Leen si portò una mano alla testa, insonnolita; il dolore l’aveva svegliata e dove le faceva male era comparso un enorme bozzo.
«Devo andare in infermeria…> mormorò.
Si costrinse ad aprire gli occhi e un ansito le sfuggì per lo spavento.
“Questa non è la mia cella!”.
Completamente ridestata, si puntellò sui gomiti e si guardò intorno.
Con indosso ancora il mantello verde e le scarpette ai piedi, era stesa sopra le coperte di un letto per sposi. Oltre al letto, nella camera c’erano un baule e un vaso da notte.
“Come sono arrivata qui?”.
Bussarono alla porta.
Leen chiamò il Potere, ma nulla venne. Era lì, dentro di lei, ma non le rispondeva.
“No, no, no!”.
Corse alla finestra. Si trovava a venti piedi da terra.
“Maledizione!”.
La porta si aprì.
Il cuore le premeva contro il petto. Si voltò, pronta a combattere se si fosse reso necessario.
Era Sloan Morroy.
«Voi!> ruggì Eileen. «Voi mi avete attaccato ignobilmente dopo che vi avevo salvato la vita!>. “Ho lasciato il Palazzo, ho abbandonato tutto per aiutarvi!”.
Il principe si accigliò.
«Le Devote alla Dea non mi sono amiche>.
«Io lo sono! Io sono la nipote di Burn el Taren, Alto Funzionario di vostro padre, il Re!>.
Sloan sgranò gli occhi.
«Siete Eilynet?>.
«Eileen>. Un bagliore di sfida le comparì negli occhi. «Mi avete assopito il Potere, ma sappiate che non mi farò uccidere facilmente>.
«Non vi ho assopito il Potere e non intendo uccidervi, lo giuro sul Trono di Cristallo> disse Sloan, portandosi il pugno destro all’altezza del cuore.
«E perché il Potere non risponde al mio richiamo?> esclamò Leen.
«Mein Raina ancora non è terminata>. Lo sguardo del principe si posò sulla sua nuca. «Avete male?>.
«Sì!>. Leen mise le mani sui fianchi. «Non vi scusate per avermi colpito?>.
Il viso di Sloan si oscurò.
«Siete ardita nel parlare. Avete dimenticato come ci si comporta con un principe?>.
Leen sbuffò.
«Ho lasciato il Palazzo per aiutarvi, ma dovrò anche insegnarvi le buone maniere>.
«Burn mi era amico e vi conosco da quando eravate bambina>. L’espressione sul suo viso era risoluta. «Ma non mi aiuterete ne mi insegnerete alcunché: siete una Sacerdotessa. Siete mia ostaggia>.
«Che cosa?> esclamò Eileen. «Non potete!>.
«Oh, sì che posso>. Si voltò verso la porta. «Al tramonto, qualcuno verrà per darvi una tazza di luneta>.
«No!>. Non l’avrebbero assopito il Potere!
Eileen corse verso il Principe e gli saltò addosso, afferrandogli i lunghi capelli scuri.
«Lascia i capelli!> gridò lui.
«Io vi sono amica! Io voglio aiutarvi, voglio che riconquistiate il Trono… Voglio aiutare il popolo umano a riscattarsi, non potete farmi questo!>.
Lasciò la presa e barcollò all’indietro. Sloan si voltò verso di lei, il viso deformato dalla rabbia. Le afferrò il collo e strinse.
Il cuore le batteva all’impazzata.
La vista iniziò ad abbandonarla.
Il pensiero andò a suo zio, il pensiero andò ai suoi genitori defunti. E andò all’Anziana Sacerdotessa.
“Non voglio morire”.
La presa sul collo scomparì e Eileen cadde a terra.
Terrorizzata e con gli occhi pieni di lacrime, a carponi si allontanò il più possibile dal principe.
«Non sono uno spergiuro» sussurrò Sloan. Uscì dalla stanza.
Eileen si abbandonò ai singhiozzi.
«Che cosa hai fatto?>. Ad aspettarlo fuori dalla camera c’era Neil, pallido in volto. Sloan lo ignorò e avanzò lungo il corridoio.
«Tuo padre non si sarebbe mai comportato in quel modo>.
Sloan si fermò. Fece un lungo respiro e si voltò verso il Consigliere.
«E’ una Sacerdotessa. Lei…>.
«Non può aver partecipato al complotto, è troppo giovane, lo sai>>. Neil incrociò le braccia. «Il futuro Re non deve avere la mente oscurata dall’odio e dalla sete di vendetta>.
«E il Consigliere del futuro Re non deve farsi travolgere dalla paura> sbottò Sloan.
Neil lo guardò con un’espressione indecifrabile dipinta in viso.
«Sei uno sciocco ingrato>.
Percorse zoppicando il corridoio, per poi scendere le scale.
Sloan rimase a fissare il punto in cui Neil gli aveva parlato.
“Luce… Ha ragione”.
Andò alla porta della camera della Sacerdotessa. Bussò. Attese, ma ella non gli rispose.
Aprì la porta e trovò Eileen seduta in un angolo, lo sguardo spaurito e gli occhi rossi dal pianto.
«Non fatemi del male, vi prego!>.
«Non voglio farvi nulla>. La osservò e provò vergogna di se stesso. «Tenervi in ostaggio non sarebbe una buona idea…>. Sospirò. «Eileen el Taren, vi chiedo umilmente scusa per ciò che vi ho fatto. Sarei grato e onorato se vorrete offrirmi ancora il vostro aiuto… Quando riavrò il Trono, vi ripagherò con ogni onore>.
«Per grazia, principe, lasciatemi da sola> bisbigliò Eileen.
[Modificato da Franciska_ 11/09/2011 15:29]
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