La torre nera

[Modificato da (G.m.) 08/06/2007 11.51]

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Scritto da: (G.m.) 08/06/2007 11.48
a cui ci si affeziona subito, che nel corso della storia vi faranno commuovere, ridere, ed arrabbiare fino a farvi parlare da soli nel letto...(beh, a me è successo)

[Modificato da (G.m.) 08/06/2007 11.51]

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Scritto da: Elianto82 08/06/2007 14.08
E' vero che L'ultimo cavaliere è forse il più debole della saga..ma nell'82 King aveva già sfornato capolavori come Le notti di Salem, Shining, L'ombra dello scorpione E fu un periodo d'oro per King ^^

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Scritto da: (G.m.) 09/06/2007 2.59


Si è vero Elianto nell'82 era già un grande, ma il primo libro della torre non l'ha scritto nel 1982 bensi nel 1977/78 e li era ancora agli inizi e secondo me un po' si nota, dal primo al secondo libro, come mi sembra che anche tu sostenga, (che bella rima mi è uscita) ha fatto un balzo di qualità notevole. La pubblicazione ufficiale poi è avvenuta nel 1982.
E' tutto scritto nelle pagine del diario che mette alla fine del sesto libro.

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[Modificato da Elianto82 09/06/2007 18.01]

Ehm... Fin, non voglio smorzarti l'entusiasmo, ma secondo me la digressione

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il passato di Roland, giusto?

è una delle parti più belle dell'intera saga, che rende il quarto il mio libro preferito... Forse perchè è un King abbastanza diverso dal solito - anche se l'intera saga è diversa dal solito King ...

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le lande desolate di questo mondo non è facile, soprattutto per la sensazione di solitudine, di piccolezza e di dispersione che si respira ad ogni passo di Roland. Sembra quasi di patire la sete con lui, in certi momenti, di percepire la pesantezza di quel cammino che non sappiamo dove ci porterà e verso chi; sembra quasi di percepire il livello di vacuità della vita umana...non ci sorprendiamo più di tanto nel vedere Roland che stermina un intero villaggio perchè in un mondo che è andato avanti anche la vita umana ha perso il proprio valore e ogni parvenza di civiltà non è altro che uno sporco riflesso di qualcosa che c'era stato, in un tempo indefinito e privo di coordinate, in cui si è veramente perso il senso della Dimensione

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Se hai attraversato Lud, allora hai trovato Oy, il bimbolo, e il Ka-Tet si sta allargando.

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sono giunta al confine tra il medio- mondo e il Fine- mondo, più precisamente, avendo già iniziato la sfera del buio, ho raggiunto Topeka e lì al momento sono ferma. Oy è favoloso, ma me lo ricordavo dalla mia prima inconsapevole lettura. Lud è un città inquietante, uno scenario assolutamente grandioso che solo lo zio Stephen, con la sua carica immaginifica poteva creare. Il miscuglio tra passato e futuro è spettacolare: l'idea di queste macchine e di questi computer fantasmagorici di cui però gli abitanti ignorano completamente l'uso è una genialata...tutta la storia è sospesa in bilico tra ciò che è stato e ciò che sarà, dove ciò che è stato è più simile ad un futuro ormai perso in cui il mondo è andato avanti e ciò che sarà è più simile ad un era antica dove ogni conoscenza è andata perduta e ogni cosa è sul punto di morire...