benvenuti nel mio mondo fantasy

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kroth2390
00lunedì 20 agosto 2012 00:11
prime righe del mio libro appena iniziato a scrivere
bene bene cari amici del forum:) spero che oramai le vacanze siano finite e che vorrete fare due chiacchiere con me e dare una breve letta alle prime righe del mio romanzo fantasy, anche se così non lo si può chiamare visto che l'ho scritto io. è la prima volta che provo a scriverne uno e tratta un mondo chiamato dominia, dove esistono persone speciali chiamate domatori che possono immagazzinare in oggetti specifici le anime dei vari esseri che popolano questo mondo. ora il più potente ma anche il più malvagio di questi esseri ha deciso di distruggere il mondo di dominia. spetta a un gruppo di eroi, alla cui testa riluce il prescelto dal fato, salvare il loro mondo attraversando tutti i continenti alla ricerca del potere del domatore supremo...riusciranno i nostri eroi a trovare questo misterioso potere? o periranno nell'impresa...bè...nemmeno io lo so;) però spero che un giorno potrete saperlo tutti leggendo il mio libro se dio vorrà:)

ora posto alcune righe dell'inizio del romanzo:

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le cronache del domatore delle rocce
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Capitolo 1 : VALNIA

Non era mai caduta la neve a Valnia. Eppure quella mattina la piccola cittadella si era risvegliata sotto una spessa coltre di fredda materia bianca. Gli alberi, solitamente verdi come solo le cure dei Valniani sapevano far divenire, sembravano oppressi dai cumuli che si erano formati durante la notte, come se quella splendida terribile sostanza che vi si era posata sopra li avesse corrosi dall’interno togliendogli ogni energia. Le piccole abitazioni in legno di quercia erano state coperte quasi interamente, come se qualcuno avesse voluto nasconderle agli occhi benevoli dell’estate… si, perché quella era una mattina d’estate. Appena fuori dal villaggio un uomo completamente vestito di bianco, quasi a volersi nascondere in mezzo alla coltre, guardava l’orizzonte. Dalle sue deboli e violacee labbra uscirono come un sospiro parole poco rassicuranti:
-ancora una volta il tempo cambia…e ancora una volta dovremo lottare…-
Raven aprì gli occhi di malavoglia, gli sembrava troppo presto per svegliarsi, per di più la sera prima era rimasto fuori più del dovuto a lavorare nel campo e non aveva ne la voglia ne la forza per alzare le gambe ancora intorpidite dal sonno e dal calore della coperta di cervo. Ne fu costretto però quando una voce tanto forte quanto familiare lo fece trasalire:
-Raven!Raven! maledizione figliolo svegliati e vieni giù di corsa c’è bisogno di te!-
Con uno sbuffo il ragazzo si alzò dal letto e si avvicinò lentamente verso la bacinella d’ acqua ghiacciata che sicuramente lo avrebbe svegliato meglio delle grida del padre. Bastò il solo contatto con l’acqua sulle mani e i suoi sensi si risvegliarono di colpo facendolo rabbrividire da capo a piedi. Con uno sforzo quasi sovrumano, Raven immerse le mani nella bacinella e con un gesto sconsolato si rovesciò una buona quantità d’acqua in faccia. Un immediato senso di gelo insostenibile lo ricoprì fino alle spalle mentre rivoli di ghiaccio gli scendevano fin dietro la schiena e il ragazzo dovette stringere i denti fino allo spasmo per non gridare, sapeva che a breve il dolore sarebbe cessato e non voleva certo che i suoi amici lo prendessero ancora in giro perché “non sopportava nemmeno l’acqua del mattino”. Una volta concluso l’ingrato compito, come ogni mattina negli ultimi quattordici anni, andò di malavoglia sul fianco del suo piccolo letto in rovere e prese i pantaloni di pelle di cinghiale che suo padre aveva tentato di cucire per lui e se li infilò con non pochi problemi, non gli erano mai piaciuti quei pantaloni, tutti gli altri ragazzi avevano pantaloni di cinghiale ma lui era l’unico che li avesse bianchi, il padre gli aveva detto che erano rari i cinghiali bianchi e doveva essere fiero di portarli, ma i ragazzi del villaggio lo prendevano sempre in giro chiamandolo “il diverso”. Messi i pantaloni fu la volta della giacca di stoffa viola e il suo adorato mantello. Raven non se lo toglieva mai tranne per andare a dormire e non se ne separava nemmeno in quei momenti perché era l’unico ricordo che gli rimaneva di sua madre.
Savaline, così si chiamava la splendida creatura che lo aveva messo al mondo, il ragazzo si ricordava ogni singolo attimo della loro vita insieme e di tutto l’amore che lei era riuscita a donargli nel poco tempo in cui erano stati insieme; quando ogni mattina veniva svegliato dai suoi dolci baci, quando lei e suo padre lo portavano nella foresta di Teorn a raccogliere i germogli freschi e quando passavano tutta la giornata a preparare biscotti verderecci, i suoi preferiti..
Risvegliandosi dai suoi malinconici pensieri Raven si allacciò il mantello col piccolo stemmino d’oro con l’iniziale di sua madre e controllò nella tasca interna come faceva ogni giorno, il suo tesoro era ancora li, l’ultimo oggetto che la madre gli aveva lasciato prima di morire a causa di una malattia terribile che i cittadini di Valnia chiamavano “richiamo d’inverno”.
Chiuse gli occhi mentre stringeva tra le mani quella strana pietra color porpora e rivide sua madre, pallida e magra come un vecchio albero ormai giunto alla fine della sua vita, rivide il suo volto che anche nella morte rimaneva candido come la porcellana; e mentre lacrime sottili gli rigavano il viso, sentì la sua fievole voce pronunciare quelle poche ultime parole che in quattro lunghi anni non aveva mai dimenticato:
- figlio mio..solo tu sai quanto ti ho amato e non ti abbandonerò mai..sarò sempre vicino a te quando ci saranno dei brutti momenti e il mio spirito ti aiuterà a compiere il tuo destino..tieni amore mio..ti dono questo..ora che il mio momento..è arrivato.. un giorno grazie a questa pietra..salverai il nostro popolo..-
-Raven! Insomma ti vuoi muovere!- l’urlo del padre irruppe nella mente di Raven come un ariete su di una porta di legno; il ragazzo si ripulì dalle lacrime che gli stavano iniziando a scorrere lungo il viso e dando un ultima occhiata al suo tesoro si diresse controvoglia verso le scale, coi capelli rossi che gli sventolavano sul viso come al solito. Scese velocemente gli ultimi gradini che lo portarono al piano inferiore della casa e arrivò ansimando sull’ingresso di casa; ad attenderlo c’era suo padre. Bard, così si chiamava, era un omone alto e massiccio come una montagna con dei lunghi capelli rossi proprio come Raven, alla prima occhiata sembrava uno di quegli uomini capaci di uccidere un orso con la sola forza di una mano, ma Raven lo conosceva bene e sapeva che non poteva far male a una mosca e che la morte di Savaline lo aveva sconvolto come nient’altro in tutta la sua vita. Bard aveva dei grandi occhi scuri e una carnagione lievemente arrossata a causa delle troppe bevute e del sole cocente sotto cui stava tutti i giorni, il suo volto esprimeva un ironia quasi naturale ma Raven era suo figlio e vedeva che dentro di lui c’era ancora tanta sofferenza per la grave perdita. Bard lo attendeva con le grosse braccia conserte e un guizzo impercettibile degli occhi fece capire al ragazzo che era nei guai.-coraggio dormiglione che non sei altro!- proruppe con la sua voce baritonale – oggi c’è un sacco da fare, mentre tu dormivi beato qua è successo un disastro..bah! meglio che vieni a vedere con i tuoi occhi..- detto ciò si diresse a grandi passi verso la porta e con un gesto stizzito la spalancò completamente. Bastò un attimo e tutta la stanza fu investita da una strana nebbiolina bianca e Raven si sentì gelare i piedi mentre una strana materia bianca iniziava a farsi strada dall’ingresso della casa. – cosa sta succedendo babbo!- urlò spaventato – cos’è questa roba fredda e perché fuori è tutto bianco?- il suo tono era più spaventato che sorpreso e questo fece sorridere il padre. – questa ragazzo mio è neve – rispose mentre giocherellava con una vanga dal manico di legno – tu non l’hai mai vista perché qui a Valnia viene molto di rado e solo nella stagione invernale.. o almeno così dovrebbe essere..- Raven pensò per un attimo di aver intravisto un barlume di paura in quegli occhi sempre così rassicuranti, ma il padre non gli lasciò il tempo di sincerarsene e con una sonora risata lo afferrò senza il minimo sforzo e in un secondo si precipitò fuori dalla casetta calda e sicura; Raven sentì un gelo quasi insopportabile ricoprirlo da capo a piedi e cominciò a urlare e scalciare, ma le sue urla erano coperte dalle sonore risate del padre che, dopo alcuni passi che lasciarono delle grosse impronte sul suolo bianco, senza nessun preavviso lo lanciò in aria gridando: - coraggio figliolo, rinfrescati un po’ le idee! – Raven vide il terreno bianco avvicinarsi a gran velocità e si preparò a un atterraggio doloroso, ma quando toccò terra rimase senza fiato. Gli sembrò che tutto intorno a lui fosse diventato completamente bianco, quella strana sostanza bianca si insinuava ovunque e quando si accorse che gli si era insinuata anche dentro i suoi abiti, si alzò gridando mentre ogni singola fibra muscolare del suo corpo lottava per non intorpidirsi a causa del gelo. Non fece in tempo a riprendersi dallo shock che una nuova dose di neve lo colpì con forza in pieno viso. Pochi secondi dopo una lunga e stridula risata gli fece capire che era arrivato il suo amico Ren. L’ amico di sempre era alto circa quanto Raven, aveva dei corti capelli neri a spazzola e gli occhi erano di un azzurro intenso che sembrava ancora più luminoso intorno a tutto quel bianco della neve; lo sguardo del ragazzo lasciava trasparire non poco divertimento e ben presto una nuova raffica di neve mancò di poco la spalla di Raven. – coraggio Raven vieni a darci una mano se non vuoi che ti ricopra con questa roba! – il nuovo avvertimento costrinse Raven a riprendersi in fretta e a muoversi velocemente verso l’amico, ma questi in un solo balzo si portò a distanza di sicurezza ridacchiando divertito. Raven sapeva di non avere speranze contro di lui, come del resto non ne aveva mai avute con nessuno nel villaggio, fin da bambino il suo fisico era sempre stato gracile e minuto e mentre lui era cresciuto solo di qualche centimetro negli ultimi anni ;Ren si era alzato molto, tanto che i suoi genitori si erano convinti che non potesse essere figlio loro, inoltre il ragazzo era molto portato per i combattimenti e per questo se ne era andato di casa molto presto per intraprendere la carriera di guardia dei campi. Da quel momento Ren era sempre vissuto nella caserma delle guardie che si trovava al limitare col bosco e aveva imparato a cavarsela da solo. A soli sedici anni era diventato guardia della foresta di Teorn e spesso aveva aiutato gli abitanti di Valnia contro gli attacchi di bestie feroci o contro infestazioni di famelici roditori. – allora raven!- l’urlo riscosse nuovamente il ragazzo dai suoi pensieri – come ci si sente a subire la mia infinita forza eh!- ancora scosso dall’ultimo colpo Raven riuscì a malapena a sorridere; cavoli! -pensò- mi sono svegliato da neanche dieci minuti e già mi stanno prendendo in giro tutti..che ho fatto di male?! Ma i suoi pensieri vennero nuovamente interrotti da suo padre che avvicinandosi a loro con la vanga sbottò: - coraggio ragazzi basta giocare e poltrire adesso! – lanciò a Raven la pala mozzandogli il fiato e rivolgendosi ad entrambi sbuffò: - pulite tutto e togliete la neve dall’ingresso e anche nel campo dietro casa o quest’anno il raccolto lo vedremo solo nelle preghiere alla dea natura.-
Ren sfilò da dietro la schiena la sua pala da lavoro e avviandosi verso l’ingresso della casa chiamò Raven: -dai Rav! Ti vuoi muovere o devo fare tutto da solo? – Raven non si fece aspettare oltre e presa a fatica la pala iniziarono a spalare la neve.
Fu un lavoro estenuante e dopo soli pochi minuti Raven era già distrutto. Quella pala sembrava pesare una tonnellata e quella neve così soffice e malleabile pesava forse anche di più. Mentre faticava per portare via un nuovo cumulo di neve mischiata a terra e piantine, non potè fare a meno di notare che Ren era molto meno in difficoltà; il ragazzo faceva avanti indietro come se non sentisse nemmeno la fatica, si era tolto la giacca e nonostante il freddo sembrava stare benissimo e Raven poteva vedere i muscoli delle braccia e delle spalle che guizzavano mentre sollevava il carretto con cui spostava la neve vicino agli alberi della casa.
-allora Raven! Che facciamo dopo? Andiamo nella foresta vero? Chissà quanti animali morti potremo trovare adesso che fa così freddo – l’improvvisa risata che seguì risvegliò nuovamente Raven che dopo un attimo rispose: - non possiamo Ren. dobbiamo finire di pulire nel campo l’hai sentito mio padre.. – ma come sei noioso!- rispose prontamente Ren mentre spostava un’ altra caretta piena di neve fino al bordo della strada – tanto abbiamo tutta la giornata e poi per quello che fai tu dovrei comunque lavorare soltanto io eheh – Raven guardò stizzito l’amico che capendo l’errore si mise una mano tra i capelli quasi a volerseli staccare e dandosi una sonora pacca in testa disse:- ok ho esagerato, però non mi va di stare tutto il giorno a pulire uno stupido campo.. facciamo così – la luce negli occhi che si accese Raven la conosceva bene e non si aspettava nulla di buono – andiamo a fare solo un giro per il bosco, poi torniamo e ripuliamo tutto quello che vuole tuo padre ok?- i suoi occhi imploranti non lasciavano altra scelta – e va bene – disse in tono sfinito Raven – ma dobbiamo essere qui per ora di pranzo o mio padre si arrabbierà molto.. – tranquillo zucca rossa! – il volto di Ren tradiva volutamente tutta la gioia per aver vinto ancora una volta – coraggio allora cosa stiamo aspettando – prima ancora che Raven potesse aprir bocca si era già fiondato a gran velocità verso la foresta di Teorn.
La foresta era da sempre un luogo magico e varie leggende su di essa parlavano di un misterioso e raro tesoro protetto da un mostro terribile, in molti erano partiti per trovarlo ma tutti erano tornati a mani vuote dicendo che non vi era nulla tranne un mucchio di alberi.
Appena entrati Raven si sentì subito a suo agio, i Valniani amano le foreste e lui più degli altri trovava un gran senso di pace nel trovarsi in quel luogo; spesso girovagava per ore ai confini della foresta raccogliendo germogli e odorando piante mentre la sua mente vagava. Sognava di essere forte, di combattere nelle grandi città del mondo e cavalcare bestie possenti mentre interi eserciti erano al suo comando..poi però tornava coi piedi per terra e la malinconia lo assaliva come una coperta calda e rassicurante, si era sempre nascosto dietro la sua debolezza e in fin dei conti gli piaceva farlo, almeno così poteva sempre contare sull’aiuto degli altri.
Giunti sui confini della foresta Ren si mosse con sicurezza verso la parte più interna della foresta; - hei Ren dove stai andando! – il tono della voce di Raven tradiva il suo terrore al solo pensiero di essere stato nuovamente preso in giro dall’amico – non possiamo andare nella parte profonda della foresta lo sai, e poi tra poco dovremo tornare o rischiamo di perderci. – l’amico si girò mettendosi una mano sugli occhi e con un gesto stizzito disse: - ah Raven Raven, sei proprio una noia mortale, cosa credi che non ci sia mai stato in quella parte della foresta?dimentichi forse che sono una guardia? Non ti preoccupare saremo al villaggio in tempo per fare le faccende di casa..allora ti vuoi muovere! Cos’è quello sguardo terrorizzato? – Raven deglutì sonoramente e rispose: - non voglio andarci li dentro, mio babbo dice che ci sono delle bestie feroci e non ci si deve andare. – lo sguardo divertito di Ren si accentuò forse ancor di più e l’amico scoppiò in una sonora risata: - ahah amico mio non sempre i genitori dicono la verità sai, io ci sono stato e apparte qualche cinghiale non ci sono ne bestie feroci e nemmeno i famosi tesori di cui si parla tanto, dai vieni! – sconfitto dalle parole dell’amico, Raven lo seguì tremando.
Nonostante la paura Raven si rese presto conto che Ren aveva detto la verità, la foresta si faceva sempre più fitta e buia ma non vi era traccia dei mostri e delle belve tanto decantate dagli abitanti del villaggio, inoltre in quei piccoli viali a malapena illuminati dai timidi raggi solari vi era una quiete incredibile che unita al candido colore della neve, che in una sola notte aveva ricoperto ogni singolo arbusto e piantina di quel luogo incantato,faceva sembrare quel luogo quasi magico. Ben presto si ritrovò a girovagare con la mente, immaginando incredibili creature alate e piante parlanti che lo trasportavano ovunque lui volesse, immaginò anche sua madre, che uscendo da un grande fiore rosato lo rassicurava e lo abbracciava, un abbraccio caldo e sincero che gli scioglieva il cuore.. -ehiiiiii rav! Cos’è ti sei già perso! Guarda che se non stai al mio passo arrivano le bestie feroci e ti divorano! Eheh..
la risata stridula dell’amico risvegliò raven che corse verso l’amico ancora scosso dai suoi pensieri. -allora- disse con un filo di voce -ci siamo divertiti abbastanza non credi? Adesso torniamo indietro prima di perderci veramente- ren si girò di scatto e gli rispose come se si trovassero a molti metri di distanza –ma vuoi stare calmo! Ti ho detto che torneremo per pranzo così il tuo paparino non ci prenderà a vangate e poi questa foresta la conosco come le mie tas.. -un improvviso fruscio fece bloccare Ben e i due amici si voltarono all’unisono nella direzione da cui proveniva lo strano rumore. A qualche metro da loro, nascoste dietro un cespuglio, si intravedevano un paio di strane orecchie di un verde molto acceso. -ehi Rav-disse Ben con un filo di voce e intimando all’amico di fare silenzio- quello dev’ essere un coniglio silvestre, sono molto rari e difficili da catturare, pensa se ne portiamo uno al villaggio, scommetto che faremo un figurone con tuo padre e col sindaco!- con un gesto disse all’ amico di spostarsi sulla destra, mentre lui si avvicinava lentamente al cespuglio. Raven intuì subito che l’amico voleva accerchiare la bestiola per non lasciargli via di fuga e un sentimento misto di ammirazione e gelosia gli si insinuò nella mente, ma non ebbe tempo di pensarci perché intanto Ben era a qualche passo dalla bestia e con un agile balzo si fiondò nel cespuglio creando una nuvola di neve e germogli rinsecchiti, Raven si aspettava di vederlo uscire dal cespuglio ormai distrutto con tra le braccia la sua preda, ma si dovette ricredere quando vide un grosso coniglio venirgli incontro a gran velocità, terrorizzato chiuse gli occhi e si coprì il viso con le braccia aspettando lo scontro con l’animale, ma dopo alcuni secondi socchiuse gli occhi e vide la creatura a pochi passi da lui che lo guardava. È davvero bello questo coniglio silvano.. silvestro.. o come si chiama-pensò mentre lo fissava incredulo; e in effetti era davvero particolare: il suo pelo era di un lucente verde acqua e aveva un muso sinuoso e paffuto con una miriade di baffetti lunghi e trasparenti, ma la cosa davvero incredibile erano i suoi occhi..grandi e rotondi come non ne aveva mai visti, rilucevano come se rispecchiassero tutto il paesaggio circostante, sembrava addirittura che cambiassero continuamente colore. Raven sarebbe rimasto li impalato chissà quanto altro tempo se un grido non lo avesse risvegliato improvvisamente: - rav! Ma che diavolo fai! prendi quel coniglio o fuggirà- Raven ebbe un sussulto ma non fece in tempo a muovere un muscolo che la creaturina gli si fiondò tra le gambe e corse via saltellando tra i mucchi di neve. Con una smorfia Raven gli corse dietro, non voleva certo beccarsi un’altra ramanzina dal suo amico per essersi perso negli occhi di un coniglio. Con uno slancio che sorprese anche lui cominciò a correre a perdifiato, schivando grossi arbusti che avevano ceduto al peso della neve e piccole e scivolose lastre di ghiaccio. Dietro di lui sentiva la voce ansimante di Ren che lo rincorreva gridando ma nella foga della corsa non riusciva a capire cosa diceva –poco importa- pensò –stavolta ce la faccio da solo- ed ecco che improvvisamente vide il coniglio, fermo vicino a un grosso cespuglio al limitare di una collinetta completamente ricoperta dalla neve. Con un ultimo sforzo Raven si lanciò verso l’animale che però all’ultimo momento saltò dentro il cespuglio, il ragazzo finì in mezzo alla neve e scivolando scoprì con orrore cosa si celava dietro il grosso cespuglio.. un crepaccio alto e scivoloso. A niente servì aggrapparsi alle radici del cespuglio che a causa della neve erano umide e traditrici.
Raven cercò di urlare, ma dalla sua bocca uscì solo un rantolo soffocato. Nella sua mente iniziarono a vagare immagini di lui che con un balzo si lanciava nel precipizio, sicuro che una delle sue creature immaginarie lo avrebbe salvato, ma quella non era la realtà, sentiva i polsi bruciare sempre di più e le ginocchia erano piene di dolorose sbucciature nei punti dove sfregava nella nuda roccia del crepaccio, sentì gli occhi chiudersi e capì che ben presto sarebbe tutto finito; immaginò di rivedere sua madre, di riabbracciarla e che finalmente sarebbero stati insieme per sempre.. –rav! Svegliati o giuro che ti lascio cadere!- Rav si svegliò e con iniziale piacere vide il volto del suo caro amico che lo guardava con non poca preoccupazione: -ciao Ren.. sei morto anche tu?..- ma quale morto e morto! Ti sei rimbecillito completamente! Non vedi che stai per scivolare?!- a raven bastò uno sguardo verso il basso e una terribile nausea gli aggrovigliò le viscere. Il crepaccio scendeva per parecchi metri fino a un gruppo di cespugli imbiancati dalla neve, nel terrore più totale strinse con forza la mano dell’amico che con smorfie di dolore tentava di trascinarlo al sicuro, ma la neve era fresca e nonostante il peso irrisorio la mano infreddolita di Ren stava per cedere. Ad un tratto però l’amico ebbe un idea:-rav adesso ti tiro su però mi devi dare una mano ok!?- dalla bocca di raven uscì un si che somigliava molto a un mugolio ma l’amico non se ne degnò-adesso conto fino a tre! poi ti devi dare una grossa spinta in avanti con i piedi d’accordo?- ancora una volta dalla bocca del ragazzo non uscirono che mugolii sommessi;-bene.. allora uno..due..-raven chiuse gli occhi e senza attendere il tre si diede una spinta con tutta la forza che aveva. Gli sembrò quasi di volare, anche con gli occhi chiusi gli parve di sentire una lieve brezza come se tutte le disavventure che stava subendo fossero sparite in un attimo..ma ad un tratto la neve fredda sul viso lo ridestò e aprendo gli occhi vide il suo amico, prima sfocato, poi sempre più nitido, per un attimo pensò che fosse addormentato, disteso sul terreno semi ghiacciato di quella maledetta foresta, poi ren si girò verso di lui con uno sguardo che non gli aveva mai visto prima. Sembrava lo stesso sguardo che aveva suo padre quando da piccolo mangiava troppi biscotti al miele.-hei rav, ma mi dici che ti era venuto in mente!- urlò –potevamo morire te ne rendi conto! Quel coniglio era raro ma non valeva un rischio simile no?- raven arrossì pensando che l’amico aveva pienamente ragione, decise di scusarsi subito in modo da evitare discussioni, voleva andarsene il prima possibile da quella foresta, fece per aprir bocca ma quando incrociò lo sguardo dell’amico rimase interdetto, il suo volto era una perfetta maschera di terrore.-r..rav..dietro di te..-raven fece per girarsi ma poi un sorriso beffardo gli si disegnò sul labbro inferiore,-è no Ren stavolta non me la fai! Non mi fregherai come l’altr..-la frase gli morì tra le labbra, soffocata da un ringhio sinistro e baritono che proveniva da dietro le sue spalle, quel suono gli ricordava tanto lo stomaco di suo padre quando tornava dopo una lunga giornata di lavoro, e sperò con tutto il cuore che fosse davvero quello.
Il ragazzo si girò lentamente mentre l’amico indietreggiava con lo sguardo fisso sulla creatura che avevano davanti, raven aveva già sentito parlare di creature del genere, ma solo nei racconti del padre, ora però era li davanti lui: imponente, peloso, di corporatura liscia ma muscolosa, una folta coda che guizzava a destra e a sinistra come se fosse impaziente di agguantare una preda, il muso affusolato lasciava intravedere una fila di zanne lunghe e bianche in contrasto con le sottili gengive rosso sangue, due occhi malvagi con le pupille di un giallo spento seguivano il suo sguardo gustando la paura che lo attanagliava. Raven sussurrò a bassa voce il nome della creatura per convincersi che non era un incubo, anche se avrebbe tanto voluto che lo fosse. Si trovava di fronte a un lupo adulto, probabilmente affamato e che ben presto non lo sarebbe più stato se non si muoveva a scappare. Questo pensiero lo ridestò all’istante e girandosi verso l’amico urlò-scappiamo!- Ren non se lo fece ripetere e i due sventurati ragazzi iniziarono a correre a perdifiato nella foresta, mentre correvano per salvarsi la vita a raven venne quasi da ridere pensando che pochi minuti prima erano loro a inseguire una prede, mentre ora le prede erano proprio loro. Si stava già immergendo nuovamente nei suoi pensieri quando andò a sbattere su qualcosa di duro che scoprì essere la schiena di ren. Quando si rialzò trovò l’amico affannato che lo guardava con sguardo di rimprovero –rav dannazione ma c’è una volta che guardi dove vai o sei sempre con la testa tra le nuvole! Se continui così mi ammazzerai tu e non le bestie della foresta!-disse col fiatone-per fortuna quel lupo non ci ha seguiti-continuò- o adesso saremmo il suo pasto del giorno..dai andiamo a casa si stà facendo tardi- concluse mentre si avviava verso il sentiero. raven sentì un moto di gioia riempirgli lo stomaco e fece per seguire l’amico, ma ecco che un rumore familiare gli fece annodare nuovamente lo stomaco. il lupo uscì da dietro un albero, i denti che sembravano lame pronte a strappare e uccidere, Ren sgranò gli occhi dal terrore e fece per scappare di nuovo ma fu allora che si accorse della terribile situazione in cui si erano cacciati. il sentiero non era affatto un sentiero ma un vicolo cieco, che li aveva condotti sul bordo di un precipizio ghiacciato profondo alcune decine di braccia. I due amici si guardarono terrorizzati mentre la belva si avvicinava con lo sguardo famelico di chi sa che la preda è già nel suo stomaco, il pelo color pece risaltava nella neve rincarando la dose di terrore che attanagliava i due ragazzi; raven stava per svenire dalla paura quando Ren lo strinse per un braccio riconducendolo alla realtà, lo guardò con rassegnazione sul volto e si girò verso il crepaccio.-dobbiamo saltare laggiù rav..-disse con un filo di voce- è la nostra unica speranza di scappare da questa belva infernale- raven ebbe un sussulto mentre il suo sguardo impaurito saltava dal lupo al crepaccio, cercando di pensare a quale fosse la morte meno dolorosa, se sfracellarsi sul suolo ghiacciato o essere sbranato vivo da quella creatura infernale. il lupo era a pochi passi da loro e con un ultimo schiocco di zanne balzò verso la gola di raven, col le mascelle aperte che pregustavano il sangue fresco della sua vittima; il ragazzo chiuse gli occhi in attesa del dolore ma l’unica cosa che sentì fu un grosso spintone, riaprendo gli occhi vide il volto di Ren sconvolto e il lupo che si allontanava velocissimo mentre piombavano nel crepaccio, raven cercò di urlare ma la voce gli si spense in gola, così chiuse di nuovo gli occhi sicuro che presto sarebbe tutto finito.
Raven aprì gli occhi lentamente, lo sguardo offuscato gli faceva vedere il paesaggio circostante come un agglomerato di ombre e luci. Si alzò a sedere scuotendo la testa mentre cercava di riprendere il controllo delle gambe, mano a mano che la vista tornava limpida cominciò a osservare il paesaggio intorno a lui e si chiese se non fosse già morto e pensò che se quello era il regno dopo la morte allora non era così male come gli era stato raccontato dagli anziani di Valnia. Si trovava in una piccola radura dove sembrava che il tempo si fosse fermato, non un fiocco di neve aveva intaccato la stupenda vegetazione che riempiva quella piccola prateria, tutt’intorno le pareti di roccia risalivano fino a perdita d’occhio lasciando intravedere la cima del crepaccio da dove era caduto.-il lupo!!- Ad un tratto raven ricordò quello che era successo e si alzò di scatto, dovette però sedersi subito perché la testa gli scoppiava, volgendo lo sguardo intorno alla radura vide un corpo sdraiato a faccia in giù sull’erba –Ren!- con tutta la volontà possibile si rialzò in piedi e corse verso l’amico disteso sul prato, il cuore che gemeva al terrore di trovarlo morto; ma il sollievo lo accarezzò da capo a piedi quando vide che l’amico stava semplicemente dormendo mentre l’erba vicino alla sua bocca si muoveva al ritmo del suo russare silenzioso; per un attimo a raven venne da ridere –Ren è davvero uno sconsiderato- pensò tra sé e sé, ripromettendosi però di non far mai sapere all’amico quel suo pensiero, soprattutto visto che era stata proprio la sua sconsideratezza a salvarli entrambi. Scosse l’amico per svegliarlo e lo stette a guardare mentre tentava di alzarsi aggrappandosi all’aria. –ehi rav di un po’ siamo morti?- disse mentre tentava di umettare gli occhi appannati. –no non credo-rispose raven con non poco divertimento nella voce – siamo caduti nel crepaccio siamo finiti in questo strano luogo- mentre parlava continuava a guardarsi intorno chiedendosi come fosse possibile che quel luogo non fosse stato toccato dalla neve che a rigor di logica avrebbe dovuto ricoprirlo completamente o perlomeno in parte. Invece strani fiori dai colori sgargianti si aggrappavano alle pareti di roccia umida, mentre tutt’intorno strani alberelli con grossi frutti rosati spuntavano tra l’erba come piccole statue. Al centro della radura notò un albero più grande degli altri, rimase estasiato nel vedere che il tronco era di un giallo simile all’oro, ma quasi trasparente, come fosse di un raro cristallo delle terre del nord, di quelli che aveva sempre immaginato quando sua madre gli narrava dei suoi viaggi per il mondo. Ren nel frattempo si era alzato e stava guardando sconcertato quello strano luogo, soffermandosi come raven sull’albero maestoso al centro della radura.-dove siamo?-disse con un moto di indignazione -non conosco questa parte della foresta, non sapevo nemmeno che esistesse..- alzò lo sguardo verso il cielo e vide il foro di luce che indicava la cima del crepaccio –cavoli rav ma siamo in trappola!- il tono accigliato e la voce stridula risvegliarono raven dai suoi pensieri- come facciamo a uscire di qui!?- il ragazzo stava per rispondergli quando una voce stridula ma calda lo fece trasalire: -spesso l’uomo cerca la via di fuga, ma il più delle volte la fuga non è la scelta migliore..dico bene domatori prescelti?- i due compagni si voltarono all’unisono, ren posò la mano sulla cintura dove di solito teneva la sua pala ma si accorse di non averla -dannazione- pensò –devo averla persa mentre scappavamo da quel lupo-si girò a guardare raven e trovò nello sguardo dell’amico un moto di ironia alquanto strano, girandosi nella direzione del suo sguardo rimase interdetto; davanti a loro si ergeva in tutta la sua magnificenza un piccolo ometto, doveva avere circa un centinaio d’anni perché la sua pelle era di un marroncino per nulla salutare e aveva rughe lungo tutto il viso che lo facevano somigliare molto ad un albero in miniatura. Dal volto scendeva una lunga barba folta e grigia che copriva gran parte del corpo, lasciando intravedere solo le vesti sottili e lacere che lo coprivano, le braccia sottili e lignee sorreggevano a malapena un grosso bastone interamente ricoperto di intarsi e strane gemme verdi, mentre le gambe, anch’esse nude e sottili, sembravano sul punto di piegarsi in maniera anormale. Ren fece un passo avanti mentre raven lo guardava con preoccupazione, sapeva bene che gli atteggiamenti spavaldi dell’amico li avevano messi più e più volte nei guai con gli abitanti di Valnia, ma ora s trovavano davanti a un perfetto sconosciuto e non era prudente attaccare briga. Non fece però in tempo a fermare l’impeto di ren che, avvicinatosi di qualche passo al vecchio, esordì con una sonora risata: - ehi vecchio! Mi sa che ci hai scambiati per qualcun altro sai! Il circo è già passato quest’anno a Valnia- l’amico attese che il vecchio ridesse della sua battuta ma con grande disappunto di quest’ultimo lo sguardo di quello strano tipo si rabbuiò –non è più tempo di scherzare domatore, il vostro mondo è in pericolo ed è giunto il momento che i vostri poteri riaffiorino, il male è alle porte ormai…

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tutto qua ragazziper ora è tutto quello che vi permetto di sapere.

vorrei chiarire alcuni punti:
-i dialoghi sono espressi malissimo lo so li devo rifare completamente e cambiare anche la punteggiatura dei dialoghi poichè sbagliata.

-ho alcune domande:
1)come vanno gli errori lessicali, grammaticali e la punteggiatura?
2)qualunque consiglio è ben accetto:) [SM=x1565886]
Prosdszt
00lunedì 20 agosto 2012 11:48
Ma che bello, un giocattolino nuovo!!!
Partendo dalla fine, per quanto riguarda errori lessicali, grammaticali e punteggiatura non sono in grado di aiutare. Purtroppo in materia sono “ignorante come una cambra piantata nel succo di frutta” (come mi disse una volta un caro amico).
Riguardo ai consigli, bè direi che pure quelli esulano dal mio campo di specializzazione. Però in attesa di commenti più costruttivi puoi sprecare il tuo tempo considerando alcune critiche (in quelle riesco indubbiamente meglio che negli altri campi.)
Tanto per scrupolo di coscienza, premetto fin da subito che non ho conoscenze tecniche superiori a quelle di qualunque altro lettore, quindi ciò che sto per scrivere si basa quasi esclusivamente sul mio gusto personale, non ho la pretesa di insegnare e non mi aspetto che le mie osservazioni vengano prese sul serio (tra l’altro saranno come al solito un’accozzaglia di amenità ed esagerazioni volte allo scopo di strappare un sorriso a chi si dimostrerà tanto pazzo da leggere). E non sto cercando di demoralizzarti, ma di esserti utile (si lo so, è difficile crederlo, ma probabilmente questa è l’ultima cosa seria che dirò nel post. Quindi puoi prenderla per vera) e lo dimostra il fatto che, se ritenessi ciò che hai scritto una schifezza non mi prenderei il disturbo di rispondere (però, messa così sembra davvero arrogante…)
Nonostante ciò, devo dire con franchezza che rimarrei veramente stupito se non ti offendessi neanche un pochino… d’altro canto, sono universalmente riconosciuto come rompipalle ed io, ci tengo alla mia reputazione!
Bene, detto questo, andiamo ad incominciare…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:


Non era mai caduta la neve a Valnia. Eppure quella mattina la piccola cittadella si era risvegliata sotto una spessa coltre di fredda materia bianca. Gli alberi, solitamente verdi come solo le cure dei Valniani sapevano far divenire, sembravano oppressi dai cumuli che si erano formati durante la notte, come se quella splendida terribile sostanza che vi si era posata sopra li avesse
corrosi dall’interno togliendogli ogni energia. Le piccole abitazioni in legno di quercia erano state coperte quasi interamente, come se qualcuno avesse voluto nasconderle agli occhi benevoli dell’estate… si, perché quella era una mattina d’estate. Appena fuori dal villaggio un uomo completamente vestito di bianco, quasi a volersi nascondere in mezzo alla coltre, guardava l’orizzonte. Dalle sue deboli e violacee labbra uscirono come un sospiro parole poco rassicuranti:
-ancora una volta il tempo cambia…e ancora una volta dovremo lottare…-



paragrafo completamente fuori luogo. Innanzi tutto non dice nulla d’indispensabile: l'eccezionalità della nevicata risulta comunque palese più avanti e non credo ci sia una rilevanza storica particolare nell'abilità dei valniani come giardinieri. Se la neve è un presagio infausto o è di dominio pubblico, al punto che qualunque pirla che passa per strada lo sa, e questo rende inutile il commento del tizio dato che lo può esprimere tranquillamente il padre di Raven, oppure è un segreto gelosamente custodito e conosciuto da pochi, il che rende il tizio probabilmente ignaro del fatto (a meno che il tizio non faccia Do Nasimento di cognome... dì la verità, lo hai nascosto tu? Non lo sai che è reato???) Ancora più importante hai scritto (quasi) tutto il capitolo tenendo il punto di vista di Raven, l'intromissione arbitraria di un narratore esterno è una bruttura che puoi tranquillamente evitare.
Se lo scopo era quello di introdurre il tizio vestito di bianco in previsione di qualche ruolo futuro, dovresti riconsiderare il tutto, anche perchè dubito che fra 20 righe qualcuno si ricorderà ancora di lui. Se invece il tizio è inutile, TAGLIA! ( così[SM=x1263989] oppure così [SM=x1263996]. scegli tu.)


kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Ne fu costretto però quando una voce tanto forte quanto familiare lo fece trasalire:-Raven!Raven! Maledizione figliolo svegliati e vieni giù di corsa c’è bisogno di te!-


Il "tanto forte quanto" è orrendo. Che la voce di un padre sia familiare ad un figlio lo darei per scontato, ed un "alzati sporco parassita" non può essere altro che urlato. Anche il "figliolo" stride, si suppone che entrambi conoscano il legame di parentela che li lega abbastanza bene da non doverlo ribadire nella quotidianità, ed è già inserito molto più elegantemente nel capoverso successivo

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

avvicinò lentamente verso


??? [SM=x1263935]

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

sulle mani


viaviavia! O c'è un contatto FRA le mani e l'acqua o c'è un contatto con l'acqua e basta.

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

negli ultimi quattordici anni


Bè, deve essere davvero resistente la pelle di cinghiale albino…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

i pantaloni di pelle di cinghiale che suo padre aveva tentato di cucire per lui e se li infilò con non pochi problemi


Come dovrei immaginarmi un paio di pantaloni dalle cuciture "tentate"? Sono cuciti o no? E come? Male ? bene? Sono stretti di vita, bassi di cavallo, con una gamba più lunga dell'altra o gli fanno la voce stridula? Se è stato difficile produrli, raccontalo, se hanno particolarità degne di nota mostralo. Il tentare non dice nulla.
Punto, a capo e tanto di maiuscola pure, stai passando dal descrivere un'azione presente all'analisi mentale di un ricordo. Altra scena, altra ambientazione altro paragrafo. Stesso discorso arrivato ad "il diverso", a "mantello", a "sua madre" a "suoi preferiti" (e leva i puntini di sospensione, il pensiero interrotto è reso abbastanza bene dal "risvegliandosi dai suoi malinconici pensieri") e così via... (si, IO posso metterli...)




kroth2390, 20/08/2012 00.11:

- figlio mio..solo tu sai quanto ti ho amato e non ti abbandonerò mai..sarò sempre vicino a te quando ci saranno dei brutti momenti e il mio spirito ti aiuterà a compiere il tuo destino..tieni amore mio..ti dono questo..ora che il mio momento..è arrivato.. un giorno grazie a questa pietra..salverai il nostro popolo..-


Dopodichè volse gli occhi a quel cielo terso che solo lei poteva scorgere attraverso le assi del soffitto sussurrò – nel mezzo del cammin di nostra vita-, proseguendo nel biascicare parole incomprensibili. La voce nulla più che un soffio. Alfine, non trovando particolari punti di interesse nel visitare inferno e purgatorio, giunta al trentatreesimo cantico si decise finalmente a tirare le cuoia.
Sicuro che sia in punto di morte? Deve essere una bella faticaccia per un malato tirarsi dietro tanti puntini…
C’è un motivo particolare per cui lei dovrebbe sapere che suo figlio riuscirà nella disperata impresa di salvare un mondo che non è in pericolo?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:


Bard, così si chiamava, era un omone alto e massiccio come una montagna con dei lunghi capelli rossi proprio come Raven, alla prima occhiata sembrava uno di quegli uomini capaci di uccidere un orso con la sola forza di una mano, ma Raven lo conosceva bene e sapeva che non poteva far male a una mosca e che la morte di Savaline lo aveva sconvolto come nient’altro in tutta la sua vita. Bard aveva dei grandi occhi scuri e una carnagione lievemente arrossata a causa delle troppe bevute e del sole cocente sotto cui stava tutti i giorni, il suo volto esprimeva un ironia quasi naturale ma Raven era suo figlio e vedeva che dentro di lui c’era ancora tanta sofferenza per la grave perdita


Le descrizioni statiche raramente riescono ad essere incisive, per lo più sono un elenco puntato di caratteristiche che vanno scordate nel giro di poche righe ed infarcirle di frasi fatte e similitudini ormai consunte dall’uso non aiuta di certo a fissarle nella memoria. Sparpaglia i dettagli nella narrazione, isolali in contesti dinamici (i capelli ondeggiano quando volta la testa, i muscoli che si gonfiano nell’abbassare l’ascia sul ceppo da spaccare…) quelli che vuoi rendere peculiari ripetili a distanza di tempo, in ogni caso fa in modo che quel preciso dettaglio risulti nitido, preciso e reale, altrimenti è inchiostro buttato. (ovviamente vale anche per Ren, per il coniglio, per il vecchio nano e per qualunque altra descrizione).

kroth2390, 20/08/2012 00.11:


cosa sta succedendo babbo!- urlò spaventato – cos’è questa roba fredda e perché fuori è tutto bianco?- il suo tono era più spaventato che sorpreso e questo fece sorridere il padre. – questa ragazzo mio è neve – rispose mentre giocherellava con una vanga dal manico di legno – tu non l’hai mai vista perché qui a Valnia viene molto di rado e solo nella stagione invernale.. o almeno così dovrebbe essere..- Raven pensò per un attimo di aver intravisto un barlume di paura in quegli occhi sempre così rassicuranti, ma il padre non gli lasciò il tempo di sincerarsene e con una sonora risata lo afferrò senza il minimo sforzo e in un secondo si precipitò fuori dalla casetta calda e sicura


Se “urlò spaventato” direi che è abbastanza ovvio che “il suo tono era più spaventato che sorpreso”
Essere in grossi guai implica avere un padre sorridente che ti porta a giocare con la neve? Come faccio a farmi adottare?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:


Raven vide il terreno bianco avvicinarsi a gran velocità e si preparò a un atterraggio doloroso, ma quando toccò terra rimase senza fiato. Gli sembrò che tutto intorno a lui fosse diventato completamente bianco, quella strana sostanza bianca si insinuava ovunque e quando si accorse che gli si era insinuata anche dentro i suoi abiti, si alzò gridando mentre ogni singola fibra muscolare del suo corpo lottava per non intorpidirsi a causa del gelo


Perché “ma”? Si aspettava di morire fra atroci tormenti, ma sopravvisse indenne all’esperienza, si aspettava il jeeg robot d’acciaio, ma nella calza trovò solo carbone. Spalancò la porta pregustando le feste di Poldo, il suo cane, ma lo accolse solo il tanfo nauseante della decomposizione. Si preparò ad un atterraggio doloroso E rimase senza fiato. Nessuna sorpresa, nessun colpo di scena, solo causa ed effetto conseguente.
Ti sono immensamente grato per l’avermi rassicurato riguardo al fatto che la neve non si sta insinuando nei MIEI abiti. Qui ci sono 34 gradi e zanzare grosse come cani da caccia, però leggendo, devo ammettere che il dubbio mi aveva sfiorato…
Hai dimenticato di dire che la neve è bianca

kroth2390, 20/08/2012 00.11:


Da quel momento Ren era sempre vissuto nella caserma delle guardie che si trovava al limitare col bosco e aveva imparato a cavarsela da solo. A soli sedici anni era diventato guardia della foresta di Teorn e spesso aveva aiutato gli abitanti di Valnia contro gli attacchi di bestie feroci o contro infestazioni di famelici roditori


Ecco il quasi di prima. Qua il punto di vista passa a Ren, parli dei suoi ricordi, della sua vita senza il filtro di Raven. Se cambi visuale fallo per un motivo, ballonzolare da un personaggio all’altro rende la narrazione caotica.
Com’è fatto un famelico roditore per richiede l’intervento di un corpo militare? C’hanno i topi di Dark Souls in giro per i campi?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:


che ho fatto di male?!


Si chiama dissociazione dalla realtà. Succede, quando si è incapaci di concentrarsi a sufficienza per respirare autonomamente…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

sbuffò: - pulite tutto e togliete la neve dall’ingresso e anche nel campo dietro casa o quest’anno il raccolto lo vedremo solo nelle preghiere alla dea natura.-


Qui sospirano, sbuffano, rantolano, gridano, borbottano. C’è nessuno che parla?
Siamo in estate, è più o meno tempo di raccolto per tutto e anche ponendo che non sia così le piante saranno comunque a buon punto di maturazione, non è un idea salubre “furegarghe intorno” (termine tecnico, coniugazione del verbo furegare.) con una vanga.

.
kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Quella pala sembrava pesare una tonnellata e quella neve così soffice e malleabile pesava forse anche di più.


Sicuro sia proprio quella? A me sembrava quell’altra…

.
kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Mentre faticava per portare via un nuovo cumulo di neve mischiata a terra e piantine



Appunto.


kroth2390, 20/08/2012 00.11:

La foresta era da sempre un luogo magico e varie leggende su di essa parlavano di un misterioso e raro tesoro protetto da un mostro terribile, in molti erano partiti per trovarlo ma tutti erano tornati a mani vuote dicendo che non vi era nulla tranne un mucchio di alberi.


Altro salto del punto di vista. Qui parla un narratore esterno.


kroth2390, 20/08/2012 00.11:

poi però tornava coi piedi per terra


Tutto da solo? Senza nessuno che gli lanci qualche strillo? Neanche uno piccolo piccolo? Questo deve richiedere uno sforzo immane

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

non voglio andarci li dentro, mio babbo dice che ci sono delle bestie feroci e non ci si deve andare.


Facciamo due conti: Raven ha almeno 14 anni. Considerando che da 14 anni si veste da solo ne ha qualcuno in più, diciamo attorno ai 17-18? Bene, chiedo l’aiuto del pubblico: qualcuno ha mai visto o sentito parlare di un adolescente che non fa qualcosa (qualsiasi cosa, a maggior ragione se è stupida e pericolosa) perché “babbo non vuole”? Ancora meglio, un suddetto esemplare di razza umana (va bene anche il “solo vagamente”) che si giustifichi con un coetaneo (presumibilmente) ed amico da cui è regolarmente beffeggiato, appellandosi al “babbo non vuole”?
(gia che siamo in argomento, per quale motivo una madre morente, con il suo ultimo alito di vita dovrebbe scaricare un macigno del tipo “tu salverai il mondo” sulle spalle di un bambino di 10/12 anni?)


kroth2390, 20/08/2012 00.11:

lo sguardo divertito di Ren si accentuò forse ancor di più e l’amico scoppiò in una sonora risata: - ahah


(additando) Raven è un cacasotto!!! Raven è un cacasotto!!! Raven è un cacasotto!!!

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

-ehiiiiii rav! Cos’è ti sei già perso! Guarda che se non stai al mio passo arrivano le bestie feroci e ti divorano! Eheh.


A ben pensarci, forse Do Nascimento sono io…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

un improvviso fruscio fece bloccare Ben
-ehi Rav-disse Ben


Errore di battitura immagino…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

con un filo di voce e intimando all’amico di fare silenzio- quello dev’ essere un coniglio silvestre, sono molto rari e difficili da catturare, pensa se ne portiamo uno al villaggio, scommetto che faremo un figurone con tuo padre e col sindaco!- con un gesto disse all’ amico di spostarsi sulla destra, mentre lui si avvicinava lentamente al cespuglio


Ennesimo salto di visuale

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Raven intuì subito che l’amico voleva accerchiare la bestiola per non lasciargli via di fuga e un sentimento misto di ammirazione e gelosia gli si insinuò nella mente


Se vuoi un protagonista cerebroleso è una tua scelta insindacabile e non ho nulla da eccepire, ma evitiamo di offendere spiegando l’ovvio per cortesia!

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

con tra le braccia la sua preda,


Quando puoi snellisci, rendi la lettura scorrevole. “Con la preda fra le braccia” è un cambiamento veramente minimo, ma la narrazione ne giova.

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

un grosso coniglio


Un altro o sempre quello verde? Perché verde in questo caso è IL grosso coniglio.

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

terrorizzato chiuse gli occhi e si coprì il viso con le braccia aspettando lo scontro con l’animale


Azz. Deve essere VERAMENTE grosso per terrorizzare una persona. In quanti si mangia con un coniglio silvestre? (punto. Stai descrivendo una scena d’azione, frasi brevi e verbi attivi. Devi rendere l’idea del “movimento”)

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Raven sarebbe rimasto li impalato chissà quanto altro tempo se un grido non lo avesse risvegliato improvvisamente: - rav! Ma che diavolo fai! prendi quel coniglio o fuggirà-


Altro cambio del punto di vista. Narratore esterno, (onnisciente questa volta)
“improvvisamente”? Non si è mica ancora abituato a sentirsi gridare contro?
E tanto per non far mancare niente a nessuno: un’ora e mezza di discorso di Ren farebbe fuggire pure un bradipo storpio. Se “Cazzo! Muoviti” è troppo volgare per il tuo stile puoi optare per il più classico “ohoo”, il manzoniano “dagli al coniglio” oppure il mio amato “sbauchete muso!”

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

al peso della neve


Mi sorge un dubbio; per neve intendi quella bianca?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

ed ecco che improvvisamente vide il coniglio


E che ci fa un coniglio sbucato improvvisamente dal nulla sulla mia strada? Levati bestia, non lo vedi che sto inseguendo un coniglio?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Nella sua mente iniziarono a vagare immagini di lui che con un balzo si lanciava nel precipizio, sicuro che una delle sue creature immaginarie lo avrebbe salvato, ma quella non era la realtà


In questo caso invece non c’è spazio per i dubbi, nella MIA mente vagano esclusivamente immagini che qualche bigotto benpensante etichetterebbe con il termine dispregiativo “pornografia” (e già me lo immagino, additarmi corrucciato, scuotendo la testa con aria deplorevole, chiedendosi dove andrà mai a finire il mondo di questo passo…) sfortunatamente Raven ha ragione, quella non è la realtà (me misero e tapino…ma se la vita insegna qualcosa, questo è senz’altro il non demordere mai, occorre impegno e dedizione, ed una volontà ferrea nell’inseguire i propri sogni perché solo così si può sperare di vederli avverati un giorno, per questo io dico CETTO LA QUALUNQUE FOR PRESIDENT!!!) tuttavia, semmai un giorno Raven decidesse di togliere quei fastidiosi “suoi” dai propri pensieri, può sentirsi libero di venire ospite nelle mie fantasie, chissa; magari si sveglia un po’…


kroth2390, 20/08/2012 00.11:

sentì gli occhi chiudersi


Qualcuno può informarlo dell’esistenza dell’adrenalina???

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

con iniziale piacere


Adrenalina, non eroina!!!



kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Ti sei rimbecillito completamente!


In un altro contesto consiglieri il punto interrogativo, in questo caso, non posso che inchinarmi di fronte a tanta sagacia…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

ma la neve era fresca e nonostante il peso irrisorio la mano infreddolita di Ren stava per cedere. ! Ad un tratto però l’amico


Salto di punto di vista (a ren), correlazione inesistente fra la neve e la mano (se invece della neve fossero circondati da melograni la stretta di ren sarebbe più forte?), ad un tratto è orrendo ed inutile ed infine nuovo cambio del punto di vista (nuovamente a raven). Bravo, hai vinto una bambolina…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

poi ti devi dare una grossa spinta in avanti con i piedi


In avanti, mi raccomando, così io posso scivolare sulla neve ed ammazzarmi con te. No, non in su, in avanti, altrimenti rischi di sopravvivere e ciò non è bene. Devo forse ricordarti che il tuo babbo non vuole?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

ma ad un tratto


Ma ecco, accadde che, improvvisamente qualcosa che per un attimo sembrò quasi strana neve bianca… Ricorda di usare ogni tanto espressioni simili, visto che nel tuo scritto non ve n’è traccia…


kroth2390, 20/08/2012 00.11:

ma mi dici che ti era venuto in mente!- urlò –potevamo morire te ne rendi conto!


Questi sono amici fin da quando la maestra di sostegno li ha messi in banco assieme?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

la frase gli morì tra le labbra, soffocata da un ringhio sinistro e baritono che proveniva da dietro le sue spalle, quel suono gli ricordava tanto lo stomaco di suo padre quando tornava dopo una lunga giornata di lavoro


E si spazzolava uno sull’altro cinque chili di fagioli in umido.
Seriamente, hai mai sentito un cane ringhiare? Se vuoi fare esperienza diretta, ti consiglio lo jogging. Correre comporta l‘ascolto del ringhio dei cani, ed il ringhio dei cani comporta un incremento repentino delle prestazioni fisiche, i proverbiali due piccioni con una fava!

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

che guizzava a destra e a sinistra


Come notoriamente fanno le code di tutti i canidi in procinto di attaccare…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

mentre correvano per salvarsi la vita a raven venne quasi da ridere


“quasi ridere” a parte, il mondo non sarebbe più al sicuro senza stò mentecatto? In fondo e risaputo; i lupi cacciano solo se hanno fame…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Si stava già immergendo nuovamente nei suoi pensieri quando andò a sbattere su qualcosa di duro che scoprì essere la schiena di ren. Quando si rialzò trovò l’amico affannato che lo guardava con sguardo di rimprovero –rav dannazione ma c’è una volta che guardi dove vai o sei sempre con la testa tra le nuvole! Se continui così mi ammazzerai tu e non le bestie della foresta!-disse col fiatone-per fortuna quel lupo non ci ha seguiti-continuò- o adesso saremmo il suo pasto del giorno..dai andiamo a casa si stà facendo tardi- concluse mentre si avviava verso il sentiero. raven sentì un moto di gioia riempirgli lo stomaco e fece per seguire l’amico


Nel frattempo il lupo si era dedicato ad attività più interessanti quali infilare i genitali in una tagliola o corteggiare la nonna di cappuccetto rosso. Guarda che non c’è pezza: o il lupo ha iniziato a ringhiargli contro da 20 chilometri e loro hanno corso per cinque giorni, o sono scappati con una punto abarth senza marmitta oppure sono morti (almeno uno dei due, o in alternativa hanno ucciso il lupo mordendolo ed attaccandogli la rabbia fulminante).

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

ma ecco che un rumore familiare gli fece annodare nuovamente lo stomaco. Il lupo uscì da dietro un albero, i denti che sembravano lame pronte a strappare e uccidere


Giusto, il “ma ecco” l’ho dimenticato nel commento sopra, spetta che lo aggiungo… fatto!
I denti sembravano pronti, ma in realtà si trovavano ancora in rodaggio ed il manuale d’istruzione sconsigliava di usarli per qualcosa di più impegnativo del masticare lentamente almeno per le prime 1000 carogne. Il lupo digrignò di più le fauci, sperando che i due non scoprissero il suo bluff…


kroth2390, 20/08/2012 00.11:

Ren sgranò gli occhi dal terrore e fece per scappare di nuovo ma fu allora che si accorse della terribile situazione in cui si erano cacciati.


C’è sempre quello sveglio, fra gli eroi di un racconto…

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

il sentiero non era affatto un sentiero


E quindi lo chiameremo sentiero per non creare confusione. E poi perché un sentiero non può condurre sul bordo di un precipizio? Ma soprattutto, perché nel cuore della foresta incantata (che prima era un bosco) dove risiedono le belve feroci ed il boss di fine livello a difesa di un ricco tesoro dovrebbe esserci un sentiero?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

il pelo color pece risaltava nella neve rincarando la dose di terrore che attanagliava i due ragazzi


Anche questo è risaputo, i lupi grigi sono innocui oltre che molto carini, e si avvicinano ai viandanti solo per farsi fare i grattini dietro le orecchie, quelli neri invece sono brutti e cattivi e gli puzza l’alito, per questo non è igienico farsi sbranare da loro, per ultimi quelli fulvi sono servi del demonio e se avvistati occorre fare denuncia agli (santi) uffizi dell’inquisizione affinché si possa provvedere a bruciarli su di un rogo come nostro signore comanda.

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

belva infernale


“infernale” implica l’esistenza di un inferno (simpatica trovata pubblicitaria del cattolicesimo).
Non c’è un’inquisizione che brucia davvero i lupi rossi vero?



kroth2390, 20/08/2012 00.11:

si rialzò in piedi e corse verso l’amico


Ma non aveva una commozione celebrale mezza riga fa? Capisco che la particella di sodio vada in vacanza nella sua testa per ricercare il suo io profondo attraverso la solitudine, ma il nostro beniamino è caduto da circa sei metri, in pratica dal tetto di una casa a due piani. Ha mangiato anche lui il frutto gom gom?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

lo stette a guardare mentre tentava di alzarsi aggrappandosi all’aria


Ma si rialza o no? O per meglio dire
Lo guardò rialzarsi o lo guardò dimenarsi, incapace di rialzarsi?



kroth2390, 20/08/2012 00.11:

umettare gli occhi appannati.


Di questo non sono sicuro, d’istinto mi verrebbe da chiedermi se usa la lingua di menelik o se è proprio la sua che arriva fino agli occhi, ma, in effetti, è anche possibile che sputi per aria e giochi al tiro al bersaglio. In ogni caso, come si giustifica la dissecazione del bulbo oculare?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

come facciamo a uscire di qui!?- il ragazzo stava per rispondergli


Stì vecchi del c.! interrompere sempre sul più bello. L’ho sempre detto io: i vecchi andrebbero ammazzati da giovani… comunque, come cortesia personale verso un caro amico, mi diresti COME stava per rispondergli?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

ren posò la mano sulla cintura dove di solito teneva la sua pala


Quella che ad inizio capitolo portava dietro la schiena?

kroth2390, 20/08/2012 00.11:

l’amico attese che il vecchio ridesse della sua battuta ma con grande disappunto di quest’ultimo lo sguardo di quello strano tipo si rabbuiò


“Quest’ultimo” non è il vecchio?

bene, sembra esserci tutto, se mi viene in mente altro ti faccio sapere, intanto se decidi di scannarmi nel sonno ti invito a rispettare la fila; non vorrei mai che litigaste interrompendo il mio meritato riposo!


kroth2390
00lunedì 20 agosto 2012 14:17
[SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934] [SM=x1263934]

tu sei...semplicemente...un genio! ho letto nemmeno metà del tuo messaggio e sono giàa terra dalle risate mentre penso: ma perchè cacc....rola non me ne sono accorto io di queste min...te che ho scritto????? grazie mille per i consigli e davvero complimenti per il modo divertente e davvero per niente poco carino(davvero...per niente...poco...carino... qui te la stò servendo dul piatto piatto d'argento) [SM=x1263927]

detto questo l'unica cosa su cui mi permetto di dissentire è la tua idea del taglio bilaterale della prima parte, purtroppo è vitale per il seguito della storia poichè il signore che parla sarà uno dei principali protagonisti e quelle pochè righe sono pressochè essenziali.

detto ciò le altre cose...mi pento e mi dolgo dei miei peccati e mi inchino d'innanzi alla tua ilarita super perfetta...però siccome mi hai fatto capire che se non mi arrabbio il tuo orgoglio di scassatore potrebbe venirne meno, ti accontento ma sappi che lo faccio solo per il tuo bene e non per un piacere mio personale:

brutto str... testa di c...banana inflaccidita come ti permetti di dire questo a me ma lo sai chi sono io! lo sai chi sono io! guarda che chiamo le guardie dannatissimo.....

più di così non so fare e ho anche esagerato e mi sento già in colpa quindi scusami ogni parola che ho detto non era assolutamente vera anzi il contrario.

bene, direi che è tutto...la mia domanda è...a livello generico...ti viene la voglia di continuare a leggere o chiuderesti il libro e lo lanceresti dalla finestra sperando che un meteorite vi cada sopra?
Prosdszt
00lunedì 20 agosto 2012 17:51
Re:
kroth2390, 20/08/2012 14.17:

la mia domanda è...a livello generico...ti viene la voglia di continuare a leggere o chiuderesti il libro e lo lanceresti dalla finestra sperando che un meteorite vi cada sopra?



a questo non sono proprio in grado di rispondere: il fatto e che ADORO le storie, ed una storia qualsiasi non è completa senza una conclusione, per questo non mi è mai capitato di lasciare a metà una lettura (al limite possiamo parlare di quanto sia stato difficile terminarla o quanto tempo sia occorso...)

a gusto personale preferisco altre tipologie di protagonisti e costruzioni storiche meno lineari, ma questo non è vincolante.

nel complesso direi che potenzialmete il tuo racconto potrebbe essere tutto o niente, dipende da come lo sviluppi in seguito, per ora è troppo presto per giudicare.


kroth2390
00lunedì 20 agosto 2012 20:32
questo è vero;) quindi direi che appena sarà pronto ti delizierò col resto del racconto:)
cagliostro72
00lunedì 20 agosto 2012 23:39
Uah uah uah uah uah uah!!! [SM=x1565886]
Non avrcela con me, Kroth2390, non sto ridendo per il tuo inizio di romanzo, ma per il nostro Prosdszt e per la sua frase " Ma che bello! Un giocattolino nuovo!"
E Bè...il nostro non si smentisce mai, ah ah ah!!!
Il resto di tutto ( mi prenderò una giornata di ferie per leggere dei vostri scambi) lo leggerò con calma, promesso.
Non spaventarti, dunque, e non credere che qui siano tornati dalle ferie, anzi...manca metà forum! Nonchè la nostra carissima Regina Nymi, a darti la sua pacca sulle spalle! Nel frattempo tieni duro, e non lasciarti demoralizzare da quello che un dì mi disse che si sarebbe sempre rivolto a me con il voi... [SM=x1263971]
Prosdszt
00venerdì 24 agosto 2012 21:43
cagliostro72, 20/08/2012 23.39:

non lasciarti demoralizzare da quello che un dì mi disse che si sarebbe sempre rivolto a me con il voi... [SM=x1263971]



Acciocchè tu possa rifuggir periglio, orsù presta orecchio a questo mio ammoninento, fintanto che un breve spiraglio di ragione nella mia trista succubanza mi concede l'ardire d'esprimerlo in tuo favore.
Non dare credito a costei! Rifuggi le melliflue parole e gli squisiti modi con cui tanto abilmente s'ammanta nell'offrir supporto, perchè oscura ed infingarda come spettro enfelico, essa non anela altro se non ghermire con gelidi artigli grifagni la tua anima ed il tuo essere tutto.
Celermente desuaditi dal considerar costei come leggiadra creatura dal sincero affetto, giacchè i lumi di una tarda comprensione alfine dipaneranno le nebulose vesti in cui essa cela la sua vera natura, menzognera ed ingannatrice come la nomea con cui è conosciuta lascia presagire, e quando ciò accadrà, perchè accadrà, non riporre scioccamente speranza nel tuo cuore di uomo, non v'è potere su questa od altre terre che le si possa opporre, non vi sarà insperato prodigio o tempestivo intervento che potrà privarla della sua preda, in quanto oramai il tuo destino non ti apparterrà più, strettamente legato dai vincoli del tuo stesso mal riposto affetto, impietosamente ghermito e saldamente afferrato, e tu sarai mio compagno nella sventura fra dileggi ed ignominia costretto a danzar per lei al suono del suo capriccio.
Apprestati quindi col lesto incedere, lungo le tortuose vie che da tal nefando accadimento si discostano, e non paventar i perigli della fredda tenebra che fuori t'attende minacciosa, perchè invero ben più gelida e desolante è la via che ti si dipana innanzi e non voltarti, a nulla varrà la pietà per il miserando fato che ormai m' avvince, se non una condanna a condividerlo, e nulla vi è in tale destino da essere desiderabile per chi ancora reca il dolce peso della libertà, tanto cara come solo chi l'ha scioccamente perduta può comprendere.
Và ora, fuggi fintanto ché ti è ancora possibile, e se il mio intervento ti varrà come aiuto, prega affinché svelta sopraggiunga per me l'ora in cui reincontrerò i miei avi, in quanto tale è il solo modo in cui le mie catene cadranno.

(Ma guarda te che mi tocca fare...)
cagliostro72
00sabato 25 agosto 2012 09:00
[SM=x1263931]
Alla faccia...un semplice "Non badare a Cagliostro" non era abbastanza?!
Luogo di erranti individui bislacchi, Aurendor...
[SM=x1565886]
cnebbia
00martedì 13 novembre 2012 22:58
Un consiglio per Kroth
So che la tentazione è forte, però non dare in lettura il tuo capolavoro fino a quando non l'hai terminato.
Molto di quanto scrivi acquista un senso solo durante lo svolgimento della vicenda. Se ad esempio descrivi con dovizia di particolari il calice di Trollhattan il lettore può giudicarti prolisso. Ma se poi, nel corso del romanzo, risulta che le rune incise sul bordo del calice sono la formula magica che salverà l'eroe da morte certa, allora la descrizione dettagliata acquista senso.
C'è poi un altro motivo, molto importante per un esordiente: lo stile si affina via via che si procede nella scrittura e non è raro che, rileggendo i primi capitoli, si resti colpiti dalla loro rozzezza.
Per fortuna qui hai trovato un recensore che ti ha corretto scherzosamente, ma questa non è la regola e vedrsi stroncare da qualche commento un po' duro il proprio gioiellino può spingere il novello Shakespeare a gettare la spugna.
Coraggio, dunque, vai avanti, scrivi e riscrivi, correggi o, come dice il grande Jonathan Swift:
"Blot out, correct, insert, refine,
Enlarge, diminish, interline;
Be mindful, when invention fails,
To scratch your head, and bite your nails."
Auguri!
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