Camminarono per diverse ore, Kim e Kert, i loro cavalli, erano stanchi, ma Emily era decisa ad attraversare il guado prima del giorno seguente – Di notte? – le aveva chiesto Edor – Il nemico ci insegue ovunque, il buio puo esserci amico e la luce puo tradirci – aveva risposto lei, e cosi eccoli li: un uomo e una Raster, due viandanti il cui destino si era legato all’insaputa di entrambi.
Il sentiero era viscido, muschioso e parecchie volte, sentirono i cavalli che rischiavano di scivolare, al loro fianco, il bosco sorgeva silenzioso, protettore degli animali e nemico degli uomini; il fiume rombava tumultuoso.
Faceva freddo, moltissimo freddo, il vento turbinava in lunghe spire intorno a loro e annunciava una tempesta...
“Se s’innalza una tempesta, il deserto di Miljinki che si trova al di la del fiume, trasporterà la sua sabbia dritta su di noi” disse Emily,
“Gia, ma tu non vuoi fermarti...” rispose l’uomo,
“Ho i miei motivi, proseguiamo” disse la Raster. Da quando avevano abbandonato il villaggio, i due viandanti si sentivano maliconici, di fronte a quella notte cosi tetra e tempestosa.
Kim e Kert, erano due cavalli magnifici aveva notato Emily e non sapevano quali terribili e pericolose avventure avrebbero percorso insieme ad essi.
****
Cammino da giorni, sette da quello che posso ricordare, una settimana precisa è passata da quando mi sono ritrovato qui, in questo mondo cosi strano, cosi diverso dal mio...
Sono caduto nella sabbia, la sabbia di un deserto, un deserto moto lungo che io ho attraversato in direzione nord, o forse sud, non sono sicuro, non ci si orienta facilmente in un deserto...
Ed ora sono qui, mi ritrovo a costeggiare un fiume che ho appena attraversato attraverso un guado ed al mio fianco si estende un enorme bosco, gigantescho e insolitamente tetro per una giornata cosi: sole, un sole mai visto, caldo e denso; una giornata priva di vento; un fiume calmissimo.
Ho fame, moltissima, ho sete, ma soprattutto ho paura...
Mi sono fatto molte domande. Dove mi trovo? Dove sto andando? E’ forse l’inferno questo? La risposta è si..
Sono uscito dal guado da ormai un ora, anche se il tempo è difficile da calcolare in questo luogo, in questo inferno...procedo lungo questo sentiero su un terreno duro composto da detriti e terra finissima..
Mi volto per guardare il fiume e lo vedo piatto, invitante e la voglia di tuffarmici è tanta, poi incontro una radice e cado a terra sbucciandomi le ginocchia, che dolore! Il sangue esce dalla ferita, ma io mi sono rialzato, sono stanco, anzi, stanchissimo, perchè continuo a camminare? Dove sto andando? Perchè non mi sdraio per terra a riposare?
....Tra poco mi sarei accorto che sdraiarsi a terra , sarebbe stato molto meglio che rimanere in piedi..
Quelle creature mostruose che non avevo mai visto.
Le vidi giungere all’ora di punta, quando ormai il sole era alto, stavo camminando da non so quanto tempo, che cominciai a notare un leggero venticello, poi le acque del fiume cominciarono a turbinare e il vento si fece più forte, sempre di più e quando mi voltai le vidi per la prima volta: creature orribili e al tempo stesso bellissime, fu allora che senza pensarci mi tuffai in un cespuglio, mi accucciai... Poi, come erano venuti, scomparvero nella direzione in cui ero diretto...
Non volevo crederci: Draghi. No, i draghi non esistono, esistono solo quelli nelle favole che leggiavamo da piccolo io e mia sorella, eppure....
Ali, squame, corna, tutto corrispondeva, eppure
Caddi a terra stremato dalla fatica.
****
Fu Edor a vederlo per primo, si fermò con Emily e scese a controllare se stesse bene. Si avvicnò a osservarlo: era un ragazzo, aveva dei capelli castani e gli occhi marroni, al collo aveva qualcosa, Edor guardò Emily e lei capi che doveva prendere dell’acqua, mise il ragazzo a sedere e cercò di svegliarlo...
Con un attimo fu in piedi, guardò l’uomo e poi la Raster e si lanciò contro Edor menando calci e pugni a più non posso, la sua forza era sorprendente, un calcio arrivò in pieno mento del pover uomo, il quale a sua volta mise mano alla spada, era un nemico o un amico? Fece uscire la lama, che sibilò, si mise in posizione d’attacco e lanciò un fendente, il ragazzo lo schivò e gli saltò addosso, cominciò a dar pugni sulla faccia di Edor, che era pieno di sangue, poi, Emily diede una gomitata sulla schiena dello straniero che cadde a terra e proprio quando sembrava che lo scontro era finito, il ragazzo saltò in piedi, prese la spada di Edor e la puntò verso i due viandanti, Edor alzò le mani e disse che non volevano fargli del male e lui stanco com’era non si preoccupò minimamente della verità o meno di quella affermazione, lanciò la spada ad Emily e si sedette.
Poco dopo, Emily porse una scodella di zuppa al nuovo arrivato, il quale con la fame che aveva, accettò senza indugio..
“Allora, cosa ci faceva un ragazzo cosi giovane su questo sentiero cosi impervio, affamato, assetato e stanco, non che non sappia difenderti, ma...” disse Edor grattandosi il mento, il ragazzo non rispose, ma continuò a mangiare e a bere a più non posso, poi, finita l’ultima scodella di zuppa, quando il sole stava tramontando, disse:
“Vi ringrazio per questo, il mio nome è Christopher” fece una pausa “Christopher Sender”.
“Christopher, eh? È un bel nome” disse Emily,
Era tardi ormai, forse mezzanotte, erano ancora accampati, poichè il nuovo viandante, Christopher, aveva bisogno di riposarsi e quando si svegliò, Emily gli disse che erano diretti al guado e che se voleva poteva unirsi a loro:
“Il guado?” chiese Christopher,
“Si, pechè?” chiese Edor,
“L’ho attraversato questa mattina, poco prima di vedere i...” stava per dire DRAGHI, ma era assurdo per lui!
“Prima di vedere cosa?” lo incalzò Edor,
“Bhè, non ne sono sicuro, ma..credo di aver visto dei...ecco...draghi!” disse Robinson, Edor quasi svenne, Emily si scagliò contro il nuovo arrivato prendendolo per le spalle e urlandogli:
“Draghi? Dove? Da che parte andavano?” il ragazzo ci pensò, poi disse,
“Erano un centinaio, sono andati dalla parte opposta del guado..” disse indicando la direzione da dove erano venuti i viandanti “Un altra cosa essi erano come...fantasmi” concluse Christopher, Edor ed Emily si guardarono in faccia, poi l’uomo disse.
“Oh no! Il villaggio di Ghetry!”.
Non starò qui a descrivere il viaggio dei tre viandanti, dato che in confronto a cio che trovarono non varrebbe nulla.
Arrivarono dopo due giorni, due giorni nel quale non parlarono ne fecero domande l’uno sull’identità dell’altro, camminarono e basta, quando giunsero al villaggio di Ghetry, verso mezzogiorno, si sentirono sprofondare. I corpi degl’abitanti erano ovunque, insaguinati, lacerati e rivoltati; le case erano state bruciate, calpestate, distrutte; la terra era disseminata di sangue, sangue rosso, sangue ancora vivo, sangue UMANO.
Christopher fece un passo avanti, verso quell’orrore, verso quell’inferno, poi si voltò verso i due amici e chiese.
“Che posto è questo?” nessuno rispose. Edor ed Emily scesero dal cavallo e si diressero verso la stalla, quando vi giunsero, la trovarono in rovina, semidistrutta, i corpi di ogni cavallo erano riversi per terra...a chi mancava un occhio, a chi una gamba e a chi erano state lacerate perfino le budella:
“Cos’è questo?” chiese Robinson indicando qualcosa....
Una pozza, una pozza di sangue, ma la particolarità era la forma: una zampa di drago. Emily volse lo sguardo verso un’altra direzione e fu li che vide il vero orrore di tutto quel genocidio, le tre donne che avevano conosciuto al villaggio si trovavano li, appese ad un albero, con la testa rivolta verso terra, gli occhi sbarrati, vitrei, senza espressione, se non la paura, Emily cominciò a piangere, Edor guardò la landa desolata e disse:
“ Non era solo, i draghi non possono appendere la gente, hanno mani troppo grandi. L’uovo di drago non è ancora schiuso, mai i draghi fantasma sono liberi, Emily, la pagheranno un giorno, te lo prometto...” il buio della notte li travolse.