Un racconto commovente (da leggere con musica celtica sotto... ci sta benissimo!).
L'idea di base è veramente buona e degna di lode.
Il finale non è del tutto imprevedibile, ma riesce comunque a cogliere il lettore un po' di sorpresa.
A quanto pare le terre di Aurendor sono cariche di ottimismo: entrambe le storie che ho letto puntano all'inizio di una nuova vita, cogliendo i significati di ciò che ci si lascia alle spalle.
Se può essere utile, riferisco due punti deboli che ho colto qui.
Il primo: è più un flusso di pensieri che un racconto, sicuramente una scelta stilistica, ma quando affronti un racconto di poche parole, rischia di sacrificare troppo il momento "emozionante", quello che deve colpire, "schiaffeggiare" il lettore. Alcuni concetti, attraverso i pensieri del druido, si ripetono, rubando spazio al momento cruciale. Ci voleva un crescendo qui... intervallare i pensieri del Druido con suoni, rumori del nemico che si avvicina, tracce del suo passaggio, avrebbe travolto di più il lettore rendendo più viva la scena.
Il secondo: ci sono alcuni errori che non si devono fare in un racconto breve (proprio perché è breve, deve essere più curato).
Te ne segnalo un paio:
"Da secoli i Druidi proteggono gli alberi, affondano le loro radici nella terra generosa e spargono le chiome nell’aria e nel sole, congiungendosi con il cielo sempiterno"
Attenta! Qui il soggetto sono i Druidi... quindi sono loro che affondano le radici nella terra (togli "loro"... è ridondante) e spargono le chiome nell'aria.
"Legato all’esile tronco una bianca benda di lino"
Piccolo errore qui ("legato" invece che "legata"), però alcuni giudici sono severissimi, specie perché appunto non c'è molto da scrivere. In un racconto di 100 pagine può scappare, ma se scappa in una pagina è più grave.
Beh... non è da parte dei giudici, ma è da parte mia nel modo più onesto che potevo, sperando di averti dato spunti per il futuro.
Bravissima comunque, non tutti sono riusciti a piazzare una trama così lineare e profonda