Credo che ci siamo addentrati in un territorio pieno di sabbie mobili, e per di più solo iniziando a parlare di un libro. Questo per me significa andare al di là di ogni mio più intimo desiderio.
Quando ho parlato di Gandalf e della sua probabile fiducia nel genere “umano” ho veramente creduto in quello che stavo scrivendo. Credo che Gandalf abbia rischiato tutto e quindi la salvezza della Terra di Mezzo riponendo la sua fiducia nelle persone che conosceva e che amava. Sono d’accordo quando dici che la fiducia è un qualcosa di astratto e che tutto dipende dalla Volontà e dalla Capacità di prendere le decisioni che regolano la nostra vita. Però è anche vero che le decisioni che prendi nella tua vita possono variare in positivo o in negativo, il grado di fiducia che riponi nelle persone che ti circondano, perché riescono ad aumentare o a diminuire le capacità insite nelle persone, la loro forza e la loro volontà.
Con una tua decisione puoi mettere alla prova le capacità delle persone e , a seconda della loro reazione, puoi avere più o meno fiducia in loro.
Ecco perché dico che Gandalf, prendendo determinate decisioni, ha messo alla prova prima di tutti Bilbo ne Lo Hobbit, poi tutti i protagonisti del S.d.A. Vedendo le loro reazioni ha riposto in loro il grado di fiducia giusto . Forse ha peccato un po’ di onnipotenza, ma questo peccato è insito nella natura umana. Tutti gli uomini cercano, nel loro piccolo, di avvicinarsi alla divinità.
Ma poi proprio tu mi vieni a dire che non accetti la possibilità che un botolo riesca nell’impresa di attraversare la Terra di Mezzo senza farsi un graffio, tu che invece non hai difficoltà nel credere ad un drago che porta sul dorso un intero esercito?! Non ti sembra un po’ discordante quello che dici?
Tolkien ha fatto un piccolo miracolo, perché ha reso eroico un anti eroe. E’ riuscito a far salvare un intero mondo ad un perfetto signor nessuno, che non voleva assolutamente portarsi un fardello del genere. Antieroe in tutto e per tutto. In questa maniera ha fatto credere a milioni di persone normali, che anche loro avrebbero potuto intraprendere un’avventura del genere ed uscirne vincitori. E’ questo che, secondo me, ha decretato il successo della sua incredibile opera. In ogni componente della Compagnia ci sono i tratti più comuni del genere umano. In questo modo ogni persona può trovare il suo protagonista preferito nel quale specchiarsi e ritrovarsi. Io sono Boromir nel bene e nel male…. Tu in quale ti rispecchi?.
Credo anch’io che il fantasy non faccia per me o almeno un certo tipo di fantasy.
Non riesco ad accettare quel genere di fantasy che prende lo spunto da una realtà storica o geografica vera. Per capirci (o almeno spero), ho trovato “strano “ il tuo racconto (anche se ti ho già detto che è interessante e originale) solo perché si dipana in una realtà veramente esistita. Questo non riesco ad accettarlo perché , per me, il fantasy si deve sviluppare in un mondo fantastico dove i draghi possono portare sul loro dorso interi eserciti, e dove un Mago decide di sacrificarsi in una città di nani all’interno di una montagna. Le commistioni di generi diversi non fanno per me.
Lo so non esiste solo il bianco e il nero ma anche una infinità di altri colori, ma per me il “fantasy-realistico” è una forzatura.
Ad esempio, non amo la serie della Troisi de la ragazza drago…. Non ci riesco è più forte di me. Mentre accetto completamente i libri scritti da Manfredi perché hanno una base storica di cemento armato e perché non li annovero tra i libri fantasy: sono libri storici , romanzati , ma sempre storici.
Quindi capisci perché il tuo racconto mi ha spiazzato?? Non riesco ad inserirlo in un genere. Non so se è storico o fantasy perché, secondo me, questi due generi non possono essere mischiati.
Mi rendo conto che questo è un grande scoglio che non riesco a superare e che mi preclude la visione di un altro mondo letterario.
Ma può anche darsi che riesca a cambiare la mia visione delle cose, sai ho abbastanza FIDUCIA nelle mie CAPACITA’. Poi proprio come Boromir, posso imparare dai miei errori e cercare di redimermi.
Erin