspetto una morte orribile per il pretuzzo maledetto.

Per il “cosa vorrei” invece, molto ho già scritto sopra, che mancano all’appello ci sono:

vorrei veder comparire le altre armi maledette. (TUTTE possibilmente. Non puoi parlarne e poi dimenticartene per due libri…) vorrei che Gale si facesse una scopata, magari si rilassa un attimo e smette di essere tanto odiosa. Vorrei vedere l’intera razza elfica cancellata dalla mappa, se non è possibile, vorrei vedere morire male almeno Ierwin. Vorrei che qualcuno, CHIUNQUE, avesse una morte che non implichi una ballata cantata per i secoli dei secoli amen. (resistendo stoicamente alle torture, in battaglia fra un nugolo di nemici, come vittima sacrificale per salvare l’altri, per le ferite riportate in una gloriosa guerra di conquista, eroicamente svolgendo il suo ruolo di difensore… qualcuno che muore di setticemia, o di vaiolo no?) vorrei vedere finalmente in campo i tanto discussi distruttori (anche se, dopo la delusione dei caccia maghi, forse sarebbe meglio evitare…) vorrei che i duelli maggggicccci andassero un pochino oltre il “tu mi lanci una palla di fuoco a me, e io ne lancio una a te”. E vorrei vedere entrare in campo i maghi draconici. (devono essere uno spettacolo…)

E SOPRATTUTTO, voglio (non vorrei…) vedere Gale morta. Se posso sbilanciarmi nelle modalità, consiglierei a Thorengreim di usarla per tagliare l’aquila di sangue. Sono certo che non avrà problemi a trovare una scusa sufficiente…

Più di questo però, di Bandlòr non saprei proprio come parlarne, ed il problema rimane.

Grazie tante Gimli. In senso ironico, per avermi sbolognato questa bega, e in senso letterario per avermi fatto passare una serata piacevole come non succedeva da tempo.

E quindi? Come lo recensisco? Semplice. Non lo faccio. Punto.

Vaffanculo alle promesse…


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15/01/2015 01:12
 
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[SM=x1263934] Trovo solo ora il tempo di leggere questo post!!!! Che dire Prosdszt se non che invidio il tuo modo di leggere un libro!!!! Ogni volta che leggo una tua recensione (a parte che mi sbellico per come la scrivi.. perché sei pure bravo e che caspita)mi chiedo se io un libro lo leggo veramente oppure no!!! Questa, a prima vista, poteva essere un vero colpo gobbo per Gimli e i suoi libri. Invece, proseguendo fino in fondo si denotano i tanti complimenti che su più argomenti gli fai... certo sei come dire "un po' prolisso"!!!!! [SM=x1263933] Pensavo di non averlo io il dono della sintesi ma qui caro mio, io scrivo la didascalia ad un'immaginetta al confronto!!!! Complimenti davvero per come svisceri ogni singolo personaggio, ogni aspetto del libro nella sua totalità!!!!
Spero Federico apprezzi sempre recensioni del genere, certo magari non bisogna partire con la lettura con animo alterato altrimenti si rischia di leggere qualcosa di negativo al posto che di positivo.. insomma è che a volte tante parole... confondono no!?!?
COmunque io ti ammiro tantissimo.. e se mai scriverai un libro tuo (o magari l'hai fatto e io non lo so) stai certo che lo leggerò perché lo stile mi piace molto!!!! [SM=x1263924]
Nymi
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