L'ULTIMO DRUIDO

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Selendir
00giovedì 31 luglio 2008 10:59
L'ULTIMO DRUIDO

Maledetti Romani!
Arrivano, posso già udire le loro odiate voci, i tamburi.
Abbattono tutto ciò che incontrano, incendiano, inquinano le sacre fonti. E noi che credevamo di essere al sicuro, a Mona, di poter continuare ad onorare le sacre fronde, le fonti dall’acqua gelida e tersa...
Io vivo ai margini del Bosco Sacro, con la mia gente, un popolo di agricoltori e pastori che sanno essere guerrieri! Ma per difendere ciò che è nostro. La nostra terra! I nostri amati boschi! So che altrove le querce sacre sono state abbattute per fare palizzate dei campi dei Romani, le fonti e le polle utilizzate per sciacquare sangue e polvere dalle armature.
Quanto poco capiscono della natura! Come non comprendere che dipendiamo da essa, dalla pioggia e dalla neve, dal sole e dal bosco?
Da secoli i Druidi proteggono gli alberi, affondano le loro radici nella terra generosa e spargono le chiome nell’aria e nel sole, congiungendosi con il cielo sempiterno. Dicono che noi Druidi facciamo sacrifici umani, ci chiamano barbari. Bugiardi!
E loro? I civilissimi Romani che godono del massacro nell’arena di donne e bambini?
Come li chiamerà la storia?
I miei valorosi figli hanno sacrificato la loro vita, offerta agli Dei, perché proteggano la nostra gente, la nostra patria, perché possiamo vivere secondo natura, giovandoci di ciò che Madre Terra offre, e noi diamo ad essa le nostre braccia e il nostro cuore.
Purtroppo Svetonio Paolino è al comando. Che ne sarà della Grande Quercia Prasut? L’abbatterà, la brucerà: con essa finirà sul rogo la nostra storia, la nostra vita e la nostra religione.
Non posso impedirglielo. Sono rimasto solo io e sono tanto vecchio. Non ho armi da opporre, né l’hanno i miei figli. Non ho altro da dare che la mia vita. Se gli dei vorranno accettarla in cambio della protezione alla mia gente.
Li sento giungere come una mandria di cinghiali impazziti….devo fare presto. La Quercia Sacra prenderà la mia vita, le offrirò tutto il mio sangue…ma ….Oh Dei!….. date in cambio, la speranza di una rinascita del mio popolo. Sacre Piante e Divine acque, lo giuro: sarò vostro per sempre, ma date un segno alla mia terra, ai miei figli…che possano capire che c’è sempre vita oltre la morte.
Svetonio Paolino entrò da conquistatore, torturò, uccise, violò. Bruciò case, abbattè alberi, razziò bestiame, secondo lo schema del vincitore romano. Si addentrò nella foresta, per scovare i druidi, senza trovarli. Furibondo avanzò nel bosco, facendosi largo con la pesante daga, calpestando il sacro suolo con gli stivali chiodati, ma non trovò nulla.
Eppure se avesse guardato meglio, se avesse saputo guardare e capire, avrebbe visto che, poco lontano dalla gigantesca quercia abbattuta, vi era un giovane ed esile virgulto di frassino: appena spuntato, ma destinato a divenire un grande e forte albero, dalle profonde radici e dalle chiome ondeggianti. Legato all’esile tronco una bianca benda di lino, tanto simile a quella che l’ultimo druido, come tutti i druidi, recava sulla rugosa fronte.
Una speranza di nuova vita.
Sheyraen
00giovedì 31 luglio 2008 14:00
Un racconto commovente (da leggere con musica celtica sotto... ci sta benissimo!).
L'idea di base è veramente buona e degna di lode.
Il finale non è del tutto imprevedibile, ma riesce comunque a cogliere il lettore un po' di sorpresa.
A quanto pare le terre di Aurendor sono cariche di ottimismo: entrambe le storie che ho letto puntano all'inizio di una nuova vita, cogliendo i significati di ciò che ci si lascia alle spalle.

Se può essere utile, riferisco due punti deboli che ho colto qui.

Il primo: è più un flusso di pensieri che un racconto, sicuramente una scelta stilistica, ma quando affronti un racconto di poche parole, rischia di sacrificare troppo il momento "emozionante", quello che deve colpire, "schiaffeggiare" il lettore. Alcuni concetti, attraverso i pensieri del druido, si ripetono, rubando spazio al momento cruciale. Ci voleva un crescendo qui... intervallare i pensieri del Druido con suoni, rumori del nemico che si avvicina, tracce del suo passaggio, avrebbe travolto di più il lettore rendendo più viva la scena.

Il secondo: ci sono alcuni errori che non si devono fare in un racconto breve (proprio perché è breve, deve essere più curato).
Te ne segnalo un paio:

"Da secoli i Druidi proteggono gli alberi, affondano le loro radici nella terra generosa e spargono le chiome nell’aria e nel sole, congiungendosi con il cielo sempiterno"

Attenta! Qui il soggetto sono i Druidi... quindi sono loro che affondano le radici nella terra (togli "loro"... è ridondante) e spargono le chiome nell'aria.

"Legato all’esile tronco una bianca benda di lino"

Piccolo errore qui ("legato" invece che "legata"), però alcuni giudici sono severissimi, specie perché appunto non c'è molto da scrivere. In un racconto di 100 pagine può scappare, ma se scappa in una pagina è più grave.


Beh... non è da parte dei giudici, ma è da parte mia nel modo più onesto che potevo, sperando di averti dato spunti per il futuro.
Bravissima comunque, non tutti sono riusciti a piazzare una trama così lineare e profonda [SM=x1263924]
Selendir
00giovedì 31 luglio 2008 16:18
Grazie Shey, vedi che comuqnue un commento me lo hai dato?
Si, hai ragione, flusso di pensieri a cui mancano i giusti intervalli di movimento.
La prima frase che hai segnalato ha un evidente lapsus, ci manca un "che" e quindi sembra che io abbia sbagliato la concordanza tra soggetto e azione verbale...sigh sigh, colpa mia, mea culpa...capita.

Assolutamente ragione anche sulla seconda frase, e anche qui, evidentissima distrazione mia e pensare che, di solito, sono puntigliosa sull'uso della lingua, della sintassi e dei vocaboli.
In ogni caso sono contenta del tuo giudizio e ti ringrazio di esserti presa lo sbattone per scriverlo.
Grazie.
Bacioni, alla prossima.
Sheyraen
00giovedì 31 luglio 2008 17:19
Tu sei troppo carina e io mi sentivo troppo in colpa per avertelo negato [SM=x1263942]
Quindi alla fine ho ceduto.
Sì, si vede perfettamente che sono lapsus comunque, o almeno io lo vedo [SM=x1263976]
Mixer84
00giovedì 31 luglio 2008 18:14
Io ti do il mio parere da neofita. A me è piaciuto, il racconto è profondo, proprio come ci si aspetta che siano questi custodi della natura, quindi calza a pennello. E poi la figura dei druidi mi ha sempre affascinato. Brava [SM=x1263945]
==Aredhel==
00venerdì 1 agosto 2008 13:36
Anche a me è piaciuto, come si può evincere anche dal precedente commento trovo, però, che alcuni passaggi iniziali sulla vita del druido e su quella dei romani siano un pò rindondanti per un racconto così breve.
Il finale è stupendo, forse un pò "classico", ma al limite del commuovente! Credo che nasconda l'idea che non c'è mai una fine, ma sempre un nuovo inizio.
Brava Sele!
Kristel78
00venerdì 1 agosto 2008 16:01
Questo racconto ha qualcosa di epico [SM=g27988]. Mi è piaciuto molto, sembra quasi un testo teatrale. Sono veri i piccoli errori fatti notare qualche post precedente ma anche a me sono sembrati piccoli lapsus sfuggiti alla rilettura.

Complimenti anche a te [SM=x1263945]
$Darius$
00martedì 20 gennaio 2009 11:34
Bellissima
Ho ancora le lacrime agli occhi, Sele cara e senza musica celtica...
E' un mondo complicato quello che ci hanno lasciato i Romani e ci danno gli uomini di oggi. La sacra quercia però non si è estinta, è dentro di no.

Possa la vita sorriderti!

D.
alimar.
00martedì 14 aprile 2009 00:27
io l'ho letto solo ora e da profana ti ico che e bellissimo complimenti [SM=x1263945]
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