Capitolo Uno.

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Franciska_
00lunedì 5 dicembre 2011 16:24
Eileen si stiracchiò. Represse uno sbadiglio.
La voce di Rosheen el Par continuò monotona. «Nel seicento cinquantadue il Regno di Ulgar il Saggio fu invaso dal popolo Umano, guidato da Cale il Sanguinario».
Eileen sbuffò; si chinò sul quaderno e scrisse.
«A seguito della battaglia di Gailinet, nel trentaquattresimo giorno, la popolazione Elfica venne dimezzata e sul trono salì Cale il Sanguinario». Il tono di Rosheen cambiò. Eileen alzò gli occhi. «Dal seicento cinquantadue all’anno millecento e sette furono i discendenti di Cale a governare il nostro Regno». Sul viso della maestra comparve una smorfia.
Terama el Lonet, seduta accanto a Eileen, alzò la mano.
«Sì?» disse Rosheen.
«Sorella, perché siamo stati sconfitti? Noi Elfi abbiamo il Potere».
«Se avessi studiato, sapresti che con la fondazione della sorellanza nell’anno due le Sacerdotesse condannarono l’uso del Potere come arma e che questa legge fu abolita solo nel millecento e otto».
Terama arrossì. Eileen le lanciò un’occhiata e ghignò.
Bussarono alla porta.
«Avanti».
Nell’aula entrò una donna con corti capelli rossi e un abito giallo.
«Un comunicato per tutte le Sorelle». Consegnò una pergamena a Rosheen.
«Grazie».
La donna uscì. Rosheen lesse l’avviso e scoppiò a ridere. «Oh, che coincidenza! Allora, prestate attenzione… A causa dell’invasione e della conquista nell’anno seicento cinquantadue del Regno da parte della razza Umana, il Governo ha deciso di istituire una tassa per i soli Umani, in modo da risarcire il popolo Elfico. È fatto divieto assoluto di aiutare in qualunque modo gli Umani in difficoltà a causa della tassa. Il Lord Protettore Grego el Kabar». Rosheen alzò lo sguardo dalla pergamena. «Giustizia è fatta».
Eileen sgranò gli occhi. Alzò la mano.
«Dimmi».
«Sorella, il divieto di aiutare gli Umani va contro la Legge Sacra. Non è forse scritto, nel Sacro Libro, di aiutare i bisognosi?».
«Il Lord Protettore rappresenta la Dea Madre nel Regno. Lui parla nel sacro nome della Dea».
«Non sono le Somme Sacerdotesse a rappresentare la Dea Madre?». Eileen inarcò un sopracciglio. Qualcuno, dietro di lei, trattenne il respiro.
Rosheen si irrigidì. «Le Somme Sacerdotesse hanno eletto Grego el Kabar come Lord Protettore: il Lord agisce in nome loro e dunque anche della Dea».
«E perché la Dea Madre avrebbe voluto il divieto, andando così contro la Legge da lei stessa in passato istituita?». Eileen incrociò le braccia.
Un mormorio si diffuse nell’aula. Rosheen divenne paonazza. «Silenzio! Noi non abbiamo le capacità di comprendere il suo sacro progetto e per questo motivo, non dobbiamo mai mettere in dubbio le sue sacre decisioni! Mai!».
La campana suonò quattro rintocchi.
«Potete andare… No, tu Eileen el Taren, no».
Eileen rimase seduta, testa alta e braccia incrociate. Le sue sorelle di primo grado, nell’uscire dall’aula, la guardarono con gli occhi spalancati.
Rosheen appoggiò le mani sul tavolo e si chinò verso Eileen. «Ragazzina, non dovrai mai più mettere in dubbio le decisioni del Lord Protettore, chiaro? Tutto ciò che lui dice, è come se fosse detto dalla Dea. Lui è il Lord. Mi sono spiegata?».
Eileen abbassò lo sguardo. Strinse le labbra. «Sì, Sorella».
«Perfetto. Ora va, nelle cucine. Rimarrai in punizione per tutta la settimana».
Eileen strinse le mani a pugno e uscì dall'aula. Nel corridoio, con la schiena appoggiata contro il muro, c'era Terama.
«Ehi, Leen! Sei stata coraggiosa». Le sorrise.
Eileen la squadrò. I capelli di Terama erano unti e sull’abito verde c’erano macchie scure. Fece una smorfia e si allontanò.



«Avete domande?».
Rimasero in silenzio.
«Bene, potete andare».
I suoi uomini si inchinarono e uscirono in fila dalla sala. Sloan andò dietro il bancone e si versò un bicchiere di vino.
«Principe, state bevendo troppo». All’altro lato della stanza, su una sedia era seduto un uomo con corti capelli bianchi; gli occhi castani erano circondati dalle occhiaie. Con l’aiuto di un bastone si alzò e zoppicò verso Sloan. Si fermò davanti a lui.
«Non è affar tuo quanto bevo».
«Mi duole contraddirvi, ma lo è. Ero il consigliere di vostro padre, ora sono il vostro».
Sloan si versò un secondo bicchiere. Il consigliere sospirò. «È pericoloso e inutile».
Sloan inarcò un sopracciglio. «Quello che ho pianificato? Voglio il motivo». Bevve un sorso.
«Non avrete possibilità di ucciderla, sarà circondata dalle guardie. Li farete soltanto arrabbiare e li metterete sulle vostre tracce».
«Non importa. Ciò che conta è infondere nuova speranza al mio popolo: devono sapere che non li ho abbandonati».
«Dovete trovare un altro modo».
«Un altro modo?». Sloan scoppiò a ridere. La bottiglia di vino cadde a terra e il liquido si versò sul pavimento. «Tu, vecchio, pensi che non abbia riflettuto su cosa avrei dovuto fare? Pensi che non abbia valutato tutte le soluzioni?».
Il consigliere abbassò lo sguardo. «Certo che no, principe. Ma così rischierete la vita».
Il sorriso scomparì dal volto di Sloan. «Lo so, Neil, lo so. Visto che sei il mio consigliere, perché non trovi tu un’alternativa, eh?». Aggirò il bancone e si fermò a un passo da Neil. «Trova un’alternativa entro Mein Raina, o non mi farai più da consigliere. Mai più mi potrai parlare». Lo fissò negli occhi. «Ti concederò di rimanere alla locanda, ma dovrai stare lontano dalla mia vista. Sono stato chiaro?».
«Sì, principe».
«Perfetto. Vattene».
Neil si inchinò e si diresse con la schiena curva verso la porta.
«Muoviti, vecchio! Sono stanco di vederti!».
«Sì, principe». Affrettò il passo e uscì dalla sala.
Sloan ritornò dietro il bancone. Fece una smorfia. “Ottimo vino sprecato…”. Afferrò una bottiglia di idromele e la portò alle labbra.


Ancora non ho finito di correggere - allungare - ecc.
Prosdszt
00martedì 6 dicembre 2011 18:06
un editto governativo non dovrebbe essere più formale e pomposo?
(si, lo sò, sono un rompic...! è che volevo chiedere in che anno siamo ora, ma sembrava brutto scrivere un post senza critiche e così...)
Franciska_
00mercoledì 7 dicembre 2011 13:56

un editto governativo non dovrebbe essere più formale e pomposo?


se fosse stato letto davanti al popolo sì.


è che volevo chiedere in che anno siamo ora, ma sembrava brutto scrivere un post senza critiche e così...)


siamo nel millecento e nove. È un miracolo non ricevere critiche da parte tua [SM=g27987]
Prosdszt
00mercoledì 7 dicembre 2011 18:08
non critico non per miracolo, ma per merito.
trovo piuttosto benfatto e coerente questo capitolo, non ci sono comportamenti stonati o grosse pecche comportamentali, hai leggermente cambiato alcuni tratti caratteriali dei personaggi e il risultato non mi sembra male. anche il nido di serpi dove sembra ti stia andando ad infilare con la storia antica PER IL MOMENTO potrebbe essere più o meno accettabile con le dovute spiegazioni...

insomma, questa volta mi piace e non vedo motivo per dire il contrario, tantopiù che potrò sempre rimettermi in pari con le cattiverie in futuro...
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