E' una domanda davvero interessante (anche perché fino a due, tre settimane fa, mi capitava di pormela con dolorosa frequenza...
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Il problema è che, quando hai passato tanto tempo dentro di te ad addentrarti in questo o quell'altro mondo fantastico, una parte di te (una parte bella grossa) non vorrebbe più andarsene. Dopo tutto, succede anche da lettori: anche se mi sento di poter affermare con ragionevole grado di certezza che, da scrittori, l'effetto è quantomeno centuplicato!
Una volta finito di scrivere, poi, mi capita in continuazione di voler sapere come stia questo o quel personaggio, che cosa sta facendo, se se la passa bene oppure se la vita alla fine gli è andata storta. Questo perché li sento come parte di me (chi più, chi meno), e mi fa sentire emotivamente 'vuota' pensare di lasciarli.
Solo che, naturalmente, alla fine arriva il giorno in cui questo è esattamente quello che bisogna fare!
E allora arriva la parte difficile perché, pensare di ricominciare tutto dal principio, di ri-immaginare un altro mondo, di innamorarsi di nuovo della storia e dei personaggi, è una roba difficile, o almeno per me a volte tende ad esserlo.
Allora in genere comincio a fluttuare nel limbo: tempo fa avevo avuto questa idea, vediamo se riesco a svilupparla. Ne conseguono una cinquantina (non sto esagerando) di tentativi di storie cominciate e poi abbandonate. Alcune erano buone, anche, penso. Sono io, che non sono ancora pronta.
Si presentano in continuazione alcuni problemi: il mio guaio principale è che, se non sto attenta, dopo un pò le mie protagoniste cominciano ad assomigliare sempre troppo l'una all'altra. Il che non va bene per un sacco di ragioni, ma principalmente perché, dopo un pò, se divento ripetitiva comincio ad annoiarmi. E se mi annoio io...
Un altro problema riguarda le tematiche. Non ci penso mai mentre sto scrivendo, sempre dopo, ma pure prima o poi bisogna cominciare a pensarci, giusto?
E lì ri-arriva l'inghippo: perché non mi piace l'idea di fare il pappagallo. Eppure, gira che ti rigira, la mia testa è quella: e se esiste un'attività più 'psicoterapeutica' della psicoterapia, probabilmente è qualcosa che se non si identifica di sicuro ha molto in comune con la scrittura!
(e non se ne parla proprio di sobbarcarmi ore e ore di navigazione in acqua alta a favore di un tema che in realtà non mi interessa, anche se di va di moda e tutto quanto, spiacente...
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Adesso finalmente mi pare di averla trovata, una storia tutta nuova che mi piace, mi coinvolge, e che mi sento (più o meno) all'altezza di sviluppare...
L'idea mi è venuta in sogno, e pure questa è una novità abbastanza grossa per me perché, di solito, i miei sogni sono esattamente come quelli di tutti quanti gli altri: noiosi, insensati e pieni zeppi di particolari sconclusionati...
Tutto questo per dire che, quando una finestra (dell'immaginazione) si chiude, è facile che prima o poi se ne spalanchi anche un'altra... Il problema è che non sai mai quando potrà succedere, perciò tu devi stare in guardia... tenerti pronto a cogliere il suggerimento di quell'antipatica di Musa quando le gira, per così dire!