==Aredhel==, 08/08/2013 20:38:
Comunque, tornando alla parte riportata, credevo che la complessità dell'universo e in particolare del rituale, fosse voluta e rendesse il senso di mancata conoscenza da parte dei protagonisti (mancata conoscenza del complesso, intendo). Ma visto che Stefano non ha risposto così... vuol probabilmente dire che non ho capito niente
No, invece hai capito bene
. Provo a spiegarmi meglio, un conto è il setting del mondo e un altro conto sono i dialoghi. Per quanto riguarda il primo, è volutamente ma oggettivamente complesso un mondo in cui le leggi stesse vengono riscritte, può essere alienante per il lettore e rendere difficile il suo coinvolgimento, in questo senso all'inizio non si capiva nulla, il setting non era ben definito era a malapena abbozzato e diventava davvero complesso seguire dialoghi complicati e un rituale complicato, è la parte su cui ho lavorato molto tra la stesura che è arrivata in finale all'Odissea e quella che poi ho inviato a Plesio. I dialoghi infatti come il rituale sono volutamente costruiti in modo complesso, proprio per cercare di rendere la conoscenza parziale dei personaggi, tutti loro infatti dicono qualcosa di giusto ma anche dicono qualcosa di sbagliato o fuorviante. Le loro spiegazioni non sono mai infatti totalmente giuste. È chiaro che poi il setting influenza i dialoghi ma nella prima stesura mancando proprio una buona descrizione del mondo che ancorasse il lettore almeno un po' era davvero difficile seguire i dialoghi... e mi pare di capire lo sia ancora, spero di essere stato più chiaro adesso
[Modificato da stefanoventa 09/08/2013 16:13]