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ESPERIMENTO...

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2013 22:45
20/02/2013 11:51
 
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se vi state chiedendo se ho intenzione di usarvi come cavie, la risposta è "nooooo; non mi permetterei mai. figuriamoci!!!"

un piccolo preambolo: qualcuno di voi lo sa, altri probabilmente lo suppongono, in ogni caso lo rendo pubblico.
anch'io ambisco a diventare un aspirante scrittore (al momento le mie capacità non mi permettono di rientrare nella categoria, ma ci stiamo lavorando...)
per fare pratica intanto scribacchio "cose". ultimamente ho adattato al limite di battutte richiesto una storia su cui sto lavorando per partecipare ad un concorso. il risultato non è al livello della versione originale, ma dovrebbe essere comunque "leggibile". trattasi di:

Testo nascosto - clicca qui


Ovviamente, non ho passato la selezione. vabbè, pazienza.
quello che però mi incuriosisce è, oltre all'ovvio "cosa ne pensate" (al riguardo, i complimenti sono graditi, ma le critiche molto più ben accette. altrimenti come miglioro???) è l'interpretazione che date del motivo per cui mi hanno cestinato. ve la riporto senza i convenevoli

Testo nascosto - clicca qui


ora, non ho intenzione di fare polemiche sterili. cerco solo di capire come rendere meglio su carta le mie storie, quindi niente nomi e niente allusioni. il chi non è importante. la domanda fondamentale è
SONO DAVVERO COSI' IDIOTA DA NON AVERE NEMMENO LA PIU' PALLIDA IDEA DI CIO' CHE SCRIVO???
[Modificato da Prosdszt 28/07/2013 22:30]


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09/03/2013 21:45
 
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Primo scontro
Come diceva Alberto Sordi in un famoso film:"mò m'hai provocato e mò me te magno!" (probabilmente non era proprio così ma le citazioni non sono il mio forte.... la memoria...).
Dopo il nostro primo "incontro" delizioso (non lo dico in tono acido mi sono divertita parecchio), ho deciso di leggere i tuoi post per conoscere un pò l'avversario e mi sono imbattuta nel tuo racconto. Dato che ancora nessuno ha voluto rispondere alla tua richiesta, mi permetto:
1) Il racconto è interessante e originale ma si vede che è tagliato e riadattato. MALE MOLTO MALE, IL RACCONTO PER UN CONCORSO DEVE ESSERE ORIGINALE ED AUTOCONCLUSIVO.
2) Probabilmente la persona che te lo ha cestinato non sapeva che si trattava di una storia riadattata ed accorciata, quindi ha tratto le giuste considerazioni.
3) Non si capisce che genere di potere ha quel poveraccio, si vede solo il dolore che ha provato e delle volte anche quello è tratteggiato male. ( consiglio: su Inheritance il pezzo che mi è piaciuto di più è stato quello della prigionia della Regina di colore, della quale non ricordo il nome forse perchè stavo morendo di noia, e delle parti in cui spiegava le varie sevizie fisiche e psicologiche alle quali era sottoposta....ha fatto vedere le debolezze e paure della regina ed al tempo stesso si capiva benissimo perchè fosse stata presa prigioniera e del perchè il cavaliere cattivo, sadico e molto simile all'imperatore Palpatine di Star Wars, la torturasse).
4) La parte in cui parli della genesi del male (Roma, il Druido, etc.) è caotica, insomma non mi ha convinto....c'è qualcosa che non mi torna e questo non è un bene perchè il lettore NON DEVE MAI TORNARE SUI SUOI PASSI PER CAPIRE UN PEZZO DELLA STORIA. Non si rilegge mai.
5)Hai fatto scivolare nell'oblio il pezzo in cui il protagonista viene raccolto da un buon samaritano sul ciglio della strada. Cavolo era interessante e tu me lo tagli con un .... ho dovuto ucciderlo. Come è successo?? Quando??? Perchè??
6)E poi perchè il protagonista ce l'ha con il doge di Genova ??? Che è stato lui ad imprigionare il protagonista lo sai solo tu....non il lettore questo perchè IL LETTORE NON L'HA CAPITO.

Bene, forse sono stata un pò forte, ma gli scrittori italiani hanno un grande vantaggio: possono usare una lingua che dà la possibilità di esprimere concetti e sensazioni quasi infiniti. Ora bisogna imparare ad usare questa lingua per evitare di sbrodolarsi addosso. Non essere labirintico quando scrivi, soprattutto se si tratta di genere fantasy. Scrivi bene, e fammi leggere qualcosa di non tagliato ok??? Certo, se ci tieni al mio modesto parere.

P.S.: Il vero protagonista del Signore degli Anelli non è Frodo, ma SAM Gamgee (lui sa cosa significa onore e portare a compimento ciò che si è iniziato)

Erin
10/03/2013 05:52
 
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Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno…


probabilmente non era proprio così ma le citazioni non sono il mio forte.... la memoria...



Senza offesa, ma questo, detto da qualcuno che, oltre a Sordi, ha citato Tolkien, Sun-tzu ed uno dei più rinomati aforismi zen (di cui però non conosco l’origine) nei suoi PRIMI QUATTRO POST suona un pochino buffo…


3) Non si capisce che genere di potere ha quel poveraccio, si vede solo il dolore che ha provato e delle volte anche quello è tratteggiato male. ( consiglio: su Inheritance il pezzo che mi è piaciuto di più è stato quello della prigionia della Regina di colore, della quale non ricordo il nome forse perchè stavo morendo di noia, e delle parti in cui spiegava le varie sevizie fisiche e psicologiche alle quali era sottoposta....ha fatto vedere le debolezze e paure della regina ed al tempo stesso si capiva benissimo perchè fosse stata presa prigioniera e del perchè il cavaliere cattivo, sadico e molto simile all'imperatore Palpatine di Star Wars, la torturasse).



Beh, se non sono riuscito ad essere chiaro nemmeno in questo, forse è meglio che mi dedichi ad attività più consone alle mie capacità; magari disegnare i pois sulle coccinelle potrebbe essere la mia strada…
(la parte che ti è piaciuta di più ti stava facendo morire di noia???
Ma soprattutto; hai letto alcune fra le PIU’ GRANDI PORCATE della storia della letteratura ed ancora non contempli l’esistenza di una “serie B”?)

Teoricamente, l’avo del protagonista si è incaricato della responsabilità di tenere sotto controllo la fonte d’origine della peste (che in base alle zone ed alla religione, era considerata punizione divina, spirito maligno ancestrale, manifestazione del male e via dicendo…) tramandando poi l’incantesimo originario e conseguentemente lo “spirito” alla discendenza. La conseguente scomparsa del grande male dagli annali genera l’oblio della conoscenza e si arriva fino al mio Michele, che si vede risvegliare il maligno in lui per via degli esperimenti del mago e lo sfrutta per compiere la sua vendetta.
Ammetto che scontestualizzando il racconto dalla storia reale, senza trattare adeguatamente le grandi epidemie dell’epoca romana ed i successivi 5-7 secoli di quasi totale mancanza della pandemia, la comprensione risulti meno immediata, ma la ritenevo comunque facilmente comprensibile.


4) La parte in cui parli della genesi del male (Roma, il Druido, etc.) è caotica, insomma non mi ha convinto...c'è qualcosa che non mi torna e questo non è un bene perchè il lettore NON DEVE MAI TORNARE SUI SUOI PASSI PER CAPIRE UN PEZZO DELLA STORIA. Non si rilegge mai.



Cosa c’è che non ti torna? Dettagli, dettagli. Su!


5)Hai fatto scivolare nell'oblio il pezzo in cui il protagonista viene raccolto da un buon samaritano sul ciglio della strada. Cavolo era interessante e tu me lo tagli con un .... ho dovuto ucciderlo. Come è successo?? Quando??? Perchè??



Irrilevante ai fini della storia. Ne ho fatto menzione solo per rafforzare la sensazione del cambiamento volto al male del protagonista.
Lo tratto più estesamente nella versione completa, comunque sostanzialmente muore di peste a causa del suo gesto (nessuna buona azione rimarrà impunita…)


6)E poi perchè il protagonista ce l'ha con il doge di Genova ??? Che è stato lui ad imprigionare il protagonista lo sai solo tu....non il lettore questo perchè IL LETTORE NON L'HA CAPITO


Come non l’ha capito? L’ho scritto esplicitamente appena lo nomino….


1) Il racconto è interessante e originale



Grazie.


ma si vede che è tagliato e riadattato. MALE MOLTO MALE, IL RACCONTO PER UN CONCORSO DEVE ESSERE ORIGINALE ED AUTOCONCLUSIVO.
2) Probabilmente la persona che te lo ha cestinato non sapeva che si trattava di una storia riadattata ed accorciata, quindi ha tratto le giuste considerazioni.



In teoria (o almeno, nei miei intenti…) il racconto E’ concluso. Cosa avviene poi a Genova (e nel resto d’Europa) è storia…
Si, ci sono alcuni passaggi nella cronologia d’eventi originali che ho dovuto tralasciare per ragioni di spazio, ma il fatto è irrilevante per l’analisi del testo in sé. Sostanzialmente, tutti gli eventi strettamente legati alla trama sono presenti. Se non l’avessi esplicitato io all’inizio, sarebbe parso “accrocchiato” lo stesso?
È proprio riguardo alle “giuste” conclusioni che nascono i miei dubbi:

Mi viene contestato il fatto che nessuno sappia perché lo torturino e cosa cerchino, ma il fatto è che non sanno di preciso nemmeno loro cosa vogliono ottenere. Spiego (o forse solo tento…) poco dopo che le conoscenze relative al “potere” sono andate perse nel corso della storia, solo in un secondo momento il protagonista ricollegherà le sue capacità alle storie che gli vengono narrate. Allo stesso modo i carcerieri non conoscono di preciso il “cosa”. Hanno solo ricondotto a lui la discendenza di un “chi” da un’antichità ormai ridotta a mito.
Ho cercato di far evolvere la narrazione contestualmente al tempo delle vicende narrate. È vero che mentre il protagonista ripensa agli avvenimenti di quel tempo ha tutte le informazioni dell’“ora” questo, però non toglie che all’epoca ne fosse all’oscuro.
Nemmeno il mago sa di preciso a cosa si trova di fronte, tanto che procede per tentativi (con esiti disastrosi…) e quella che dovrebbe essere la connessione logica fra le due parti è proprio quell’errore sede di contestazione. Gli aguzzini non si pentono di averlo torturato. Riconoscono solo il fatto che lo stato d’apatia e scoramento, generati dalla morte dell’amata, rendono inutili torture e coercizione, quindi sono costretti a puntare su altre strade.


Bene, forse sono stata un pò forte, ma gli scrittori italiani hanno un grande vantaggio: possono usare una lingua che dà la possibilità di esprimere concetti e sensazioni quasi infiniti. Ora bisogna imparare ad usare questa lingua per evitare di sbrodolarsi addosso. Non essere labirintico quando scrivi, soprattutto se si tratta di genere fantasy. Scrivi bene, e fammi leggere qualcosa di non tagliato ok??? Certo, se ci tieni al mio modesto parere.



Se hai dato un occhiata agli altri miei post avrai notato la mia tendenza ad essere un PUNTIGLIOSO, DANNATISSIMO ROMPICOGL…
Quindi le critiche forti sono ben accette (altrimenti sarei pure ipocrita…) in attesa di capire come non sbrodolare scriverò con il bavaglino, ed il tuo parere va bene anche se viene articolato anziché modesto. (e grazie per averlo espresso!)
Per inciso, non sto difendendo a spada tratta il mio (bellissimo) racconto. Semplicemente non ho la lucidità mentale per distaccarmi abbastanza da essere obbiettivo, quindi fornisco la mia interpretazione non per contestare le tue, ma per discuterne (vedi come riesco ad essere chiaro, quando voglio…)
Il fatto è che non scrivo come vorrei (ancora), e ritengo che il confronto con altri sia un passaggio fondamentale per migliorare.


P.S.: Il vero protagonista del Signore degli Anelli non è Frodo, ma SAM Gamgee (lui sa cosa significa onore e portare a compimento ciò che si è iniziato)



Non hai idea di che sforzo mi richiede il mandare il mio (unico, ed un pochino brillo) neurone a ripescare quello di cui parli nel mare di minchiate che ho scritto fin ora…
Vero, Sam è un personaggio decisamente più “eroico” di Frodo, ciò nondimeno pure lui defice di tutta una serie di capacità e competenze quantomeno necessarie all’impresa che è chiamato a compiere, quindi il discorso non cambia poi molto.


Erin



Si, lo so. È scritto a fianco al post…

Pure oggi ho finito con lo scrivere un papiro da metro…
Capisci perché OOOOODIO le limitazioni nel numero di caratteri???



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10/03/2013 12:36
 
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Sbronza

Prima di tutto: complimenti! perchè scrivere un papiro con argomentazioni logiche alle 4 e 58 del mattino è davvero eroico.
Secondo: Grazie! perchè le tue spiegazioni mi hanno tolto i punti interrogativi sorti durante la lettura del tuo racconto.
Terzo: nel mondo sono più presenti libri-minchiate che vere opere. Ciò non toglie che si possa imparare anche dai primi. (non si butta nulla)

"Il fatto è che non scrivo come vorrei (ancora), e ritengo che il confronto con altri sia un passaggio fondamentale per migliorare. "

Quarto: hai bisogno di un "correttore di bozze" o forse più correttori, che ti indichino i punti oscuri del racconto e le parti dove invece c'è bisogno di approfondire. Molti scrittori (anzi quasi tutti), nelle prime fasi di scrittura, si lasciano così prendere dal loro racconto o storia che non riescono a vederlo in senso critico. Il libro è il loro Tesssorooo, e lo difendono a spada tratta impedendosi così di migliorarlo.

Quinto: se vuoi un giorno parleremo seriamente di Tolkien, con calma ed una tazza di tè fumante fra le mani. Ti dico solo che io non lo considero un fantasy ma, allo stesso tempo, non lo idolatro. Sono molto critica.

Sesto: Per farti capire cosa significa non sbrodolarsi addosso, ti consiglio di leggere un libro di una scrittrice italiana: "l'Ultimo Orco" di Silvana de Mari. Premetto che non amo gli scrittori italiani perchè sono troppo prolissi, ma questo libro è stata una sorpresa. Si può imparare molto dalla sua lettura.

....certo che anch'io scrivo dei papiri ... e per quanto riguarda le mie citazioni: sono un tipo strano, non l'avevi capito?? Ho anche le mani impermeabili!

Erin

P.S.: sono un tipo alla vecchia maniera e firmo sempre i miei messaggi, che vuoi fare... generazioni diverse...
11/03/2013 21:27
 
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deficere
So benissimo di essere una ROMPIBALLE, ma mi vuoi spiegare quali sono secondo te le capacità necessarie per essere un eroe?? Mi sto riferendo ai tuoi commenti sulle incapacità di Frodo e Sam di Tolkien.
Anche il tuo Michele Caneva non mi sembra avere le capacità necessarie per affrontare il suo "tormento" eppure si trova coinvolto, suo malgrado, in una storia assurda che, desumo, non avrà un lieto fine.

La maggior parte degli eroi nei libri fantasy, sono inconsapevoli o dei loro poteri o delle loro origini o del loro destino segnato. Guarda Shannara!! Guarda Dragonlance!! Guarda Harry Potter... e appena avrò un momento in più libero te ne citerò altri.... giuro.



Erin
12/03/2013 23:08
 
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Come regola generale? un personaggio è tanto più un eroe quanto più si avvicina al Dago di Wood e Salinas...
Il mio problema con il SDA non sta tanto nella caratterizzazione personale dei due botoli (per quanto, come dicevo, Frodo sia uno smidollato inconcludente...) ma piuttosto all'evoluzione storica che i due seguono:

Testo nascosto - clicca qui

(mi sa che stavolta ho un pochino esagerato...)

Il punto non è tanto, quanto eroe sia uno o l'altro mezzo-tappo, ma il fatto è che nessuno dei due è in grado di affrontare il viaggio che compiono. Durante tutto il tragitto dalla contea al monte fato ci sono almeno millemila modi diversi per morire, perdersi, venire catturati ed ogni altro inconveniente ti possa passare per la testa. OGNUNO dei quali non è teoricamente superabile da nessuno dei due. Il loro viaggio equivale a mandare te in antartico a cercare il polo geometrico, a piedi, senza soldi, senza mezzi e senza la possibilità di chiedere aiuto a nessuno. Neanche a gesti.
Non ci sono dubbi che qualcuno potrebbe farlo, qualcuno con conoscenze e attitudini tali da potergli consentire l'impresa. Io non sarei in grado di farlo, un hobbit la cui più grande preoccupazione fin'ora è stata quella di mettere in fila sette pasti al giorno potrebbe?
Ciò che voglio dire è che tutto ciò che avviene dopo la prima morte di Frodo (plausibilmente al primo incontro con il nazgul) è un assurdo accettabile solo con una generosa dose di sospensione dell'incredulità. Non ho nulla contro il SDA, è uno dei miei libri preferiti e ogni volta che l'ho riletto vi ho sempre trovato la stessa magia. Aragorn è uno dei miei personaggi più cari, Sam è sorprendente ed il messaggio che trasmette cristallino, il finale è ben orchestrato ed in generale il comportamento dei protagonisti è coerente. ciò non toglie che occorre NECESSARIAMENTE considerare come dogma inviolabile il fatto che per tutta la parte centrale della narrazione, Frodo e Sam devono sopravvivere perchè si.

Come suggerisci guardiamo Shannara

Bremen: Druido di Paranor, ramingo di natura, stregone, scienziato ed uomo dotto in generale
Kinson Ravenlock: nato e cresciuto nella frontiera, cacciatore esploratore e battitore di piste
Jerle Shannara: soldato veterano, poi guardia reale infine stratega (diventare re non dà abilità specifiche particolari...)

Allanon: druido erede di Bremen e tutto il resto...
Menion Leah: guerriero cacciatore e battitore di piste
Shea Ohmsford: inizia come persona qualsiasi, ma entra subito in possesso delle pietre magiche, il che gli da un minimo di autosufficienza, durante il viaggio oltre ad impratichirsi con i suoi poteri ha un evoluzione personale sia emotiva che “tecnica” che lo qualifica come protagonista. In ogni caso non viene mai lasciato da solo.

E così via, tutti con poteri magici più o meno latenti, accompagnati da guerrieri, avventurieri e mistici in tutte le varie sfumature. È passato molto tempo da quando ho letto la saga, ma non mi pare di ricordare nessun evento in cui la disparità di forze fosse così soverchiante come per Frodo. Difficile? si. Impossibile no.

il paragone con dragonlance è pure peggio: Tanis e Flint hanno passato buona parte della loro (lunga) vita in giro per lavoro, sia Caramon che Raistlin hanno trascorsi nell'esercito e sono praticamente sempre vissuti assieme compensandosi a vicenda, Sturm è venuto al mondo con lo scopo di diventare un solamnico e Tas con quello di creare più danni possibile senza esserne coinvolto, tutti quanti hanno comunque almeno cinque anni di perigli alle spalle. Riverwind è un cacciatore ed esploratore che vive da fuggitivo da metà della sua vita e Goldmoon è sotto la protezione di un dio. Laurana è il personaggio con il più alto tasso di crescita della saga, raggiungendo ben presto Kitiara di cui diverrà la nemesi. L'unica al livello degli hobbits è Tika che ha la buona grazia di salvarsi da sola quando serve o di avere almeno una spiegazione valida per gli eventi esterni.

Guardiamo Harry Potter ma non adesso. Sabato; veni su tu o vengo giù io?

Da parte sua, il mio Michele non è un eroe, è una persona comune che vede la sua indole trasformarsi a causa del suo tormento. No, non è in grado di affrontarlo, e ne viene sconfitto, al punto che si aggrapperà alla vendetta fino a rimanerne consumato, generando una delle più grandi disgrazie della storia. Nessun lieto fine, niente trionfo del bene sul male a tutti i costi. Solo causa e conseguenza.
(rimango in trepidante attesa di delucidazioni riguardo l'“assurdità” della sua storia...)

ci sono svariate tipologie di personaggi che mi piacciono, altre invece che non sopporto proprio, tuttavia penso che un personaggio sia imprescindibile dal contesto in cui è posto. Se Tas e Frodo si scambiassero di posto, non avrei nulla da opinare a nessuno dei due. Con il supporto di un gruppo compatto e rodato, calato in un contesto dove non è la minaccia primaria, Frodo potrebbe prosperare indisturbato ed in maniera piacevole e credibile (fra l'altro senza rovinare le parti comiche...) mentre il Kender, che seppure approvo e amo mi è sempre risultato vagamente fuori posto in una guerra, sarebbe di certo il modo più veloce e convincente per “perdere” l'unico.
OOOOODIO Ce' Nedra. La trovo tremendamente irritante, supponente e sgraziata, ma nel contesto in cui è posta ci sta perfettamente, mentre Adoro Haplo, nonostante questo le modalità in cui si dipana la sua storia sono fortemente in contrasto con quello che dovrebbe essere, rendendolo inadeguato.
Tornando a cose che hai letto, Eragon è inutile quanto Frodo. Vero che lui è il fichissimo cavaliere del drago, ammazza tutti e salvatore della situazione, ma resta di fondo un bamboccione borioso e con una troppo alta stima di se. Tutto ciò che sa fare e fa, deriva da Safira, il che lo rende un parassita.
Nihal è perfino peggio di Frodo, sia nella personalità che nei comportamenti ed a maggior ragione negli eventi di cui è protagonista ci sono tali e tante contraddizioni e forzature da rendere INSOSTENIBILE la sua posizione, mentre Aurian, che è un'eroina sorprendentemente simile a ciò che la Troisi cercava di caratterizzare, posta nella sua saga risulta perfettamente a proprio agio.


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13/03/2013 08:42
 
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Papiro
Ho letto velocemente il tuo messaggio eh.... per risponderti ho sinceramente bisogno di tempo, perchè penso che valga la pena ponderare. Ho capito che sei una persona molto attenta ai particolari, mentre io sono molto più impaziente. Quindi chiedo venia e mi scuso se non ti risponderò presto ma la calma, in questo momento, non è di questi lidi.

Ti dico solo una cosa che mi è saltata in mente appena letto il tuo papiro ( finalmente qualcuno che sa usare la lingua italiana ): la forza di Tolkien sta nella Compagnia. La forza di Frodo sta in Sam, Boromir, Aragorn, Legolas, Gandalf e così via dicendo. E' la stessa forza dei tre Moschettieri, dei fratelli di Narnia, della Compagnia di Thorin ed anche di Harry Potter. Ed è la stessa forza di qualsiasi eroe fantasy che si rispetti. Gli amici.

Sarà un'idea troppo semplicistica??? Forse. Però, sai, la soluzione a volte è più semplice di quel che si pensi.

Ora torno a fare l'infermiera...e a ponderare. Mumble, mumble, come nei fumetti

Erin
14/03/2013 22:22
 
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Fiducia
Come dici tu: “Il mio problema con il SDA non sta tanto nella caratterizzazione personale dei due botoli (per quanto, come dicevo, Frodo sia uno smidollato inconcludente...) ma piuttosto all'evoluzione storica che i due seguono”. L’evoluzione storica è lapalissiana (per usare paroloni). Passano dall’essere buttati in un’avventura più grande di loro e completamente soli, all’essere buttati in compagnia e consapevoli, che se non fanno qualcosa, la loro amata Contea sarà distrutta da orde di orchetti.

Ti chiedi come cavolo fanno a salvarsi da tutti i perigli impossibili che gli si parano davanti. Come ti ho già accennato nell’ultimo post è l’amicizia e l’aiuto della Compagnia che li salva dai perigli. Quando ancora la compagnia non si è formata, oltre ad un’altissima dose di fortuna (per non andare sul volgare), si aiutano l’uno con l’altro con le attitudini che hanno a disposizione.
Poi, quando formano la Compagnia, non gli affiancano altri inetti ma, come dici tu , il fior fiore delle razze della Terra di Mezzo. E cioè un principe elfico, un quasi Re, un guerriero e capitano di Gondor, un mago con i fiocchi ed un Nano che ha un bel pedigree. Ma tu mi dirai: “ perché questa impresa viene affidata a Frodo ??? (che per inciso, mi sta sulle “spalle” in una maniera assurda da quando lessi per la prima volta il S.d.A. ) invece di dare l’anello a qualcuno più qualificato?? Perché Frodo è l’unico che riesce a resistere all’influenza dell’unico anello grazie al suo essere Hobbit semplice, e che ama immensamente i suoi amici.
L’affetto che prova per la sua terra, per gli elfi e per i suoi amici è l’unica cosa che lo fa ragionare e che fa tacere la voce suadente del male. Solo lui può portare l’anello fino alla distruzione, perché solo lui non ne può essere ammaliato, come invece lo fu subito il povero Smeagol…. Solo un puro di cuore potrà sconfiggere il male. Un puro di cuore o chi alla fine capisce di aver sbagliato e cerca la redenzione… vedi Boromir e vedi Gollum ....alla fine.

Per quanto riguarda il fatto di mandarmi in antartico da sola a trovare il polo geometrico, sono sicura che Tolkien non mi manderebbe da sola ma mi affiancherebbe degli amici capaci, con gps ed equipaggiamento adeguato alle basse temperature. L’unica cosa che chiederei sarebbe di far resuscitare Boromir e di affiancarmelo perché è da quando sono ragazzina che ho una passione per lui, ingigantitasi dopo la trasposizione cinematografica ….Ma non divaghiamo!

Per le altre saghe da te citate (Shannara e Dragonlance) io non trovo che ci sia poi così tanta differenza. Certo non ci sono Hobbit incapaci (anche se non li reputo completamente incapaci, anzi alla fine hanno una bella faccia tosta…. Vorrei vedere te alle prese con un Ent!! O con un’orda assatanata di orchetti, o con la cavalcatura demoniaca di un Nazgul!! ….. adoro i cavalieri di Rohan, forti e selvaggi come il vento …. Avanti Eorlingas!!! …. Divago come al solito), ma comunque anche i personaggi con capacità “utili” come dici tu hanno i loro momenti di dubbio e di tormento… o mi sbaglio??
Purtroppo non ho la memoria di un computer da otto miliardi di terabyte come la tua, piuttosto la paragono più a quella di un criceto anche perché le saghe suddette ho cominciato a leggerle a 13 anni, capirai….. sono passati degli eoni….

Parliamo poi di Harry Potter?? Non ti dico di venire giù a Roma perché, nonostante il Papa sia stato eletto, una bolgia infernale invade la città…. Non si vive più…. Io su non posso venire per lo stesso motivo appena citato: la bolgia infernale non riesco ad evitarla e non ho un Ramingo come amico….purtroppo. Quindi diciamo che ci incontriamo sul forum che facciamo prima ok?? Però stavolta apri tu la partita…

Michele Caneva…. Bene…. L’assurdità sta nel fatto che è un portatore sano di Peste e che per far diventare virulenta la capacità di infettare le persone è dovuto passare tra atroci sofferenze fisiche e psicologiche fino all’essere oggetto di esperimenti abominevoli peggio di quelli dei nazisti sugli ebrei per poi passare alla magia…. Non ti pare leggermente assurdo??
Ho un cugino virologo e lui una volta mi spiegò che per diventare portatore sano di una malattia bisogna prima di tutto essere infettati dalla suddetta oppure ereditarla attraverso il sangue. Tu qui mi dirai che Michele l’ha ereditata dai suoi avi….si ok ma il druido che per primo è stato il portatore della morte ha scelto, non di esserne infettato ma di esserne il custode. E come cavolo ha fatto a custodirla senza morirne??? Anche qui diciamo c’è stata una bella dose di c… fortuna no?? Un po’ come Frodo e la sua capacità di evitare i guai….

Se vuoi posso continuare per ore a parlare del concetto di amicizia espresso da Tolkien: l’amicizia che ha Gandalf con Bilbo e poi con Frodo. L’amicizia fra Bilbo e Frodo, fra Frodo e Sam. L’amicizia e l’affetto che lega Bilbo agli elfi, l’odio fra elfi e nani…..ops questa è un’altra cosa … allora l’amicizia che nasce tra Legolas e Gimli…ecco ora ci siamo…. E guarda che gli stessi concetti di amicizia sono espressi in Harry Potter, e non solo quelli …. Gandalf è identico a Silente…

Ritornando al Signore degli Anelli, Gandalf fa affidamento proprio all’amore e all’amicizia che lega i componenti della compagnia per la riuscita dell’impresa. E’ così sicuro di questa amicizia e di questo amore che decide di cadere a Moria…. Li mette alla prova un’altra volta, non gli era bastato farli partire da soli dalla Contea?? Lo sapeva che erano inetti e sapeva anche che l’anello di Frodo era l’unico anello anche se ancora non ne aveva le prove certe… perché ha rischiato così tanto?? Questa volta però mette alla prova Aragorn affidandogli la compagnia, dato che (poveraccio) non era riuscito a salvare Frodo dai Nazgul (e che cappero!! Vorrei vedere te!) e doveva farsi le ossa per diventare il Re dei Re….. a Minas. Come mette alla prova Thorin e la sua compagnia lasciandoli da soli alle porte del Bosco Atro…. (un po’ bastardo questo Gandalf no??) oppure è un uomo con una fiducia incrollabile nel genere umano, elfico, nanesco ed hobbittuccolo??….come si scrive?? Damn!!

Fiducia ….grande parola e grande concetto…. Non credi?


Erin
17/03/2013 08:45
 
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Dunque, siamo passati dai pareri sul mio racconto al signore degli anelli, ed ora entriamo nel campo del “come leggiamo” e “come viviamo”. Ti rendi conto, vero, che dovremmo sparpagliare questa discussione in almeno altri quindici topic???

Amicizia. Fiducia. Grandi parole, grandi concetti senza alcun dubbio.
E’ esattamente questo il problema. Parole, concetti. Mere astrazioni. Lettere composte in fila per qualificare ciò che non può essere misurato o calcolato, il marchio distintivo di uno stato puramente soggettivo, mutabile al punto da essere perennemente in forse.

Solo un tentativo umano per razionalizzare qualcosa che di fatto non esiste.

La forza, quella in senso lato e con la “F” maiuscola, non deriva dall’amicizia ne dall’odio, non dall’amore ne dalla rabbia, non accorre in aiuto in caso di bisogno ne discrimina fra giusto o sbagliato. Tutti questi sono elementi di contorno, parte dell’equazione che origina il contesto in cui una scelta è compiuta. C’è una correlazione ovviamente (e sarebbe impossibile dire il contrario) per questo se combattiamo per qualcosa di importante lo facciamo più duramente, ma un uomo che ama non trova nell’amore la forza di vivere, vi trova solo un motivo per farlo.
Sentimenti, emozioni, legami. Tutto questo rientra nel “perché” non nel “come”


Volontà e capacità sono gli unici due parametri che qualificano un individuo (e che hanno peso nel fare…)

Volontà, di fare qualcosa, qualunque cosa. La vita è un concetto matematicamente molto semplice: ci si pone una domanda e si trova una risposta. Cosa mi metto oggi? Faccio colazione o no? Uccido a coltellate il mio capo (il quale ha la pretesa che io lavori solo perché mi paga. Ancora non ho capito cosa abbia generato in lui tale assurdo modo di pensare…) o no? Mi scolo una birra o due? (qui il no non si prende neanche in considerazione…) affronto il balrog o fuggo? Me la da o me la prendo? (normalmente, nessuna delle due…) tutta una serie di decisioni, sottomesse alla nostra indole, il nostro condizionamento culturale, il nostro credo. Tante coordinate cartesiane. Una serie di puntini che, se uniti, disegnano ciò che siamo. Nient’altro che un susseguirsi di scelte.

Capacità, di ottemperare alla scelta che abbiamo compiuto. La capacità di legarmi le scarpe se ne ho scelte un paio con i lacci, la capacità di affondare trenta centimetri di acciaio (scadente. Nella maggior parte dei casi inox…) nell’addome di un uomo, la capacità di trovare acqua in un deserto o di staccare la spina a mio padre in coma, di alzare sopra la testa 32 chili di gyria o di correre abbastanza velocemente da non perdere il tram. Varia, e di molto nel corso di una vita, dipende da ciò che si apprende e dal modo di farne uso, oltre che dalle predisposizioni naturali. La forza è questo, niente di più, niente di meno.
La vera forza è un parametro che non risente delle condizioni esterne, totalmente avulso dai “perché” e misura esclusivamente la capacità di compiere l’azione imposta dalla volontà, azione che può benissimo essere l’affrontare dubbi e tormenti. (mai detto che bisogna esserne privi per essere eroi. Tanto meno per essere “credibili” come personaggi. L’insicurezza è uno stato insito nella natura dell’uomo, troverei strano che non ci fosse piuttosto!)

Ora, non conta assolutamente nulla quanto tu tenga ad un figlio. Il tuo amore materno non può impedire al camion al quale ha tagliato la strada di distribuirlo equamente per tutto il vicinato, così come la mia ferrea intenzione di far fare un ultimo giro in moto a mio nonno non gli ha impedito di tirare le cuoia prima che la sua (ora mia) lodola fosse restaurata. La volontà senza capacità sfocia in un fallimento, le capacità senza volontà a farne ricorso rimangono inutili ed inutilizzate.
E’ DEL TUTTO IRRILLEVANTE la fiducia che viene riposta in Frodo, i legami di amicizia che ha stretto o il suo concetto di bene e male; se non mangia muore, se si congela muore, se affonda nelle sabbie mobili muore, se viene attaccato dai lupi muore. Indipendentemente dal fatto che la sua sopravvivenza sia utile alla salvezza del mondo.
.

Concordo che in un gruppo, inteso come unità composta da più parti, il valore di “forza” globale possa differire notevolmente dalla semplice somma di quella dei componenti, ma questo è vincolato alle dinamiche interne ed agli interessi del momento, che creano quindi solo un “perché” più complesso. (varrebbe lo stesso discorso anche per il singolo individuo, ma data la natura matematica del post, con un gruppo si dovrebbe ragionare in termini di funzioni di integrali…)
Si, Frodo tende a sopravvivere fin che altri gli parano il… spalle, ma per buona parte della sua avventura è solo (con Sam e gli altri botoli. Siamo comunque scarsi come capacità…)

Tolkien può scrivere di tutti i buoni sentimenti che vuole, può mandare tutti i migliori messaggi sociali a sua discrezione, ma se per farlo deve forzare una storia per piegarla a tale scopo, ha creato una storia artefatta.

Io intendo la narrativa come un portale per un altro mondo. Parlo di sospensione dell’incredulità per questo. Quando leggo, ciò che leggo diventa vero, e tutto si muove secondo le leggi stabilite dall’autore. Se mi dice che un drago può portare sulla schiena un piccolo esercito a me sta bene. Se mi dice che un mago può uccidere una falange di fanteria istantaneamente assorbendone la forza vitale gli credo. (se dice che per magia si può diventare vettori della peste anche, ma di questo ne parlo dopo…) se però mi parla di profezie che se non pronunciate non si avverano o di spade in acciaio damascato che dopo fuse e riforgiate mantengono le sfoglie sovrapposte senza fornirmi una valida ragione, allora quello che conosco della realtà entra in conflitto con la realtà “altra” del libro generando fastidio (solo perché, a parte eragon, ho citato alcune delle migliori saghe in circolazione, e quindi repulsione sarebbe fuoriluogo…)
Quindi se mi dicono “Frodo deve attraversare il lunghissimo, oscuro e completamente deserto cunicolo nella montagna, affrontando il suo terrore del buio mentre noi fermiamo i nazgul che l’inseguono” non faccio nessuna fatica a considerarlo vero. Se mi dicono “Frodo deve attraversare tutto il mondo, sopravvivendo a quasi qualunque condizione ostile della storia, per lo più da solo” faccio MOLTA fatica a fare altrettanto. Anche ponendo che (ed al riguardo ho dei dubbi, ma questo viene postulato come antefatto portante quindi lo accetto senza difficoltà.) Frodo sia l’unico a poter portare l’anello, questo non implica che DEBBA arrivare dal punto A al punto B. (fra l’altro; chi ha una volontà in conflitto con il male ed una capacità maggiore del male stesso può sconfiggerlo. Che debba essere puro di cuore non è vincolante. Gollum non fa proprio nulla per redimersi. Si limita a morire come un imbecille perseguendo lo stesso scopo che l’ha guidato per tutto il libro, e Gandalf non decide di cadere a moria, applica semplicemente il terzo principio di Siffredi, il quale enuncia che: tanto più grosso è il tuo avversario tanto più è deleterio lasciarselo alle spalle libero di agire. Mossa più logica sarebbe stata inchiodare merry al ponte ed abbatterlo, il ponte, non Merry, non siamo mica dei selvaggi… con calma dopo averlo attraversato, mentre il balrog si gustava l’hobbit. Bhè, magari con un po’ più di tempo per pensarci ci arrivava anche il vecchio bacucco! Ad Aragorn non viene affidata la compagnia, ma ci si ritrova a capo. Frodo viene spedito a gran burrone perché farlo perdere per boschi è un male minore rispetto alla riconquista dell’unico da parte di Sauron e Gandalf ha talmente tanta fiducia in tutti da custodire gelosamente per se ogni briciolo di informazione possibile oltre alla propensione per sbucare fuori dal nulla nei momenti più impensabili per mettersi a dare ordini.)

Arrivando infine al mio racconto. Intanto non ho mai detto che siano portatori sani (Michele soffre di febbre, capogiri, difficoltà respiratorie, psicosi e dolori cronici. Tutti sintomi della peste) ne che siano sopravvissuti. Essere contagiati dalla peste (parlo dell’avo) non implica necessariamente la morte. La forma bubbonica lascia il 25-30% di sopravvissuti i quali sviluppano immunità verso il ceppo virale che li ha infettati. Le torture non risvegliano la peste (anche se contribuiscono al collasso del sistema immunitario che serve dopo…) ma servono solo per cercare di convincerlo a cedere il suo potere (e servivano a me per creare una condizione plausibile per cui i sintomi della peste fossero mascherati da qualcos’altro, permettendogli di girovagare indisturbato…)

L’incantesimo che crea i custodi è l’assunto fondante del racconto. Wilde postula che un ritratto possa assorbire i bagordi di Dorian. Verne che si possa raggiungere il centro della terra senza nuotare in immersione nel magma ad alta pressione per 6 milioni di chilometri, Roddenberry che si possa viaggiare a velocità superiori a quelle della luce e gli evangelisti che Dio esista ed abbia un figlio. Io che esista un incantesimo (magia, non scienza. Ti sei mai chiesta come fanno i maghi a fare le palle di fuoco o gli oracoli a vedere il futuro?) in grado di controllare la peste. Se non accetti per vero neanche questo forse il fantasy non è il tuo genere (no, nessuna ironia, ne velata offesa.) Immagino però che questo non ti soddisfi, quindi (questo è un omissis. Non è nemmeno lontanamente citato nel racconto e non è mia intenzione menzionarlo neanche nella versione completa.)
L’incantesimo funziona modificando il sistema immunitario per rendere i macrofagi resistenti ad alcune classi di proteine (si, c’è tutta una serie di altri problemi. Michele sarà soggetto ad infezioni ricorrenti, invecchiamento precoce e dovrà mangiare tanta carne. Pazienza, stiamo parlando di impero romano e la gente moriva. La soluzione che hanno trovato non è perfetta ne elegante, ma funziona, ed all’epoca un codice deontologico come lo si intende ora non esisteva..) impedendo quindi allo Yersinia pestis di attaccare i linfonodi. Contemporaneamente, aumenta la “permeabilità” del soggetto all’infezione, con il risultato che in un dato luogo, il contagio veniva limitato a zero dal fatto che l’agente patogeno trasmesso per via aerea viene assorbito prima che possa contagiare altre persone (no, non è una questione di spazi, vedi la stirpe di Michele come un associazione di “pifferai magici” e non potevano salvare chi già era ammalato o in incubazione) e rendendo Michele e parenti resistenti ala peste in quanto con il sistema immunitario non compromesso, potevano far fronte all’infezione, almeno fino a quando ne assorbivano in quantità limitata (fino a quando cioè il sistema immunitario riusciva a far fronte alla riproduzione batterica). Superato il limite, anche loro si ammalavano (con un tasso di mortalità inferiore). La modifica immunitaria è ereditaria, la peste no (anche se è plausibile supporre che la ciclicità delle epidemie li abbia colpiti più o meno tutti nell’arco della vita). Michele entra presumibilmente in contatto con il ceppo virale in asia dove viene spedito e a causa della sua debolezza fisica contrae la malattia (probabilmente è proprio il mago ad infettarlo, anche se a me piace pensare che sia stato il paziente zero di quella che è stata la “vera” epidemia) questo attiva le sue risposte immunitarie e soprattutto la sua capacità di “pifferaio” (che imparerà a manipolare per poter dare direzionalità alla peste. In questo modo è in grado di sfruttarla come arma, infettando un corpo con batteri già maturi ed attivi in quantità tali da elidere l’incubazione ed uccidere anche in pochi secondi, e snaturando di fatto l’operato dei vecchi maghi)
A Caffa l’infezione che ha diffuso lo ricontagia oltre alle sue possibilità rendendolo infettivo (e malato in modo permanente) quindi ritorna a Genova (contagiando chiunque sulla sua strada) per uccidere il Doge (trasmettendogli anche parte delle sue capacità immunitarie infettandolo con batteri poco vivaci in modo da fargli sviluppare antigeni. Una sorta di vaccino) il quale si ammalerà e non si riprenderà più in quanto intanto l’epidemia si è propagata in città e quindi Giovanni subirà un contagio continuo fino a morire di peste nel 1350, tre anni dopo l’ipotetico arrivo di Michele (morto di peste anche lui)




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Credo che ci siamo addentrati in un territorio pieno di sabbie mobili, e per di più solo iniziando a parlare di un libro. Questo per me significa andare al di là di ogni mio più intimo desiderio.

Quando ho parlato di Gandalf e della sua probabile fiducia nel genere “umano” ho veramente creduto in quello che stavo scrivendo. Credo che Gandalf abbia rischiato tutto e quindi la salvezza della Terra di Mezzo riponendo la sua fiducia nelle persone che conosceva e che amava. Sono d’accordo quando dici che la fiducia è un qualcosa di astratto e che tutto dipende dalla Volontà e dalla Capacità di prendere le decisioni che regolano la nostra vita. Però è anche vero che le decisioni che prendi nella tua vita possono variare in positivo o in negativo, il grado di fiducia che riponi nelle persone che ti circondano, perché riescono ad aumentare o a diminuire le capacità insite nelle persone, la loro forza e la loro volontà.
Con una tua decisione puoi mettere alla prova le capacità delle persone e , a seconda della loro reazione, puoi avere più o meno fiducia in loro.
Ecco perché dico che Gandalf, prendendo determinate decisioni, ha messo alla prova prima di tutti Bilbo ne Lo Hobbit, poi tutti i protagonisti del S.d.A. Vedendo le loro reazioni ha riposto in loro il grado di fiducia giusto . Forse ha peccato un po’ di onnipotenza, ma questo peccato è insito nella natura umana. Tutti gli uomini cercano, nel loro piccolo, di avvicinarsi alla divinità.

Ma poi proprio tu mi vieni a dire che non accetti la possibilità che un botolo riesca nell’impresa di attraversare la Terra di Mezzo senza farsi un graffio, tu che invece non hai difficoltà nel credere ad un drago che porta sul dorso un intero esercito?! Non ti sembra un po’ discordante quello che dici?

Tolkien ha fatto un piccolo miracolo, perché ha reso eroico un anti eroe. E’ riuscito a far salvare un intero mondo ad un perfetto signor nessuno, che non voleva assolutamente portarsi un fardello del genere. Antieroe in tutto e per tutto. In questa maniera ha fatto credere a milioni di persone normali, che anche loro avrebbero potuto intraprendere un’avventura del genere ed uscirne vincitori. E’ questo che, secondo me, ha decretato il successo della sua incredibile opera. In ogni componente della Compagnia ci sono i tratti più comuni del genere umano. In questo modo ogni persona può trovare il suo protagonista preferito nel quale specchiarsi e ritrovarsi. Io sono Boromir nel bene e nel male…. Tu in quale ti rispecchi?.


Credo anch’io che il fantasy non faccia per me o almeno un certo tipo di fantasy.

Non riesco ad accettare quel genere di fantasy che prende lo spunto da una realtà storica o geografica vera. Per capirci (o almeno spero), ho trovato “strano “ il tuo racconto (anche se ti ho già detto che è interessante e originale) solo perché si dipana in una realtà veramente esistita. Questo non riesco ad accettarlo perché , per me, il fantasy si deve sviluppare in un mondo fantastico dove i draghi possono portare sul loro dorso interi eserciti, e dove un Mago decide di sacrificarsi in una città di nani all’interno di una montagna. Le commistioni di generi diversi non fanno per me.

Lo so non esiste solo il bianco e il nero ma anche una infinità di altri colori, ma per me il “fantasy-realistico” è una forzatura.

Ad esempio, non amo la serie della Troisi de la ragazza drago…. Non ci riesco è più forte di me. Mentre accetto completamente i libri scritti da Manfredi perché hanno una base storica di cemento armato e perché non li annovero tra i libri fantasy: sono libri storici , romanzati , ma sempre storici.

Quindi capisci perché il tuo racconto mi ha spiazzato?? Non riesco ad inserirlo in un genere. Non so se è storico o fantasy perché, secondo me, questi due generi non possono essere mischiati.

Mi rendo conto che questo è un grande scoglio che non riesco a superare e che mi preclude la visione di un altro mondo letterario.

Ma può anche darsi che riesca a cambiare la mia visione delle cose, sai ho abbastanza FIDUCIA nelle mie CAPACITA’. Poi proprio come Boromir, posso imparare dai miei errori e cercare di redimermi.


Erin
18/03/2013 14:12
 
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Ieri sera ho cercato, invano (la risposta da me postata non mi soddisfa), di fare un sunto del tuo ultimo post. Mi hai soverchiato con le tue risposte e delucidazioni.
Lo ammetto, non sono un tipo “catartico”, purtroppo sono istintiva ed ho le cellule grigie e le sinapsi del mio cervello che corrono troppo.
E’ anche per questo motivo che leggo autori giapponesi, per trovare un po’ di pace e per capire come fermare la mia mente ma, come vedi, senza successo. Quindi quando sono arrivata alla tua spiegazione del “pifferaio magico Michele” mi sono sentita affogare dalle informazioni.
Ammettilo l’hai fatto apposta e ti sei pure divertito…. Vero??
Già mi immagino; mentre scrivevi avevi il sorrisetto maligno di Raistlin …. (altro personaggio da me preferito…. Mi piacciono gli ambigui e complicati…. C’è da pensare).

Che posso dire circa le tue spiegazioni?? Nulla…. Sono basita: concordo con quello che hai detto e, ti sembrerà strano, ho capito tutto. Mentre leggevo una idea malsana ha fatto capolino. Non Hai creato l’omissis per spiegarmi la procedura di divulgazione della peste e del perché Michele ne sembra quasi immune, vero??( si ho capito non è completamente immune perché poi ne morirà… ti prego non ricominciamo) ma era già tutto nella tua mente….. Se così fosse è leggermente sconcertante anche se plausibile.
Per scrivere un libro bisogna conoscerne i vari aspetti e studiarne i minimi dettagli, un lavoro da certosino.
Complimenti.

Erin
20/03/2013 22:28
 
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diciamo solo che non trovo educato starnutire su quello che scrivo.
In fondo c'è la remota possibilità che qualcuno lo legga; sarebbe tremendamente scortese da parte mia farglielo trovare tutto sputacchiato, non ti pare? personalmente, trovo sconcertante (ed un pochino avvilente) il contrario.

no, non mi pare assurdo un drago che trasporta un "esercituccolo" (non ricordo più se si parlasse di una trentina o un centinaio di uomini...)se il drago è abbastanza grande, con abbastanza superficie e deportanza alare o con aria abbastanza densa. Altro conto sarebbe se dopo tot pagine quello stesso drago si accoccolasse sul divano per farsi fare i grattini dal padroncino...

ErinOak, 17/03/2013 22:37:


Credo che ci siamo addentrati in un territorio pieno di sabbie mobili, e per di più solo iniziando a parlare di un libro. Questo per me significa andare al di là di ogni mio più intimo desiderio.


vuoi dire che non ti aspettavi che il discorso seguisse un'iperbole tanto ampia o che non è tua intenzione scendere così nel personale?

non è mia intenzione sindacare sulle tue preferenze, sono solo tue e non ho l'arroganza di dire quale sia il modo "giusto" di leggere, però permettimi di farti presente che una larga fetta di letteratura di tutti i tempi contempla il fantastico nella storia "reale" dalla mitologia greca e norrena passando per buona parte della letteratura del secolo scorso, dalle epopee medievali fino ai grandi maestri dell'horror, dalle religioni di qualsiasi natura fino alle leggende strettamente legate al folklore popolare e via dicendo.
insomma, ti stai precludendo una quantità ENORME di belle storie che vale (verrebbe, dato che anche questo è un parere personale) la pena conoscere...


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Sinceramente non credevo che il discorso , partito da Frodo sul suo essere o meno un eroe , arrivasse ad argomenti così distanti. Per quanto riguarda entrare nel personale, non ho nessun problema . Quando parlo di letture entro nel personale, perché leggere tocca la parte più intima dell’uomo. Le opinioni che si creano leggendo sono sempre diverse a seconda dei punti dell’animo umano toccati dal libro.
E’ per questo motivo che mi piace parlare di libri. In questo modo riesco a scoprire veramente le parti più recondite di una persona, senza aver bisogno di un interrogatorio con “sputa il rospo!!!” e lampada a 3000 watt puntata sul volto. Sono incuriosita dal genere umano e, cercando di conoscerlo a fondo, riesco ad imparare molte cose anche, talvolta, a tornare sui miei passi e a cambiare opinione.

Per quanto riguarda il mio “problema” con il fantastico-reale , tutti gli esempi da te portati fanno parte del mito e non del fantasy.

C’è una bella differenza.

La letteratura mitologica nacque nell’antichità per cercare di dare delle spiegazioni alle grandi domande che affliggevano l’uomo: chi siamo, da dove veniamo. E non iniziare a discutere anche su questo please. La differenza tra Mito, Fantasy, e Realtà l’ho studiata neanche un mese fa con la mia bimba. Sono abbastanza ferrata sull’argomento.
Se non erro anche Tolkien si rifece alla saga mitologica dei Nibelunghi per il suo Signore degli Anelli. E’ stato lui a creare il genere Fantasy come lo si intende oggi. Anche se credo che le sue opere vadano ben al di là di questo genere. Solo pensare all’immenso lavoro di creazione che c’è dietro i suoi scritti!. Non ti stò neanche ad elencare tutto quello da lui creato perché presuppongo che tu già lo sappia.

Dato questo piccolo presupposto, non mi precludo nessun tipo di lettura. Leggo di tutto (anche troppo) ed è grazie alla varietà delle letture che riesco a farmi un’idea di ciò che mi piace o meno (ti ricordo che non esistono libri di serie B per me!). Non ho precluso neanche la lettura del tuo racconto, ed anzi mi ha dato così tanto fastidio che mi sono interessata e ti ho chiesto delucidazioni. O preferivi rimanere nell’ombra??
Quando incontro un libro nel quale “non credo” ,del genere di cui abbiamo parlato, non lo butto nel fuoco e nemmeno lo straccio in piccoli pezzetti. Lo leggo, certo con fatica, però una volta finito stai certo che anche quel libro mi ha dato qualcosa. Non so ancora cosa, ma prima o poi lo capirò.

Erin

P.S. : non dirmi che da questi nostri 80 post non hai imparato niente… o mi metto a piangere (ti faccio vedere un parte debole di me …. Ma solo questa volta)

21/03/2013 18:12
 
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giochino finito (forse...)
ma no cara non piangere. su, su che non è niente...

è proprio per questo appassionato scambio di opinioni (dal quale ho appreso che si può mettere il titolo anche al singolo post come vedi...)che mi risulta del tutto inconciliabile la tua propensione a leggere di tutto con l'evidente tendenza a categorizzare in comparti stagni.

ErinOak, 21/03/2013 14:29:


La differenza tra Mito, Fantasy, e Realtà l’ho studiata neanche un mese fa con la mia bimba. Sono abbastanza ferrata sull’argomento.



Appunto; io trovo poco o nulla di differenze fra queste categorie, MA eviterò di chiedere lumi (contenta???) limitandomi invece a convenire sul fatto che non siamo d'accordo.


[Modificato da Prosdszt 21/03/2013 18:14]


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Non si finisce mai di imparare
.... io invece non ho capito ancora come fai a fare quel riquadro con la frase presa da un altro post. Con il copia del tasto destro del mouse no perchè l'ho provato.... poi me lo spieghi??

Comunque guarda, sono sempre pronta a discutere su tutto quello che vuoi, sono aperta al mondo e non categorizzo come dici tu. Conosco solo i miei limiti, cerco di superarli, ma so bene di essere umana quindi limitata e imperfetta.

Sono troppo cosciente di me?? forse, sarà l'età....

Il prossimo argomento lo lascio a te dato che questa volta sono venuta a "stuzzicarti" io, certo se non ti sei annoiato troppo a discorrere con me....


Erin
28/07/2013 22:45
 
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chiedo venia a chiunque si troverà a passare di qui in futuro.

sembra che vi siano ragioni amministrative per cui lasciare il mio racconto su di una pagina pubblica lo porterebbe ad essere considerato come "edito" impedendomi quindi di poterlo utilizzare in concorsi o pubblicazioni future.

Mi vedo quindi costretto a rimuovere lo scritto dal sito (sempre ammesso che possa farlo... qualcuno ha qualcosa in contrario???) ed a scusarmi per la mia leggerezza. non ero a conoscenza del fatto ed avrei dovuto informarmi prima. colpa mia.

Prometto che provvederò appena possibile a fustigarmi sulla pubblica piazza. qualora vorreste presenziare vi farò sapere quando e dove di preciso.
a voi l'incarico di procurarvi verghe adeguate...


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