L’affermazione con cui lo gnomo aveva accolto il gruppo, non appena True e gli altri fecero il loro ingresso alla locanda, fece sorridere Isil e per un attimo le sembrò di ritrovare una vaga tranquillità. Cercò, per prima cosa, il volto di True, nella speranza di leggere nei suoi occhi qualcosa che le spiegasse le ragioni dello strano cedimento di poco prima:
Bentornato, mio signore, sono felice che stiate tutti bene.
Le parole erano cordiali e sincere, ma il suo tono di voce risuonò tagliente come una ventata gelida nelle mattine invernali. Decise di chiedere a Nettuno di interrompere, almeno per un po’, il contatto mentale con lui, dando, così, a True il tempo di pensare per conto suo.
Avete bisogno di chiarirvi le idee e di riflettere sull’accaduto, mio signore…sapete meglio di tutti cosa c’è in gioco…ed è inutile dirvi che io faccio molto affidamento su di voi…
Si voltò e si avvicinò a Nymeria, Regina di Aurendor. L'aveva riconosciuta appena l'aveva vista entrare alla locanda. Le parlò con profondo rispetto e tono sommesso, cercando di non farsi sentire troppo dagli altri, soprattutto dai nuovi arrivati.
Mia Regina, dovreste conoscermi. L'Alto Guardiano vi ha parlato di me. Sono Isil, Guardiana Celeste nel nome di Nettuno, della Congrega dei Celesti. Sono qui per servire voi, il Regno e questa Compagnia.
Dopo essersi congedata dalla Regina, corse a salutare Guntram e Mastro Orik con un delicato e familiare inchino, felice di risentire i brontolii del nano e le battute del kender.
E adesso? Come avrebbe dovuto comportarsi con i nuovi arrivati? Cercò nel repertorio dei sorrisi e ne trovò uno che sperava sembrasse il più naturale possibile. L’aura solenne dell’elfo la mise immediatamente a disagio; il mezz’elfo le sembrò simpatico e l’elfa che, a prima vista, le sembrò una bambina, la fissava con un sorrisetto dispettoso.
E’ un piacere conoscervi, amici. Io sono Isil e non è da molto che faccio parte di questa Compagnia…
[Modificato da TheSlayer78 30/06/2008 13:38]
"Sognatore è chi trova la sua via alla luce della luna, punito perchè vede l'alba prima degli altri"
(O. Wilde)