Primo capitolo del mio libro senza titolo :)

Eileen arrancò su per i gradini della Torre Nord, il respiro affannato e il fianco sinistro dolorante. Non era mai salita su una delle quattro torri del Palazzo; Dea Madre, credeva che da un momento all’altro sarebbe svenuta per la stanchezza!
Arrivò all’ultimo piano della Torre quando il Sole era alto nel cielo. Forse avrebbe saltato il pranzo, sperava di no, il suo stomaco già gorgogliava per la fame.
Prese fiato e bussò alla porta.
«Aiutami» sussurrò alla Dea, il cuore palpitante.
Sobbalzò quando la porta si aprì. Sull’uscio si stagliò la figura di una donna imponente, con corti capelli bianchi e occhi duri e freddi come il ghiaccio. Indossava una veste dello stesso colore dei capelli.
Eileen si inginocchiò e aspettò che l’Anziana Sacerdotessa parlasse. Sentiva il suo sguardo soppesarla.
«Quando hai tagliato l’ultima volta i capelli?» sbottò l’Anziana. Non attese risposta e aggiunse: «Bah! Entra,Figlia».
«Grazie Altissima». Leen la seguì all’interno. All’ultimo piano della Torre Nord erano situate le stanze dell’Anziana Sacerdotessa e il salotto in cui si trovavano rispecchiava il carattere della donna: austero e disadorno, pochi mobili e nulla che rallegrasse l’ambiente.
«Siediti, non stare lì impalata» disse l’Anziana. Con un cenno del capo indicò la poltrona di fronte al divano su cui si era accomodata. «A cosa devo questa visita? Ti manca la tua insegnante da novizia?».
Eileen arrossì. Si fece coraggio e parlò. «Altissima, ho molte domande da porre e lei è la più saggia e sapiente tra tutte…».
L’Anziana la interruppe. «Vai al dunque se non vuoi che mi spazientisca».
«Perché non aiutiamo gli Umani?» disse tutto d’un fiato. Sostenne a fatica lo sguardo impassibile dell’ Altissima.
«Le Sacerdotesse di primo grado non possono porre domande che non riguardino i propri studi» rispose freddamente.
Eileen sentì la pelle formicolare. L’Anziana stava usando il Potere! Le osservò il viso ma la donna non tradiva alcuna emozione. Doveva andare avanti.
«La mia domanda è pertinente. Studio il Sacro Libro e nel Sacro Libro è scritto che bisogna aiutare chi è in difficoltà, essere buoni e misericordiosi». La guardò negli occhi. «Perché non si possono aiutare gli Umani? ».
L’Anziana la fissò in silenzio poi scoppiò a ridere. “Se ride, non mi punirà di certo” pensò Leen, sollevata.
«Ah, Eileen! Che coraggio che hai avuto a venire da me! O dovrei dire che avventatezza?». L’Altissima le sorrise e il ghiaccio degli occhi parve sciogliersi. «Puoi parlare liberamente con me, non ti chiederò di come sei venuta a conoscenza del divieto».
«Grazie Altissima». Leen sorrise a sua volta. «Perché non li aiutiamo? Il nostro comportamento va contro gli insegnamenti della Dea. Perché, c’è il divieto?».
«La risposta è da ricercare quando Reagan Morroy regnava». L’Altissima si alzò e andò alla finestra. Lo stomaco di Leen si strinse per il dispiacere. Aveva conosciuto il Re. «Durante il tuo periodo di isolamento il Regno è stato devastato da una malattia sconosciuta perché Reagan aveva scontentato la Dea. Questo, è il motivo ufficiale per cui venne deposto…».
«Motivo ufficiale? » disse Eileen, sconcertata.
«Figlia, non interrompermi, non ho finito di spiegare! » tuonò l’Anziana, trapassandola con lo sguardo. Leen ammutolì. Gli occhi erano ritornati di ghiaccio.
«Nessuno sa se il Re ha scontentato la Dea… E’ da più di cinquecento anni che la Dea non ci parla!». L’Anziana chiuse le mani a pugno. «Reagan è caduto per un complotto. Un complotto ordito dai nobili della Corte con l’appoggio di alcune Sacerdotesse!».
Rimasero a lungo in silenzio.
«Perché?» sussurrò Eileen. Era sconvolta.
«Perché Reagan aveva alzato i tributi per i nobili e aveva cercato di limitare la nostra influenza». L’Anziana fece un lungo sospiro poi ritornò a sedersi sul divano.
«Noi Sacerdotesse non dovevamo violare la Legge della Dea!» esclamò Leen.
«Lo so».
«Perché non si è ribellata? Perché le altre Sacerdotesse non hanno obiettato?».
«Credi che il complotto sia di dominio pubblico? Poche conoscono la verità, io stessa l’ho scoperta da poco».
«Allora dobbiamo fare qualcosa, noi…».
«Silenzio!» L’Altissima incrociò le braccia. «Sei solo di primo grado, giovane, la tua parola non verrebbe presa in considerazione. Io sarei ascoltata… Prima di venir degradata per essere troppo vecchia e rimbambita!».
«Non possiamo fare nulla, nemmeno per gli Umani?» chiese Eileen, sconsolata.
«L’idea che la Dea sia scontenta degli Umani è radicata profondamente in noi Elfi». L’Anziana sospirò. «Dobbiamo aspettare, aspettare che le Sacerdotesse si accorgano dell’incoerenza delle proprie azioni, aspettare il momento propizio per agire». Guardò fuori dalla finestra, lo sguardo perso nell’orizzonte.
«Altissima, chi sono le Sacerdotesse che hanno aiutato i nobili?».
L’Anziana si voltò di scatto verso Eileen. «Non te lo dirò» disse con fermezza.
Leen si rabbuiò.
«Non tenere il broncio con me se non vuoi che ti sculacci L’addestramento da novizia non è servito a niente, non sai comportarti… E non permetterò che ti venga fatto del male a causa della tua avventatezza: chissà cosa faresti se sapresti i loro nomi!».
Eileen si trattene dallo sbuffare e si alzò dallo poltrona.
«La ringrazio per aver risposto alle mie domande».
L’Anziana Sacerdotessa si alzò a sua volta.
«Hai un Dono immenso, non sprecarlo» disse in avvertimento.
Leen annuì. Andò alla porta e si fermò con la mano sulla maniglia. Si girò verso l’Altissima.
«Sa qualcosa di mio zio? Era un Alto Funzionario del Re… Quando sono diventata Sacerdotessa, mi hanno detto che aveva lasciato il Regno… E’ vero?».
«Non lo so, Eileen, mi dispiace» disse costernata.
Eileen fece un lungo inchino poi uscì dalle stanze dell’Anziana Sacerdotessa.


«Madre, ho fatto bene?» mormorò Wynne, posando l’incenso sull’altare. Si sedette a gambe incrociate sul tappetto e osservò il fumo dell’incenso danzare nell’aria.
Eileen era spesso incosciente e incauta, quante volte aveva dovuto punirla da novizia! E anche perché era sfrontata, orgogliosa, viziata, impulsiva… Non sarebbe mai stata una perfetta Sacerdotessa.
Inspirò, inalando il fumo.
No, aveva commesso un grave errore, la ragazza aveva ascoltato troppi racconti da menestrello da bambina; non sarebbe stata tranquilla nella sua cella a studiare e pregare.
«Maledizione!» urlò.
La ragazza avrebbe fatto qualche stupidaggine mettendo in repentaglio la sua vita! Era l’Anziana Sacerdotessa, non poteva sbagliare!