Allora, ti copio la parte in cui dovrebbe comparire questa canzone:
situazione: sul ponte principale, davanti ad una discreta platea, Nilys ha appena detto qualcosa che si è avverato causando un piccolo incidente ad un marinaio
[...]Rimasero soli; lei ed il vecchio Sgrunt che alle sue spalle sogghignava sfregandosi le mani:
"Stolto chi tiene una donna a bordo,
stolto chi provoca gli dei del mare...
venti e tempesta essa è in grado di portare,
morte certa e lutti di cui non ci si può liberare..."
Nilys serrò i pugni e digrignò i denti, ma non si voltò, ne proferì verbo, solo attendeva che l'altro riprendesse, curiosa di vedere se ne aveva davvero il coraggio:
"giorni di pioggia, di stenti e di fame,
giorni di guerre perse ed affilate lame...
Le lunghe ciocche e i suadenti occhi,
altro non son che oppio per la mente di voi, poveri sciocchi!"
Il silenzio calò gelido sulle due figure immobili, ma fu rotto per la terza volta da quella voce gracchiante:
" è immenso il dolore che essa porta
sciagure e disgrazie di ogni sorta...
dai retta a me, se te ne devi liberare,
al porto più vicino lasciala andare..."
Le mano destra della ragazza finì sull'elsa del suo fido pugnale, in attesa che il vecchio terminasse, intuendo che avrebbe sicuramente avuto la faccia tosta di proseguire sino all'ultima parola:
"e se le sciagure son troppe falla saltare...
un tuffo nel blu, tra gli sciacalli del mare
che un sì lauto banchetto non potran rifiutare..."
Questo era troppo.E Nilys era sin troppo sanguinea.
"Un altra parolva vecchiaccio della malora e sarà la tua testa a finire in mare!" ruggì lei voltandosi di scatto e brandendogli il pugnale davanti gli occhi.