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Pubblicare un romanzo su un blog(..?)

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2012 11:24
19/09/2012 19:16
 
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LORD
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***** Aredhel Alcarin *****
*..del Puledro Impennato *
Re:
Prosdszt, 17/09/2012 16.56:


[SM=x1263950]

Perchè? c'è ancora qualcuno che fa editing seriamente? questo lavoro non era stato dismesso con l'avvento dei correttori automatici?

sono assolutamente daccordo con te, l'editing non è solo cosa buona e giusta, ma FONDAMENTALE E DOVEROSA, non solo per mero interesse, ma anche e soprattutto (abbi pazienza, io sono solo un lettore) per rispetto verso chi andrà a leggere. ma considera che cosa fà un editor: dacche mi risulta, l'analisi di un testo avviene su tre diversi livelli

un controllo ortografico e della sintassi
volto a correggere l'uso improprio di un termine, la coniugazione di un verbo, l'errore di battitura ed il maledettissimo accento su perchè. su questo c'è poco da dire, a parte il fatto che qualunque professore delle medie può tranquillamente gestire ciò che resta dopo la scrematura del controllo ortografico di word, nonostante questo, praticamente IN OGNI LIBRO che ho (o abbia?)letto se ne trovano, in alcuni più che in altri o più vistosi, comunque quasi nessuno ne è privo (e suppongo che il quasi dipenda più da una mia disattenzione che da altro...)

un controllo sullo scritto in sè, praticamente sullo "stile"
che è probabilmente la parte più tecnica e meno intuitiva. dovrebbe prendere in considerazione il COME è stato scritto il libro, considerando la costruzione della frase in funzione dell'evento descritto, la gestione del punto di vista, l'utilizzo della data parola o verbo piuttosto di un sinonimo e via dicendo.
tanto per capirci chi svolge questa parte è quello che dovrebbe andare a dire a Robin Hobb che è fastidioso quando scrive che "tizio stava per dire..." e lo fa seguire da un dialogo dive tizio dice. a David Eddings che mettere l'imprevedibile colpo di scena a tre quarti di un libro è idiota se chiunque ha già capito chi è Garion fin dall'incipit, a Terry Brooks che trenta pagine di una descrizione qualsiasi sono troppe, a Maggie Furey che non si può descrivere un combattimento di tre ore in "un mulinare di spade, stoccate e parate, fendenti ed affondi da cui Aurian risultò vincitrice" (no, non scrive proprio così, sto andando a memoria, ma non è poi molto dissimile...)
oppure dovrebbe dire a me (lo sò, non dovrei mettermi sullo stesso piano dei principianti, ma a me piace vincere facile sicchè...) che non è ne ho ne abbia il verbo giusto in questo caso, ma lessi.
la parte più complessa perchè un analisi del genere non viene istintiva leggendo, ma occorre avere competenze specifiche ed esperienza anche solo per notare in un testo una imperfezione del genere. nella stragrande maggioranza dei casi viene rilevata come un fastidioso "non sò che" difficile da identificare che disturba la lettura ed abbassa l'indice di gradimento.Per questo la considero forse la più importante, e chiunque svolga questa parte dovrebbe essere qualificato a farlo. da quanto sembra leggendo, MOLTO POCHI sono qualificati (oppure non si applicano)

ed un controllo logico e storico
che valuti la costruzione della trama e la coerenza di ciò che viene scritto. dovrebbe cioè controllare che gli occhi verdi di pagina 15 no divengano marroni a pagina 37 ad esempio, ma anche, e più importante, dovrebbe valutare se effettivamente un colpo di spada può tagliare a metà un soldato in armatura, se le meccaniche descritte per il funzionamento della magia sono rispettate per quella specifica palla di fuoco, se quella particolare azione o dialogo è in linea con la caratterizzazione del personaggio e così via.
probabilmente questa è la parte più selettiva, in quanto chi svolge questo compito, oltre alla semplice logica analitica, deve avere un bagaglio di conoscenze enormi (elementi di anatomia, medicina, biomeccanica, metallurgia, oplologia, scherma, strategia e tattica sono necessari solo per poter valutare un combattimento, figuratevi un libro...) oltre ad essere quella che più di ogni altra va ad influire sul giudizio di un lettore (credo valga più o meno per tutti, se una storia coerente ed appassionante è scritta con uno stile atroce il libro non supera la sufficenza ma non và sotto di molto, se con uno stile perfetto si scrive una stronzata illogica e accrocchiata il libro è uno schifo. siamo daccordo?) e quindi dovrebbe essere la parte più curata (proprio perchè da essa dipenderà il giudizio finale, ancora più importante nella narrativa di genere, dove vai a sottoporre un testo a gente che bene o male sa di cosa si stà parlando)
ed invece si trova (sempre parlando del primo cretino che passa per strada...)
arzilli vecchietti artritici che troncano a metà le freccie in volo con un'ascia, baldi re decaduti con il pallino dei roghi del tutto insensibili al calo di pressione sanguigna derivata dall'avere un braccio staccato a morsi oltre ad un altro centinaio di ferite, maghi che distolgono gli occhi da quelli di un drago, appollaiato in cima ad una rocca a qualche centinaio di metri di distanza, dopo aver ricordato a se stesso di non guardare un drago negli occhi o sarebbe stato perduto, spade in acciaio damascato che dopo essere state fuse rimangono damascate (oltretutto, fondendo una spada da guerra NON si ottengono due spade lunghe...) e spade da 6 braccia (qualcosa più di tre metri, dipendentemente da quale braccio si considera...), profezie che si attivano solo dopo essere state pronunciate e magie che rimangono attive per millenni nonostante metà di ciò che le compone sia stato asportato dalla realtà e sigillato, draghi che volano nello spazio aperto con cavalieri in groppa che non muoiono, nanetti dai piedi pelosi che dopo una intera vita a preoccuparsi della corretta stagionatura della salama con l'aglio attraversano mezzo mondo per distruggere il malvagio signore del male da soli, maghi che si sentono in dovere di conquistare il mondo con le armi prima di scatenare l'incantesimo studiato e preparato anni or sono che lo distruggerà come da loro desiderio, apprendisti dell'elite guerriera mandati in battaglia con tuniche dai colori sgargianti per evitare che gli arcieri nemici li manchino per sbaglio, all'attacco di una rocca assediata che sta gia cedendo per fame, eroi che ottengono cuori dei cuori dei draghi a bancali dopo che per tre libri e mezzo hai ripetuto e ribadito che non ce n'erano più, draghi di pietra che si cibano di ricordi e smaterializzano fisicamente le persone (ma solo alcune volte) e arti di manipolazione mentale che permettono di costruire strade e città.
si potrebbe continuare, continuare e continuare ancora, il punto è che l'aspetto più peculiare della narrativa di genere, dove l'editin dovrebbe svolgere gran parte della sua ragion d'essere, molto spesso viene glissato senza remore (se qualcuno si fosse preso la briga di "leggere" ciò che stava leggendo buona parte delle minchiate di cui sopra sarebbero state facilmente co

Srrette, e probabilmente avremmo un paio di incapaci in meno a definirsi scrittori...)

in conclusione, tu parli di editing, io parlo di case editrici che l'editing lo fanno con il controllo ortografico di word cliccano compulsivamente su "ignora questa volta". non voglio offenderti, non ho ancora letto nulla della plesio, quindi non faccio riferimento anche a voi per partito preso, ma visto ciò che abbiamo letto e, ancora peggio, stiamo continuando a leggere, sei davvero sicura che le case editrici si preoccupino dell'editing al posto dello scrittore?




Sono in linea di massima d'accordo con te.
Il lavoro che tu chiami editing in riferimento a quanto operato nella grande maggioranza dei casi (stando a quanto scrivi) è in realtà una correzione bozze. Lo sottolineo perchè spesso le piccole case editrici specificano la preferenza per l'uno o l'altro metodo, ma l'esordiente tende a non considerare la sostanziale differenza che intercorre tra le due cose (almeno, io non l'ho fatto), magari lamentandosene poi.

Giustissimo il discorso che fai, anche sui grandi nomi. Ma i grandi nomi sono sorretti da una potenzialità di vendita che può far chiudere un occhio su questi aspetti. È massicciamente presente in libreria e sorretto da una campagna pubblicitaria? Allora si vende, cosa mi interessa di farlo editare a 4,00 € a cartella?

Non sono affatto sicura che le case editrici si preoccupino dell'editing al posto dello scrittore, ogni realtà è un caso unico, ma quanto noto in giro come scelta ricorrente delle realtà medio-piccole è la tendenza a optare per un editing di medio livello, ovviamente per i costi dimezzati, che è comunque infinitamente superiore a un editing fai-da-te. Come cartina tornasole di ciò t'invito a leggere una qualsiasi opera prodotta in proprio non passata sotto le mani di un professionista. A volte se ne trovano anche di scaricabili gratuitamente.

Vogliamo poi parlare degli editor? Chi sono? Chi li ha qualificati? Non hai idea di quanti sedicenti editor inviino i propri curricula nelle redazioni, per poi rivelarsi poco più che semplici lettori e screditare tutta la categoria.

Ma il punto, per tagliare, non è questo. Il focus non è sugli editori o sugli editor, ma sulla possibilità di stamparsi il libro in autonomia. Ebbene, come dicevo, io sono favorevole. Lo può fare chiunque, ma per dare rilevanza al lavoro è necessario l'intervento di un professionista, il cui costo è da aggiungere alle spese di produzione, distribuzione e pubblicità.




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