«Altissima Madre, creatrice del mondo, invoco il vostro aiuto, necessito della vostra guida» sussurrò Eileen. Era inginocchiata, con le mani strette in grembo e il capo chino. Una lacrima le rigò la guancia.
Sentì un rumore di passi. Si fermarono di fronte alla sua stanza. Eileen alzò il capo, gli occhi sbarrati. Una chiave girò nella serratura.
«No» sussurrò Eileen. Le ferite sulla schiena ancora bruciavano.
La porta si aprì.
«È ora della luneta!».
«Vi prego» implorò Leen. «Vi prego, non…».
«Zitta!».
Venne avviluppata da funi invisibili e portata due passi sopra il pavimento. La donna la guardò con un sorriso sul volto. Aveva lunghi capelli neri, mossi, e iridi ancor più scure. Si avvicinò, fissandola negli occhi. Tra le mani stringeva un otre.
«Hai sete, cara Sacerdotessa?» chiese con dolcezza.
Eileen annuì. Il cuore le batteva contro il petto, lo stomaco era stretto in una morsa di paura.
«Bevi».
Le portò l’otre alla bocca. Leen chiuse gli occhi e dischiuse le labbra. Un liquido caldo, amaro, corse lungo la sua gola, scottandola. Si costrinse a non urlare. “Devo farcela, ora finirà, devo essere forte…”. Strinse gli occhi. Le lacrime sgorgavano copiose.
La luneta terminò.
«Ne vuoi altra?» chiese soave la donna.
Eileen non rispose; la guardò impassibile, cercando di reprimere il dolore.
«Rispondi!» urlò.
Leen abbassò lo sguardo.
«Bene, non vuoi rispondere…». Sul viso della donna comparve una smorfia.
Eileen strillò. Una prima frustata l’aveva colpita sulla schiena. Continuò a gridare, mentre la donna scatenava il Potere contro di lei.
«Sheridan, basta».
Le frustate cessarono: sull’uscio della porta era comparso il principe Sloan.
Le funi invisibili scomparvero e Eileen si accasciò sul pavimento. Alzò lo sguardo verso Sloan, implorante.
«Fratello, vedo che ti sei rimesso» esclamò Sheridan, gioiosa.
Gli occhi di Leen corsero dall’uno all’altro.
«Non dovrai mai più avvicinarti alla Sacerdotessa, è chiaro?» disse Sloan, glaciale. Il viso di Sheridan si incupì. «Vattene, ora».
«Come comandi» mormorò Sheridan. Lanciò uno sguardo d’odio a Eileen e uscì dalla camera.
Sloan si inginocchiò accanto a Leen. Il suo profumo la inebriò.
«Perdonatemi, Sacerdotessa, per ciò che vi ho fatto». Le porse la mano destra. «Non accadrà mai più, ve lo prometto».
Eileen osservò il suo viso: aveva un’espressione seria e al contempo sincera. Non poteva fare altro che fidarsi di lui.
Appoggiò la mano sinistra sul suo palmo e il principe la aiutò ad alzarsi.
----------
La conoscenza è potere.
http://ilvascellodegliscrittori.forumfree.it/